Su una cosa Silvio Berlusconi ha pienamente ragione: siamo alla resa dei conti, o dentro o fuori! E non è certo un eufemismo.
Lasciamo perdere la richiesta a sei anni di reclusione, o dentro o fuori le patrie galere, ma se la richiesta d’interdizione dai pubblici uffici dovesse andare a sentenza definitiva proprio di questo si tratterebbe: o dentro o fuori il Parlamento!
Lasciamo da parte pure la facile letteratura che si potrebbe fare sulla gaffe della Boccassini in merito alla “furbizia orientale” della signora Karima El Mahroug - alias Ruby - che ha scatenato le ire dell'Associazione delle Donne Marocchine e l’ironia di chi ha proposto di regalare al Pm un atalante geografico dal sotto tiolo “Ruby è marocchina. Il Marocco geograficamente è in Nord Africa e non proprio in oriente!”.
E lasciamo correre, pure, l’abbaglio del Pm milanese di chiudere la requisitoria di sei ore con un “condanniamo...” prima di correggersi precipitosamente con un "...chiede la condanna ad anni sei", dacchè le sentenze spettano ai giudici e non alla pubblica accusa.
Chiosiamo che i due svarioni della toga milanese, che ancora riecheggiano in quell’aula di tribunale con un tam tam mediatico che non risparmia polemiche e battute a niente e a nessuno, vanno a pareggiare la partita con la storiella della nipote di Mubarak!
Invece, il fatto politico più rilevante, anche se prettamente giudiziario, e qui il confine tra i poteri dello Stato diviene talmente incerto e opinabile che ognuno è libero di pensarla come meglio crede, è che a giugno ci sarà comunque una sentenza definitiva sulla richiesta dei Pm della procura di Milano a sei anni di reclusione e all'interdizione di Silvio Berlusconi dai pubblici uffici.
Ed è questo, ormai, il cuore del problema. Dacchè se si arrivasse all'interdizione dai pubblici uffici del leader del Pdl a quel punto la questione non potrebbe non essere presa in esame dalla Giunta del Senato che si troverebbe chiamata a votare sull'eventuale decadenza di Silvio Berlusconi dal ruolo di parlamentare. La posizione del M5S in proposito è fin troppo nota, tanto che in questi giorni Beppe Grillo continua a battere sull’ineleggibilità dell'ex premier. Ma a quel punto il Pd, attuale alleato di governo di Silvio Berlusconi, voterà allo stesso modo?
Questo, nelle attuali condizioni in cui versa la Segreteria di Via del Nazzareno, non ci è dato ancora saperlo! A meno che il Cavaliere, con un colpo di scena, non decida di tirare fuori dall’imbarazzo i suoi alleati di governo ritirandosi a "vita privata" ancor prima della sentenza definitiva. Non ci sarebbe nulla di male, del resto non è così che fanno tutti i comuni mortali in età pensionabile? E il Cavaliere quell’età l’ha raggiunta e superata ormai da un bel pezzo. Ma il dubbio che assale l’opinione pubblica è che il Cavaliere si creda immortale! Comunque sia, prima o poi, dovrà lasciare! E allora non sarebbe meglio farlo adesso, di propria volontà, piuttosto che per quella di un giudice ordinario o del Giudice supremo? Augurando "lunga vita privata" al Presidente Berlusconi, sarebbe davvero un grande bel gesto “lasciare” in questo momento! Così come fanno “i grandi” uomini: lasciare quando si è ancora sull’altare, senza conoscere la gogna della polvere! Lasciare gli italiani alle prese con quei problemi che lui in vent’anni non è riuscito neppure ad affrontare, problemi che sono davvero tanti e complessi ma che vorremmo almeno tentare di risolvere. Lasciare libero se stesso dalla politica, dai giudici e dalle opposizioni interne ed esterne, per godersi i suoi patrimoni e concedersi la vita che meglio lo aggrada, per il suo bene, ma soprattutto per il nostro! Ma Silvio Berlusconi è per davvero un “grande” uomo? Ancor prima della storia che saprà di certo giudicare meglio di qualsiasi altro tribunale, per il momento la risposta deve darla proprio lui, Silvio Berlusconi!
Magazine Attualità
Su una cosa Silvio Berlusconi ha pienamente ragione: siamo alla resa dei conti, o dentro o fuori! E non è certo un eufemismo.
Lasciamo perdere la richiesta a sei anni di reclusione, o dentro o fuori le patrie galere, ma se la richiesta d’interdizione dai pubblici uffici dovesse andare a sentenza definitiva proprio di questo si tratterebbe: o dentro o fuori il Parlamento!
Lasciamo da parte pure la facile letteratura che si potrebbe fare sulla gaffe della Boccassini in merito alla “furbizia orientale” della signora Karima El Mahroug - alias Ruby - che ha scatenato le ire dell'Associazione delle Donne Marocchine e l’ironia di chi ha proposto di regalare al Pm un atalante geografico dal sotto tiolo “Ruby è marocchina. Il Marocco geograficamente è in Nord Africa e non proprio in oriente!”.
E lasciamo correre, pure, l’abbaglio del Pm milanese di chiudere la requisitoria di sei ore con un “condanniamo...” prima di correggersi precipitosamente con un "...chiede la condanna ad anni sei", dacchè le sentenze spettano ai giudici e non alla pubblica accusa.
Chiosiamo che i due svarioni della toga milanese, che ancora riecheggiano in quell’aula di tribunale con un tam tam mediatico che non risparmia polemiche e battute a niente e a nessuno, vanno a pareggiare la partita con la storiella della nipote di Mubarak!
Invece, il fatto politico più rilevante, anche se prettamente giudiziario, e qui il confine tra i poteri dello Stato diviene talmente incerto e opinabile che ognuno è libero di pensarla come meglio crede, è che a giugno ci sarà comunque una sentenza definitiva sulla richiesta dei Pm della procura di Milano a sei anni di reclusione e all'interdizione di Silvio Berlusconi dai pubblici uffici.
Ed è questo, ormai, il cuore del problema. Dacchè se si arrivasse all'interdizione dai pubblici uffici del leader del Pdl a quel punto la questione non potrebbe non essere presa in esame dalla Giunta del Senato che si troverebbe chiamata a votare sull'eventuale decadenza di Silvio Berlusconi dal ruolo di parlamentare. La posizione del M5S in proposito è fin troppo nota, tanto che in questi giorni Beppe Grillo continua a battere sull’ineleggibilità dell'ex premier. Ma a quel punto il Pd, attuale alleato di governo di Silvio Berlusconi, voterà allo stesso modo?
Questo, nelle attuali condizioni in cui versa la Segreteria di Via del Nazzareno, non ci è dato ancora saperlo! A meno che il Cavaliere, con un colpo di scena, non decida di tirare fuori dall’imbarazzo i suoi alleati di governo ritirandosi a "vita privata" ancor prima della sentenza definitiva. Non ci sarebbe nulla di male, del resto non è così che fanno tutti i comuni mortali in età pensionabile? E il Cavaliere quell’età l’ha raggiunta e superata ormai da un bel pezzo. Ma il dubbio che assale l’opinione pubblica è che il Cavaliere si creda immortale! Comunque sia, prima o poi, dovrà lasciare! E allora non sarebbe meglio farlo adesso, di propria volontà, piuttosto che per quella di un giudice ordinario o del Giudice supremo? Augurando "lunga vita privata" al Presidente Berlusconi, sarebbe davvero un grande bel gesto “lasciare” in questo momento! Così come fanno “i grandi” uomini: lasciare quando si è ancora sull’altare, senza conoscere la gogna della polvere! Lasciare gli italiani alle prese con quei problemi che lui in vent’anni non è riuscito neppure ad affrontare, problemi che sono davvero tanti e complessi ma che vorremmo almeno tentare di risolvere. Lasciare libero se stesso dalla politica, dai giudici e dalle opposizioni interne ed esterne, per godersi i suoi patrimoni e concedersi la vita che meglio lo aggrada, per il suo bene, ma soprattutto per il nostro! Ma Silvio Berlusconi è per davvero un “grande” uomo? Ancor prima della storia che saprà di certo giudicare meglio di qualsiasi altro tribunale, per il momento la risposta deve darla proprio lui, Silvio Berlusconi!
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