Processo per l’omicidio di Mauro Rostagno (18)

Creato il 21 ottobre 2011 da Diarioelettorale

Udienza del 19 ottobre 2011 del processo per l’uccisione del sociologo e giornalista Mauro Rostagno avvenuta nel piccolo borgo di Lenzi, in territorio di Valderice la sera del 26 settembre 1988 ed in corso di svolgimento davanti alla Corte d’Assise di Trapani.

Alla sbarra il boss mafioso Vincenzo Virga e Vito Mazzara, per l’accusa, rispettivamente, mandante e killer dell’omicidio che sarebbe stato deciso per punire Rostagno per la sua attività giornalistica condotta attraverso l’emittente Rtc ‘Radio Tele Cine’.

Durante l’udienza vengono esaminati i periti: professor Livio Milone e l’ispettore Emanuele Garofalo consulenti tecnici dell’accusa.

Il professore Livio Milone è specialista in medicina legale ed è stato incaricato di accertare ove possibile la dinamica dell’omicidio, risponde al pm Gaetano Paci.

Sono stati esaminati i reperti e le relazioni di perizia autoptica a suo tempo effettuata, le perizie succedutesi (Lombardi e ispettore Manetto) e i verbali delle testimonianze della Serra Monica e della Fonte Silvana. Da una di queste relazioni dei carabinieri risulta il ritrovamento di una borra (lo stoppaccio di materiale feltroso che nelle cartucce si frappone fra la carica esplosiva e la pallottola) di fucile calibro 12 nella Fiat Uno data a fuoco e che sarebbe stata usata dai killer di Rostagno, tuttavia questa borra non e’ potuta essere oggetto di esame perché non più nel possesso della procura di Palermo e non ne è stata possibile la comparazione con quella rinvenuta sul luogo del delitto.

Videoriprese utilizzate sono state la ricostruzione grafica al computer, dalla perizia dell’ispettore Manetto, ed un video che sarebbe stato ripreso la sera stessa dell’omicidio, apocrifo, ma che collima con le foto fornite dai carabinieri.

L’autopsia accertò all’epoca che Mauro Rostagno fu raggiunto da due colpi di arma da fuoco corta alla testa appena sopra (10 cm e 5 cm) il padiglione auricolare sinistro. Uno dei proiettili fu rinvenuto all’interno del cranio, un altro fuoriuscì all’altezza del labbro, proiettili calibro 38 con direzione da sinistra verso destra ed inclinazione dall’alto verso il basso e leggermente dall’indietro in avanti.
Alla regione posteriore del collo sono stati rinvenuti poi i segni di una rosata.
Vengono quindi proiettate alcune foto relative all’originario sopralluogo sul luogo del delitto.
Al momento del rinvenimento la vettura viene ritrovata al termine di un quadrivio (a destra verso la comunità Saman, a centro un baglio, a sinistra una strada che si perde verso la campagna), l’autovettura ferma prospicente un muro in cui è un cartello indicante Saman (integro) ha le ruote allineate in asse rispetto alla vettura, ha la prima inserita luci di posizione accese chiavetta inserita in posizione di marcia e motore spento, non ci sono foto del Rostagno al posto di guida, in cui viene raggiunto dai colpi, in quanto il corpo viene da parte dei carabinieri intervenuti subito avviato all’ospedale dove arriva cadavere.
Intorno all’autovettura, frammenti lignei, cartucce integre calibro 12, bossoli esplosi rinvenuti in posizione posteriore all’autovettura.
L’autovettura presenta il vetro ed il deflettore del sedile posteriore lato guida infranto ed alzato per 2/3.
All’interno dell’autovettura si rinvengono due borre di fucile calibro 12, l’una sul cruscotto e l’altra per terra.
Il secondo proiettile calibro 38 sparato alla testa contro Rostagno e fuoriuscito non risulta repertato nell’originaria relazione balistica e scientifica cioè non si e’ trovato. E’ presumibile che il proiettile sia rimasto dentro la carrozzeria della Duna.

Secondo le risultanze dell’autopsia Rostagno sarebbe stato raggiunto da due colpi di arma da fuoco, pistola calibro 38 e da quattro colpi di fucile calibro 12 per come si ricava dalle rosate riscontrate sul corpo con direzione dall’indietro in avanti, provenienti quindi dal lunotto posteriore dell’autovettura che si è riscontrato infranto.

Rostagno per prima viene colpito dai colpi di fucile esplosi alle spalle in quanto il Rostagno doveva trovarsi al momento del raggiungimento dei colpi assiso al sedile di guida.
Secondo le sue valutazioni il professore Milone ritiene che i colpi di fucile siano stati due o tre e non quattro per come originariamente rilevate e ciò in virtù del tipo di pallini usati per il caricamento dei colpi di calibro 12.
I primi colpi sono quelli esplosi da dietro col fucile, l’auto era verosimilmente ferma in questo momento, Rostagno forse si e’ fermato e in questo istante vengono esplosi i colpi da dietro un altro soggetto spara su Rostagno dal lato con una calibro 38, attraverso la fessura del vetro lato guida, tuttavia il professore Milone non esclude che a sparare possa essere stata una sola persona, prima usando il fucile e poi la pistola, l’uso di fucili calibro 12 e di pistola calibro 38 e’ circostanza storica nei delitti di mafia, il fucile per arrestare, la pistola per dare il colpo di grazia.

Interviene adesso l’ispettore Galofaro del gabinetto di polizia scientifica a proposito dei reperti
Galofaro spiega il lavoro di comparazione svolto tra i reperti dell’omicidio Rostagno ed i reperti di alcuni delitti di mafia compiuti nel trapanese come quello dell agente di custodia Giuseppe Montalto, Pizzardi Gaetano, Sciacca Rosario, Piazza Giuseppe ed altri.
Impronte a freddo significa che sono state provocate non in sede di esplosione dei relativi colpi ma in tempo anteriore all’utilizzo.
Per fare questo esame viene usato un microscopio comparatore.
Le impronte a freddo (microstrie) sui bossoli esplosi (tre cartucce calibro 12) e le due inesplose del caso Rostagno sono state “camerate” da una medesima arma, un fucile Breda modello Antares semiautomatico calibro 12.
Secondo l’ispettore Galofaro le impronte a freddo coincidono per i delitti Rostagno, Pizzardi Gaetano e Sciacca Rosario e Piazza Giuseppe.
La comparazione delle impronte a caldo invece non ha dato esito positivo.

Nel caso Rostagno la perizia Manetto e l’attuale perizia non coincidono. Per Manetto sarebbero stati utilizzati tre fucili calibro 12 dei quali uno sarebbe una doppietta senza espulsione dei bossoli e due semiautomatici dei quali uno sarebbe esploso.

Il Milone propende per la tesi che prima siano stati sparati i colpi di fucile e dopo i colpi di pistola, alla luce anche della testimonianza della Serra, la quale ha riferito di essere stata avvertita del pericolo dal Rostagno.

Il pm Del Bene chiede se e’ possibile che a fronte di una concentrazione di fuoco così ampia la Monica Serra che accompagnava in auto Rostagno sia rimasta incolume, e’ possibile risponde Milone, sottolinea pero che mancano riscontri sullo stato della Serra dopo il delitto, se fosse per esempio sporca di sangue o meno.

Pomeriggio

Garofalo, su richiesta del pm Ingroia, spiega che una cartuccia, è l’intero inesploso, il bossolo è invece ciò che rimane dopo lo sparo.
Quale e’ l utilita’ del cameramento a freddo di una cartuccia ?
Non c e’ una ragione tecnica risponde il perito Garofalo, aggiunge Milone può essere fatto per provare l’arma, senza fare fuoco, oppure procedere a periodici caricamenti e scaricamenti del fucile per testare l’elastica’ della molla interna del serbatoio.
Tali necessita’ sono legate alla circostanza di avere certezza della funzionalità nel momento del suo uso.

La parola alle parti civili.

Avvocato Miceli chiede di una ferita alla mano sinistra di Rostagno, risponde Milone che probabilmente si è trattato di due pallettoni situazione compatibile con la circostanza che i colpi di fucile sono stati esplosi da dietro.

Dalla domanda ancora dell’avvoccato Miceli emerge la circostanza che il pallettone usato nel delitto Rostagno e’ di peso superiore a quello originario dichiarato dalla casa di produzione, quindi si presume che si tratti di armamento “ritoccato”.
Nella prima perizia del colonnello dei carabinieri Lombardi e’ segnato che si tratta di armamenti di produzione artigianale, noi dice Milone non abbiamo rilevato segni di tale artigianalità e la differenza nel numero dei pallini non è segno distintivo essendo in sede industriale verificato il peso, che deve stare dentro un certo range.

L’avvocato Crescimanno a proposito della composizione di una cartuccia.
La base e’ quella più resistente in una cartuccia da caccia lo rivesto con fondelo in ottone alto a secondo del tipo di energia che verra sviluppata, il tubo può essere cartone o plastica, al interno c’e’ polvere da sparo, pistone costituito da borra in materiale tradizionale o anche plastica e la carica di piombo, la borra al momento della deflagrazione serve a dare spinta alla carica esplosiva, al caricamento in piombo. Al momento dello sparo esce borra e piombo.
La domanda e’ indirizzata a comprendere il rinvenimento in distinti punti dell auto dove era Rostagno delle due borre.
Il reperimento della borra una sul cruscotto e l’altra sotto la pedaliera sono del tutto casuali.

Alla domanda dell’ avvocato Crescimanno il prof Milone torna a dire che mancano elementi per stabilire la distanza alla quale si e’ sparato contro Rostagno.

Avvocato Lanfranca sulla inequivocabilità delle impronte a freddo e sulla loro affidabilità.
Inequivoco nel determinare il passaggio di una cartuccia o bossolo da una certa arma, ma non è detto che siano stati utilizzati per l’omicidio Rostagno.

Avvocato Greco sul fucile (tipo di caccia, tiro utile) ecc.

Avvocato Crescimanno sul proiettile di 38 di cui si esclude che abbia attraversato una superfice di vetro.

E’ il turno ora della difesa, avvocato Salvatore Galluffo difesa di Vito Mazzara.

Si chiedono chiarimenti sulle microtracce sul cameramento e sul dente.
La domanda riguarda l’esito dell’esame balistico sulle cartucce a disposizione per la comparazione, e la comparazione tra le cartucce trovate inesplose sulla scena del delitto Rostagno, i periti rispondono ricordando che si tratta di cartucce trovate smontate e non si può dire se erano uguali o meno, i periti hanno esaminato i fondelli delle cartucce, perché ad esaminare queste cartucce fu per primo il colonnello Lombardi e le cartucce sono state aperte con un procedimento di taglio.

Il numero delle cartucce inseribili varia in relazione alla lunghezza ? Si

Il foro nel lunotto posteriore è paracentrale destro

L’ avvocato Galluffo pone domande sulle cartucce inesplose trovate sulla scena del delitto Rostagno, in particolare ipotizza essere scivolate via dal fucile collassato al momento del delitto. Il Milone insiste nel dire che non e possibile dire se queste cartucce erano li dentro, l’assunto da cui parte l’avvocato, in questo caso spiega Milone, e’ quello che nel fucile c’erano sei cartucce, tre esplose e tre inesplose, teoricamente si, ma non ci sono elementi per dirlo.

E’ la volta dell’avvocato Vito Galluffo.

Positiva la comparazione balistica perchè uguale composizione e morfologia delle striature.
Le cartucce erano tagliate e non misurabili e non sono state misurate.
In quel fucile usato nel caso Rostagno quante cartucce di quelle ritrovate inesplose sulla scena del delitto (del tipo Rc4 della Fiocchi) potevano essere contenute ?
Il fucile usato per l’omicidio non l’abbiamo, ma il fucile Breda modello Antares nelle sue diverse configurazioni può contenere da 2+1 a 5+1 cartucce.
In precedenza era stata formulata una domanda sulla possibilità che a sparare possa essere stato un solo soggetto, il Milone conferma che come ipotesi è possibile, tuttavia i periti propendono per due fonti di fuoco.
Le canne possono esplodere ? Si
Visto i tre bossoli reperiti è corretto dire che partirono circa 90-95 pallottoncini ? Si. E dove sarebbero finiti i circa 70 che non sono stati repertati ? Forse nella tappezzeria ma è improbabile che siano finiti fuori.
Non c’erano segni di caricamento domestico nei bossoli ritrovati.
E’ una ipotesi (motivata) quella che i primi colpi siano stati sparati da dietro.
E’ una ipotesi possibile quella che lo sparatore da dietro possa avere sparato con una sola mano.
E’ possibile che esplodendo il fucile chi lo impugna non si faccia male ? Si se indossa un guanto da tiratore.
Non c’è modo di sapere se le inesplose rinvenute siano del medesimo fucile che ha sparato
L’avvocato Vito Galluffo introduce la possibilita’ facendo relativa domanda ai periti che Rostagno possa esse stato attinto non dal finestrino lato guida ma da quello posteriore della Duna, Milone non esclude la possibilita’.

La parola all’avvocato Ingrassia, difensore di Virga.

E’ la volta quindi dell’avvocato Vezzadini che chiede chiarimenti su quali sono gli elementi che incidono sulle microstriature e se incidono i materiali costitutivi del bossolo e/o altri elementi esterni che possono incidere.
La risposta è che non incidono più di tanto i materiali costitutivi.
Le impronte a freddo vengono sempre lasciate ad ogni caricamento.
Sul proiettile non è stata rilevata traccia di vetro.
Alla conclusione che si trattasse di un fucile Breda Antares si è arrivati perchè questo modello presenta la caratteristica di un dente che blocca le cartucce all’interno.

Il presidente Pellino chiede chiarimenti ai testi su alcune didascalie della foto n.25 (frammentp di legno appartenenti alla basculla), la bascula e non basculla è una parte del fucile da caccia, e foto n.32 pezzo di ottone ecc. che sarebbe il freno del fucile.
Altro chiarimento posto che su un bossolo ci sono impronte a freddo che possono derivare anche dal caricamento in un’ arma diversa da quello in cui viene utilizzato le impronte a freddo non subiscono alterazione.
Sono state riscontrate nella comparazione solo impronte a freddo di cameramento ed una impronta a freddo dovuta ad un dente metallico.
La macchina verosimilmente aveva già arrestato la sua corsa al momento dell’esplosione dei colpi.
Il colonnello Lombardi nella sua relazione indica come le cartucce da lui sezionate presentassero 31, 32 e 33 pallettoncini e non indica il peso. Secondo le tabelle della Fiocchi si avrebbero circa 32 pallini in relazione al peso prestabilito.

L’avvocato Salvatore Galluffo chiede se le modalità di inserimento manuale influiscono sulle microstriature. La risposta è no perchè è il passaggio obbligato stesso che le determina.
Le microstrie sono lasciate solo da quell’arma e finiscono per determinare una singolarità d’arma.

L’udienza di chiude qui.

Annullate le udienze del 26 ottobre e del 2 novembre, prossima udienza il 9 novembre seguirà il 16 l’esame del maresciallo Cannas, quindi il 23 e il 30 novembre.
Il 9 novembre saranno sentiti ufficiali ed ispettori impegnati nelle indagini e nelle perizie.

La precedente udienza del 12/10/2011 la trovate qui

grazie a Radio Radicale

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