UN agguato in pieno centro, una megatruffa ai Parioli e l’allarme del Silp sulla crescita della criminalità nella Capitale. Tutto in una settimana. E un dato che emerge, chiaro, su tutti: il riciclaggio. “L’attività principale della criminalità a Roma. Sia essa mafia, ‘ndrangheta, camorra o quella “autoctona”, locale. Perché Roma, con i suoi capitali, leciti e illeciti, è la piazza ideale”. A spiegarlo è il procuratore distrettuale antimafia, Giancarlo Capaldo.
L’agguato di venerdì sera sembrava riportare ai tempi della Banda della Magliana.
“L’omicidio dei via Col di Lana è la spia di uno dei fenomeni principali in città, quello che attiene al riciclaggio di denaro proveniente da illeciti. Il defunto, Roberto Ceccarelli, risulta avere collegamenti con alcuni esponenti della vecchia Banda della Magliana. Questo farebbe escludere la pista delle grandi organizzazioni criminali che, da sempre, mirano ad evitare di compiere omicidi a Roma in modo da non incentivare la reazione dello Stato. Lo stesso discorso vale per le bande locali che hanno imparato dal passato ad escludere le azioni plateali a meno che non si tratti di momenti di particolare crisi o di passaggi di potere. E non abbiamo segnali di questo tipo per quanto riguarda l’omicidio Ceccarelli. Ecco perché credo che, nonostante il modus apparente possa far pensare a un delitto di un’organizzazione criminale, questa ipotesi sia da escludere perché a Roma la presenza militare viene tenuta sotto controllo. Tesi confermata anche dall’arma usata, di piccolo calibro”.
Procuratore, ha parlato di soldi illeciti. Dalla vicenda di Lande emerge un giro enorme di denaro.
“Le truffe costituiscono il connotato principale della criminalità romana. È una delle attività a cui ci si dedica di più perché a Roma ci sono grossi capitali, leciti e illeciti. Questi due episodi sono la conferma che le problematiche sono economiche e finanziarie. Sia le grandi organizzazioni sia quelle che io chiamo “autoctone” hanno interesse ad investire a Roma. Non a caso usura, truffe e interventi parabancari sono in aumento. Se aumentano i soldi, aumenta anche il potere e l’interesse dei clan è acquisire un maggiore peso economico e politico”.
Che ruolo ha il riciclaggio?
“È l’attività preponderante, insieme al traffico di droga. L’attenzione della dda e della procura di Roma sono molto alte, in particolare su alcuni soggetti. Per bloccare questi fenomeni serve collaborazione tra le istituzioni e con i cittadini. Fortunatamente oggi disponiamo di misure di prevenzione patrimoniale che ci sono di grande aiuto”.
Le banche collaborano con la magistratura?
“Se vengono chiamate direttamente sì, ma anche da parte loro occorre una maggiore consapevolezza sul ruolo che possono avere nella lotta al riciclaggio. Se il sistema creditizio non funziona, si ricorre a usurai e finanziare abusive”.
Procuratore, qual è il settore in cui la criminalità è maggiormente infiltrata?
“Commercio e investimenti immobiliari. Il primo in particolare, perché i clan hanno più soldi dei commercianti normali e, in un momento di crisi, questo provoca una forma di concorrenza sleale che permette alla malavita di fare affari d’oro”
Intervista di
Maria Elena Vincenzo
Fonte:La Repubblica
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