La scuola è in rivolta contro i tagli dei… “professori”! Docenti e studenti scendono in piazza! “Non è questa politica economica la soluzione per uscire dalla crisi. La soluzione siamo noi. L'istruzione deve tornare ad essere la priorità politica e di spesa del Paese. In un momento come quello che la nostra nazione attraversa, è ingiusto e inefficace cercare di vedere una via di uscita che non parta dall'investimento in Scuola, Università e Ricerca". E' questa la voce che viene dalle scuole. Da Roma a Milano, da Aosta a Palermo migliaia di studenti, docenti, personale Ata, dirigenti e operatori della formazione professionale protestano "contro i nuovi tagli della spending review; per il rinnovo del contratto fermo dal 2009 e la restituzione degli scatti; per modificare la legge sulle pensioni che impedisce l'ingresso di giovani docenti e Ata nella scuola; contro il nuovo concorso inutile e costoso e per un piano di stabilizzazioni che dia certezze al personale docente e Ata incluso nelle graduatorie; per chiedere finanziamenti adeguati e certi e investimenti in tecnologie e innovazioni". Insomma, i professori della scuola contro i professori del governo! E proprio stamattina gli studenti hanno dato la sveglia al Governo dei Professori con un blitz di fronte alla sede romana del Parlamento Europeo. Nonostante la pioggia battente, è comunque iniziata la giornata di mobilitazione studentesca nazionale. ''E' arrivato il momento di accendere i riflettori sulla scuola italiana - dicono gli studenti - le condizioni dell'istruzione pubblica sono ormai insostenibili, siamo stufi di entrare ogni giorno in aula in queste condizioni. Sul nostro striscione questa mattina c'è scritto: 'Una scuola di qualità ce la chiede l'Europa', finora governo e politici hanno tirato fuori la bandiera del 'ce lo chiede l'Europa' solo quando si tratta di sacrifici economici, in modo strumentale e volendo negare un'altra idea di Europa: la nostra! L'Europa ci chiede anche di ridurre gli abbandoni scolastici del 10%, di aumentare il numero dei laureati, di raggiungere il traguardo dell'85% dei 22enni diplomati, l'Europa ci chiede una sistema d'Istruzione di qualità!". Per tutta la giornata sono attese nelle principali piazze italiane 'azioni comunicative per porre davanti agli occhi del Paese, la drammaticità della condizione studentesca, colpita da questa crisi come non mai, ma anche il riscatto e la voglia di cambiare scuole e università, con un vero processo democratico, costruito dal basso' precisa il comunicato del movimento studentesco.
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La scuola è in rivolta contro i tagli dei… “professori”! Docenti e studenti scendono in piazza! “Non è questa politica economica la soluzione per uscire dalla crisi. La soluzione siamo noi. L'istruzione deve tornare ad essere la priorità politica e di spesa del Paese. In un momento come quello che la nostra nazione attraversa, è ingiusto e inefficace cercare di vedere una via di uscita che non parta dall'investimento in Scuola, Università e Ricerca". E' questa la voce che viene dalle scuole. Da Roma a Milano, da Aosta a Palermo migliaia di studenti, docenti, personale Ata, dirigenti e operatori della formazione professionale protestano "contro i nuovi tagli della spending review; per il rinnovo del contratto fermo dal 2009 e la restituzione degli scatti; per modificare la legge sulle pensioni che impedisce l'ingresso di giovani docenti e Ata nella scuola; contro il nuovo concorso inutile e costoso e per un piano di stabilizzazioni che dia certezze al personale docente e Ata incluso nelle graduatorie; per chiedere finanziamenti adeguati e certi e investimenti in tecnologie e innovazioni". Insomma, i professori della scuola contro i professori del governo! E proprio stamattina gli studenti hanno dato la sveglia al Governo dei Professori con un blitz di fronte alla sede romana del Parlamento Europeo. Nonostante la pioggia battente, è comunque iniziata la giornata di mobilitazione studentesca nazionale. ''E' arrivato il momento di accendere i riflettori sulla scuola italiana - dicono gli studenti - le condizioni dell'istruzione pubblica sono ormai insostenibili, siamo stufi di entrare ogni giorno in aula in queste condizioni. Sul nostro striscione questa mattina c'è scritto: 'Una scuola di qualità ce la chiede l'Europa', finora governo e politici hanno tirato fuori la bandiera del 'ce lo chiede l'Europa' solo quando si tratta di sacrifici economici, in modo strumentale e volendo negare un'altra idea di Europa: la nostra! L'Europa ci chiede anche di ridurre gli abbandoni scolastici del 10%, di aumentare il numero dei laureati, di raggiungere il traguardo dell'85% dei 22enni diplomati, l'Europa ci chiede una sistema d'Istruzione di qualità!". Per tutta la giornata sono attese nelle principali piazze italiane 'azioni comunicative per porre davanti agli occhi del Paese, la drammaticità della condizione studentesca, colpita da questa crisi come non mai, ma anche il riscatto e la voglia di cambiare scuole e università, con un vero processo democratico, costruito dal basso' precisa il comunicato del movimento studentesco.
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