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Prodi: la colpa è sempre degli altri

Creato il 29 novembre 2011 da Dagored
Prodi: la colpa è sempre degli altri
Una mattina di apparente quiete, quella dei mercati finanziari, con le borse che oscillano attorno alla parità, nonostante il differenziale tra i btp e i bund si sia riportato oltre i 500 punti.
Tutti sono in attesa degli annunciati provvedimenti per salvare l'Italia dal default, ovvero per salvare l'Euro stesso da una prematura morte, perché spero  abbiano capito tutti che senza l'Italia non ci può esser neanche l'Euro.
Senza l'Italia, terza economia del continente, l'Euro non poteva nemmeno nascere, specialmente dopo il rifiuto della Gran Bretagna a farne parte. Sarebbe stata un'occasione da non perdere per trattare l'adesione da una posizione di forza, ma per ragioni difficili da comprendere, se non facendo riferimento alle attitudini non proprio spiccatamente volitive dei personaggi che allora furono protagonisti degli accordi sulla moneta unica, il governo italiano accettò condizioni sul cambio tra la vecchia e la nuova moneta molto svantaggiose, sapendo perfettamente di star facendo pagare ai cittadini un prezzo elevatissimo per accodarsi ai due grandi d'Europa per andare incontro ad un destino incerto
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Prodi: la colpa è sempre degli altri
Tutto fatto credendo di far bene, naturalmente, ma come si sa di buone intenzioni è lastricato il pavimento dell'Inferno.
La speranza che seguendo i potenti si potesse sfruttarne la scia è ben presto svanita e i problemi creati da una moneta senza Stato e senza Banca Centrale sono presto arrivati al pettine. Oggi, dopo appena 10 anni dalla sua entrata in vigore, siamo già al funerale della moneta unica, perché, comunque vadano le cose, l'Euro è già defunto. Di lui rimarrà al massimo la sua parte tedesca, che egemonizzerà il resto d'Europa che ancora non aveva influenzato.
Eppure, gli incapaci di allora si ripropongono, elaborando astruse giustificazioni al fallimento delle loro iniziative e stando bene attenti a scaricare sulle spalle degli altri, ben più forti, tutte le responsabilità del disastro.
Quello però viene fuori ben chiaro è la natura da gregario, del soggetto: un ciclista buono a portare l'acqua al capitano, ma mai capace di uno spunto da vincente.
Prodi: la colpa è sempre degli altri
La convinzione che appoggiandosi ai tedeschi e lasciando fare anche gli italiani ne avrebbero tratto dei vantaggi è del resto una visine delle cose molto popolare presso la nostra opinione pubblica, per cui sarà normale che si realizzi lo stereotipo tedesco sull'italiano cameriere e gelataio, espresso così nettamente dall'articolo del Wsj di qualche giorno fa, nel quale si disegnava un Sud Europa destinato alle vacanze dei cittadini tedeschi e con gli italiani a far da giardinieri (al nero) nelle loro seconde case.
"La moneta unica era il fondamento di una Germania europea e non di un’Europa germanica. Sono io il primo a stupirmi di quanto sia cresciuta e sia forte la Germania da quando c’è l’euro. Questa forza, però, non è stata accompagnata da una leadership responsabile: dove vanno da soli i tedeschi? La Germania sarà troppo grande per l’Europa ma è troppo piccola per il mondo”.
Un affermazione agghiacciante, che rende bene la assoluta incapacità dell'uomo di valutare il presente per prevedere il futuro, qualità indispensabile per un uomo di governo.
Eppure, in questo scenario da Restaurazione, c'è il rischio che questi personaggi possano ancora tornare ad assumere ruoli direttivi, come non avessero già combinato abbastanza disastri. Neppure il disvelarsi delle menzogne che hanno raccontato in tutti questi anni sembra aver svegliato l'opinione pubblica, che evidentemente ha bisogno di un ultimo definitivo shock per prendere coscienza di quanto è accaduto in questa prima decade del secondo millennio.

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