La Corte europea dei diritti umani ha ripetutamente bocciato quella parte della Legge 40 che vieta ad una coppia portatrice di una malattia genetica di effettuare la diagnosi preimpianto degli embrioni. Questo comporterà la necessità per il futuro governo italiano di riscrivere la legge sulla fecondazione assistita.
Per il noto genetista Bruno Dallapiccola, al di là della sentenza e della questione etica (la genetica è il settore più commercializzato della medicina), il ricorso alla fecondazione in vitro e a questo tipo di diagnosi molto precoce dovrebbe essere sconsigliato alle coppie fertili. Spiega Dalla piccola: «Oggi non c’è modo di prevedere tutte le malattie genetiche del concepito e di correggerle. Questo tipo di tecnica diagnostica è rischiosa, non risolve i problemi del concepito e ne crea di nuovi. Per esempio, la possibilità che un figlio nasca con la sindrome di Down sono le stesse prima e dopo la diagnosi. Nella diagnosi specifica di una sola malattia, il margine di errore è elevato e sopra al 30 per cento. Infine poco più di uno su cinquanta embrioni sopravvive alla diagnosi, e anche se sopravvive viene esposto a un rischio molto più elevato di acquisire difetti congeniti. Si pensa di risolvere un problema e se ne creano ulteriori. Sarebbe meglio lasciar fare la selezione alla natura nel ventre materno».
Nel frattempo, vari gruppi di studio nel mondo cominciano a verificare la salute dei primi bambini e ragazzi nati dalle varie tecniche di fecondazione assistita, poiché ancora non se ne conoscono gli eventuali effetti clinici a lungo termine. In Australia hanno effettuato uno studio sui primi 12 anni di vita da cui risulta che questi bambini, rispetto ai concepiti naturalmente, hanno una maggiore incidenza di pressione alta ed elevata glicemia a riposo, grasso superfluo, invecchiamento osseo e problemi subclinici alla tiroide.
Inoltre, questi bambini nascono spesso prematuramente o sottopeso, il che incrementa la possibilità di danni neurologici quali paralisi e ritardi cerebrali. Parallelamente, uno studio israeliano ha riscontrato in questi bambini un aumento significativo delle malformazioni a carico dell’apparato nervoso, circolatorio, digerente, sessuale.