“I danni fatti dai media sono superiori a quelli delle radiazioni di Fukushima”. Ne è convinto il professor Renato Angelo Ricci che, come afferma in questa intervista è convinto della “necessità di una pausa di riflessione sulla sicurezza delle centrali”, anche se bisognerebbe “educare su questi temi e fare una corretta campagna di informazione”. Il rischio percepito, nel caso del nucleare, è secondo il professore, “superiore alla consapevolezza dei vantaggi che ne derivano”. In altre parole “il rapporto reale rischi/benefici è completamente rovesciato rispetto alla verità nel caso nucleare”, e ciò è dovuto alla “paura delle radiazioni, incentivata da un’informazione poco responsabile oltre che da una scarsa formazione culturale”. Come detto altre volte in questo blog, il “fenomeno radioattività”, dal momento che chiama in causa fenomeni naturali abbastanza complessi o comunque “invisibili”, produce forme “di panico collettivo”. Come afferma il prof. Ricci, “non è facile convincere che la radioattività è un fenomeno naturale, che è uno dei più semplici e meglio compresi agenti ambientali e che il pericolo che ne può derivare è quantitativamente misurabile, e quindi controllabile e prevenibile, fino alle minime dosi, contrariamente a ciò che accade per i prodotti tossici, gli additivi chimici, i pesticidi, i gas da combustione fossile”. Per quanto riguarda l’incidente a Fukushima, invece, il professore si limita a due osservazioni. La prima è che il livello di gravità ufficiale è pari a quello di Three Mile Island e 100 volte inferiore a quello di Chernobyl. Il che “se da una parte impone di non sottovalutare i rischi, dall’altra “in relazione all’entità finora accertata dovrebbe essere considerato realisticamente come incidente controllabile e non di portata catastrofica”. In secondo luogo l’incidente nucleare di Fukushima “non è avvenuto per cause interne (malfunzionamento, operazioni errate, cattiva gestione dei reattori) ma, per cause esterne di gigantesche proporzioni: un terremoto di grado 9 Richter ed uno tsunami che, agli ultimi accertamenti, è risultato essere costituito da onde di 14 metri”. Ossia un disastro “incomparabilmente superiore a qualunque possibile danno ambientale e sanitario dell’incidente nucleare”.
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Prof. Renato Angelo Ricci: fanno più danno i media che l’incidente a Fukushima
Creato il 29 marzo 2011 da PdigirolamoPossono interessarti anche questi articoli :
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