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Professor John Mack

Creato il 23 dicembre 2014 da Dariosumer
Prof. John Mack Prof. John Mack John Edward Mack (New York, 10 aprile 1929 – Londra, 27 settembre 2004) è stato uno psichiatra e saggista statunitense.

John E. Mack era uno psichiatra statunitense, scrittore, e professore della Harvard Medical School. Ha ricevuto il Premio Pulitzer per le biografie, e progressivamente è diventato una delle maggiori autorità sugli effetti spirituali e/o comportamentali su alcuni pazienti che sostengono di aver subito esperienze di rapimento alieno
 
Inizi della carriera

Nato a New York City, John Mack si laurea in medicina nella Harvard Medical School (Cum Laude, 1955) dopo aver eseguito studi superiori nell'Oberlin College (Phi Beta Kappa, 1951). Si specializzò nella Boston Psychoanalytic Society and Institute e ricevette un certificato che gli consentiva di praticare la psicoanalisi su adulti e minorenni.

Il tema conduttore della sua vita di lavoro è stata l'esplorazione di come le personali percezioni del mondo possono alterare le proprie relazioni. Mack affronta la questione della "visione del mondo" a livello individuale nelle sue prime esplorazioni cliniche dei sogni, degli incubi e del suicidio nell'adolescenza, e nel libro A Prince of Our Disorder, esegue uno studio biografico della vita dell'ufficiale britannico Thomas Edward Lawrence, lavoro per il quale nel 1977 riceve il Pulitzer Prize for Biography.

Fenomeno delle abduction

Questo tema delle percezioni personali viene portato ad un estremo controverso negli anni novanta quando Mack inizia uno studio pluri-decennale su 200 donne e uomini che riferivano esperienze di abduction da parte di supposte creature aliene. Questo incontri sono stati riferiti almeno sin dagli anni cinquanta (la prima storia riferita da Antonio Villas Boas), che hanno ricevuto un'attenzione dal mondo accademico, ad esempio da specialisti come il Dr. R. Leo Sprinkle, tra i primi ad occuparsi di questi studi negli anni sessanta. John Edward Mack, rimane comunque la più stimata autorità accademica che abbia studiato questa faccenda.

All'inizio Mack sospettava che quelle persone soffrissero di qualche disturbo mentale, ma dopo un attento esame, si rese contro che nessuna patologia ovvia era presente nelle persone che intervistava, aumentando ulteriormente il suo interesse. Seguendo l'incoraggiamento del suo amico di vecchia data Thomas Kuhn, che prediceva che l'argomento poteva destare molte controversie, ma che si poteva portare avanti l'indagine se Mack si limitava a raccogliere i dati e ad ignorare le prevalenti interpretazioni materialistiche, dualiste e l'analisi basata sul distinguo "è questo oppure è quello" ("either/or" analysis), Mack cominciò ad organizzare studi e interviste. Molti tra i pazienti da lui intervistati riferirono che i loro incontri avevano cambiato il modo di rapportarsi al mondo, che includeva il sentirsi in un elevato sentimento di spiritualità e di preoccupazione ambientalista.

Mack era piuttosto guardingo nelle sue investigazioni e interpretazioni del fenomeno delle abduction rispetto ai primi ricercatori che si occuparono della materia. Il professore di letteratura Terry Matheson scriveva che "Tutto sommato, Mack presenta il resoconto più ragionevole che si possa trovare al momento, almeno mentre questi racconti di abduction procedevano." (Matheson, 251) In un'intervista senza data, il Dr. Jeffrey Mishlove dichiarò che Mack sembrava "propenso a dare a questi rapporti di [abduction] un qualche valore". Mack replicò dicendo:

« Io non direi di dargli un valore facciale. Io li prendo seriamente. Non ho alcun mezzo per poterli valutare accuratamente.  »

« Io non direi mai: "Sì, vi sono alieni che sequestrano la gente". [Ma] Io direi che qui c'è un interessante e potente fenomeno, che non posso spiegare in altro modo, che è misterioso. Si, Io non posso sapere di cosa si tratta esattamente ma mi sembra che meriti un'inchiesta ulteriore più approfondita.  »

Mack faceva notare che esiste una storia mondiale di esperienze visionarie, specialmente nelle società pre-industriali. Un esempio è la ricerca di visioni mistiche comune a molte culture dei nativi americani. Mack mette in rilievo che soltanto recentemente nella cultura occidentale, questi eventi visionari o di estasi sono stati interpretati come aberrazioni o addirittura come malattia mentale. Mack suggerisce che i racconti di abduction possano essere inquadrati meglio come parte della più vasta e antica tradizione delle esperienze di incontro con santi (nella tradizione cristiana) o con divinità (nella tradizione dei pagani).

Il suo interesse negli aspetti spirituali o trasformazionali degli incontri delle persone con alieni, e la sua proposta che l'esperienza di contatto alieno possa essere in sé più trascendente (immateriale) che fisica in natura—ma nonostante questo assolutamente reale— fatto che progressivamente lo distinse da molti dei suoi contemporanei, come Budd Hopkins, che sosteneva la realtà fisica degli alieni.

In seguito il suo interesse si estese alla considerazione generale dei meriti di una nozione espansa della realtà, una nozione che consenta esperienze che possono anche non inquadrarsi nel paradigma occidentale del materialismo, ma che comunque cambiano profondamente la vita delle persone. Il suo secondo libro sulle esperienze di incontro con gli alieni, Passport to the Cosmos: Human Transformation and Alien Encounters (1999), era piuttosto un trattato filosofico che collegava i temi della spiritualità e i punti di vista mondiali moderni, costituendo il culmine del suo lavoro con gli "experiencers", le persone che hanno vissuto l'incontro con gli alieni, tema centrale al quale è dedicato il libro.
 
Sottoposto a giudizio professionale dall'Università di Harvard

Nel 1994, il Decano della Harvard Medical School nominò un comitato paritario (peer review) per indagare sulle pratiche mediche e investigazioni cliniche delle persone che hanno raccontato i loro "incontri alieni" al Dr. Mack (alcuni di questi casi sono stati descritti nel libro Abduction, scritto da Mack nel 1994). Nello stesso articolo della BBC sopracitato, Angela Hind scrive, "Si tratta della prima volta nella storia di Harvard nel quale un professore ordinario viene sottoposto a questo tipo di inchiesta." Mack descrisse l'investigazione come "kafkiana": non venne mai informato molto dello status dell'indagine in corso, la natura delle lamentele dei suoi critici cambiava frequentemente, e la maggior parte delle loro accuse si dimostrarono prive di fondamento quando sottoposte a stretto scrutinio.

Dopo 14 mesi di inchiesta, vi erano crescenti interrogativi da parte della comunità accademica (includendo il professore di Legge di Harvard Alan Dershowitz) riguardo alla validità dell'investigazione di un professore ordinario di Harvard che non era sospettato di violazioni dell'etica o di cattiva condotta professionale. Harvard allora pubblicò una dichiarazione nella quale il Decano "riaffermava la libertà accademica del Dr. Mack per studiare qualsivoglia argomento correlato alla psichiatria e per poter formulare le sue opinioni senza impedimento," concludendo che il "Dr. Mack rimane un membro prominente della Facoltà di Medicina di Harvard." (Mack venne sottoposto a censura per alcuni errori metodologici.) Ricevette ausilio legale da Roderick MacLeish e da Daniel Sheehan, e il sostegno economico di Laurance Rockefeller, che inoltre finanziò il centro di ricerche di Mack per quattro anni consecutivi, per una cifra di 250.000 $/anno.
 
Morte

Il lunedì 27 settembre del 2004 mentre si trovava a Londra per tenere una conferenza ad una società dedicata a T.E.Lawrence, Mack venne investito e ucciso (alle ore 23:25) da un guidatore ubriaco che si trovava nella strada Totteridge Lane. Perse coscienza nel luogo dell'incidente e venne dichiarato morto poco dopo. Il guidatore venne arrestato nel luogo, e si dichiarò colpevole di guida disattenta sotto l'influenza dell'alcool. La famiglia di Mack chiese indulgenza verso il sospetto (in una lettera alla Wood Green Crown Court). "Anche se questo è un evento tragico per la nostra famiglia," la lettera affermava che "sentiamo che il comportamento dell'investitore non era né malizioso né intenzionale, e non abbiamo attiva volontà contro di Lui, dal momento che abbiamo saputo le circostanze della collisione."
 
Interview Interview Intervista a cura di Paola Harris tratta da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 55 del Febbraio/Marzo 2005

Questa intervista mi è stata rilasciata il 16 novembre 2003 in Italia, a Firenze, dal Dr. John Mack, scomparso tragicamente nel 2004, autore dei libri "Rapiti" e "Passaport to the Cosmos" e professore alla Harvard University.

Si tratta di una intervista ad una persona davvero eccezionale, che delinea in essa il suo approccio alle indagini sul fenomeno dei "rapimenti alieni" e chiarisce i problemi creatigli in sede universitaria. Problemi poi superati a dispetto dell'azione di disturbo del Giurì accademico dell'Università di Harvard, dal confronto con il quale Mack è notoriamente uscito a testa alta dopo le verifiche del suo corretto "modus operandi". Se mi si chiedesse con chi mi sento più in sintonia fra i tanti ricercatori in ufologia del momento, indicherei senza dubbi proprio lui. E In effetti la sua filosofia dice tutto.
 
P. H.: Dr. Mack, grazie per essere qui. Ci può raccontare un po' della Sua vita?

John Mack: Per prima cosa mi piacerebbe darvi una panoramica sul cosiddetto fenomeno delle "abductions", quindi affrontare il problema rappresentato dai metodi a nostra disposizione per riconoscere quando ci si trovi veramente di fronte a tale strano fenomeno e, infine, vorrei discutere le implicazioni che tale fenomeno e fenomeni consimili implicano per il mondo. Per prima cosa voglio darvi qualche notizia sulla mia formazione e su come sono venuto a contatto con una materia tanto inusuale.
Sono della città di New York , lavoro alla Harvard University a Boston. Sono psichiatra e psicanalista e sono particolarmente interessato alle esperienze fuori dall'ordinario.

Malgrado ciò quando iniziai a sentir parlare di questi casi in cui la gente sosteneva di essere stata portata da strani esseri all'interno di UFO pensai di trovarmi di fronte ad una nuova forma di demenza... Però, dopo aver esaminato una cinquantina di soggetti che, secondo me, erano portatori di una esperienza genuina, mi resi conto che questa questione non aveva nulla a che fare con le malattie mentali. Nel 1994, sicuro di trovarmi su un "terreno solido", pubblicai il mio primo libro "Abductions" (in ed. italiana, "Rapiti", Mondadori, anche in edizione Oscar con prefazione d Roberto Pinotti). Ciò ebbe una grande risonanza sui mass media e venni invitato a diversi talk-shows tra cui Larry King e Oprah Winfrey. Ingenuamente pensavo che tale interesse fosse dovuto all'argomento che riguardava il grande problema degli UFO, invece non mi ero accorto che a loro interessava solo vedere un professore di Harvard che si rendeva ridicolo.
Ero così esaltato dalla scoperta che siamo veramente contattati da strani esseri che pensai che anche i miei colleghi della Scuola di Medicina di Harvard avrebbero condiviso tale entusiasmo.
Purtroppo fui molto ingenuo perché la reazione delle autorità della Scuola di Medicina fu tutt'altro che entusiasta.
 
P. H.: Come ha saputo che potevano esserci dei problemi?

John Mack: Cominciai a preoccuparmi e pensai che sarebbe stato meglio parlarne personalmente al Decano, visto che appariva chiaro che essi non approvavano il mio lavoro. Invece di ottenere un appuntamento da lui ricevetti una lettera che mi informava che era stata nominata una commissione, di tre persone: questa commissione aveva il compito di determinare dove e quando avessi sbagliato. Si trattava di un passo senza precedenti per una Università che si era sempre vantata di difendere a tutti i costi la libertà accademica. A questo punto vorrei dire a cosa è servita la commissione che è venuta a seguire il mio lavoro per quattordici mesi: il risultato della investigazione condotta nei miei confronti fu una specie di tregua in cui non vinse nessuno e nessuna azione venne intrapresa contro di me ma, semplicemente, fui incoraggiato a proseguire mio lavoro solo se avessi rispettato le regole della Scuola di Medicina, regole che non mi sono mai state comunicate. Voglio porre in risalto ciò che questa investigazione mi ha insegnato e di cosa si è trattato in realtà: per quale motivo il mio lavoro destava tanta preoccupazione nell'Università? Per rispondere a questa domanda dobbiamo dare un'occhiata generale alla fenomenologia riguardante l'esperienza di contatto con gli UFO e quindi addentrarci in ulteriori campi di ricerca.
 
P. H.: Quanti casi ha esaminato?

John Mack: Ho esaminato tre-quattrocento persone che hanno avuto questa esperienza sia negli Stati Uniti che in altri paesi e culture. Esiste un fenomeno di base che conosciamo tutti e che consiste nel fatto che una persona viene "contattata": a letto, in casa, in macchina, su un campo da gioco eccetera.
Non sempre viene visto l'UFO, ma sempre viene vista una luce. Posso aggiungere che la questione della luce e dell'energia in essa contenuta, ricorrente in questa fenomenologia, è di estrema :importanza e richiederebbe uno studio a sé.
La persona viene "prelevata" (e qui sorge un problema di linguaggio), anche attraverso un muro o una finestra, per giungere in un luogo chiuso dove hanno luogo certi procedimenti simili a quelli che avete sentito descrivere da un Travis Walton. Per molto tempo, molti anni, soprattutto grazie alla pionieristica ricerca di Budd Hopkins, abbiamo ritenuto che lo scopo principale di ciò fosse la creazione di una nuova razza ibrida, visto che era ricorrente il racconto di prelievi di ovuli nelle donne, di sperma negli uomini e di strani feti ibridi allevati sulle astronavi aliene. Oggi ho la sensazione che il fenomeno stia cambiando rispetto a quel tipo di esperienze originarie e che l'esame fisico dia luogo ad esperienze più complesse. Una delle cose che dovuto fare per lavorare in questo campo è stato mettere da parte le mie nozioni sul funzionamento dell'Universo.

Per gli uomini è naturale cercare di collegare le nuove fenomenologie con ciò che già si conosce. Per esempio, se gli alieni vogliono effettuare sperimentazioni sui nostri corpi, per quale motivo prelevano tante persone? Questo è un tipico modo di proiettare su di un fenomeno sconosciuto e nuovo ciò che noi già sappiamo sugli esami medici.
 
P. H.: Quali sono i problemi più gravi sorti circa la spiegazione del fenomeno?

John Mack: C'è un incrocio culturale alla base del fenomeno. Vorrei soffermarmi sul problema del linguaggio e su come noi percepiamo le cose che ci sembrano strane. Per esempio, parole come "abduction" o "alieno" già condizionano il discorso in una certa direzione. La parola "abduction" o "rapimento" non va bene per due motivi: primo, perché implica che le persone che hanno avuto questi contatti vengano prelevate contro la loro volontà, come quando i rapitori sono uomini, e ciò non è sempre vero; secondo, implica che la persona sia portata fisicamente, con tutto il corpo, all'interno di una nave spaziale, e ciò non è sempre vero.
Un altro aspetto del contatto è quello che riguarda il trasferimento di informazioni agli esseri umani mediante telepatia o mostrando al contattato particolari immagini. La maggior parte di queste informazioni riguardano le azioni distruttive della nostra specie nei confronti del nostro pianeta. È come se stessimo creando, con i nostri comportamenti ecologici planetari, dei problemi ben più grandi a livello galattico.
Coloro che vivono l'"esperienza" ricevono capacità e talenti che non sono compatibili con le loro conoscenze. Ad esempio possono scoprire di possedere un grande talento artistico scaturito da questa esperienza oppure viene loro data una conoscenza scientifica ben al di là della loro formazione scolastica oppure, ancora, dicono di aver immagazzinato formule matematiche e nozioni scientifiche che, sottoposte a verifica, costringono gli scienziati a riconoscere la loro veridicità. Personalmente ho potuto studiare diversi di questi casi.
 
P. H.: Le va di parlare di tali prove? Come si sa se uno dice la verità?

John Mack: Vorrei proprio parlare del problema rappresentato dalle prove. Come possiamo essere sicuri che le esperienze riportate da questi soggetti siano vere? Come valutiamo questi resoconti e come ne determiniamo l'autenticità?
Per esempio, quando compio le mie valutazioni, mi è chiaro che non ha senso che persone sane di mente inventino tali storie. Non possono averle apprese dai mezzi di comunicazione perché spesso sanno ben più di quanto tali mezzi non sappiano.
Comunque manca sempre qualcosa quando si decide di stabilire se, raccontando storie cosi bizzarre, le persone stiano dicendo la verità e se sia il caso di prendere sul serio i loro racconti. Al momento non disponiamo ancora di un tale criterio di valutazione e io sto lavorando proprio a questo, cercando di delineare una nuova Scienza dell'Esperienza.

Nella scienza tradizionale, quando osserviamo un certo fenomeno, cerchiamo di oggettivare il più possibile ciò che stiamo studiando, ma quando si cerca di comprendere qualcosa che è tanto importante e profondo per un soggetto non possiamo tenerci in disparte e dobbiamo "entrare" nella coscienza di quella persona. Cosi facendo susciteremo le ire dei critici che diranno: "Ciò che stai apprendendo è troppo soggettivo!" Ma il problema è proprio questo: quando si giunge a conoscenze così profonde l'analista deve vivere "soggettivamente" l'esperienza del soggetto.
 
P. H.: Ma come si sa cos'è questa esperienza?

John Mack: Resta il problema della veridicità. Se io dico che "sembra proprio che stiano dicendo la verità" ciò non è sufficiente. Dobbiamo iniziare ad avere una nuova visione olistica della conoscenza. Ciò si avvicina a quello che definiamo "conoscenza intuitiva", una specie di conoscenza col cuore e con lo spirito che ha fatto parte delle culture tradizionali per secoli e millenni ma che si è poi persa in occidente.
Su questa materia mi è stato dato un certo aiuto da Monsignor Corrado Balducci che ha affermato: "nella Chiesa noi prendiamo molto sul serio il fenomeno degli incontri con gli UFO, soprattutto perché ci sono così tanti testimoni affidabili. Nella Chiesa ci troviamo da secoli nella condizione di dover esaminare i resoconti sui miracoli e quindi abbiamo dovuto sviluppare un criterio di valutazione attendibile che si può riassumere col concetto di 'testimone affidabile'."

Così anch'io ho iniziato ad applicare ai miei casi quest'idea di "testimone affidabile". Come facciamo a riconoscere un testimone affidabile? Per me queste persone sono testimoni affidabili quando la forza della loro comunicazione, letteralmente, mi attraversa. Ho potuto sperimentare una sorta di potente vibrazione quando queste persone rivivevano le loro esperienze. Mi trovavo in presenza di qualcosa che incuteva timore per la sua intensità. Anche i soggetti esprimevano a parole questa sensazione e dicevano che era come se ogni cellula del loro corpo stesse vibrando.
Quando ci si trova in presenza di una cosa simile la si percepisce con tutto il proprio essere.
Faccio un esempio: uno dei miei primi casi è stata una psichiatra che lavorava nel sociale, sulla quarantina, molto precisa nella comunicazione, molto autocritica e controllata. Alla sua seduta invitai anche un altro psichiatra che era stato il suo terapeuta e che la conosceva molto bene. Lei, mentre riviveva le sue esperienze le chiamava "sogni elettrici"; non si trattava assolutamente di sogni ma quella definizione la aiutava a descrivere la sensazione di elettricità nel corpo. Quando rivisse con me uno di questi "sogni" di esperienza con gli extraterrestri e descrisse il suo essere presa e portata nel veicolo ed il suo trovarsi di fronte agli esseri divenne estremamente emotiva, sudava, tremava e urlava.

Quando la seduta fu terminata l'altro psichiatra scosse la testa e disse che a quella donna doveva essere successo veramente qualcosa di grave, che la conosceva da troppi anni ed era certo che non stesse mentendo. Gli chiesi di testimoniare a mio favore per l'investigazione di Harvard, visto che era l'unico psichiatra di Boston di mia conoscenza che avesse avuto esperienza di casi simili. Egli mi rispose che non aveva mai creduto alla realtà di queste cose ma, dopo aver visto la sua paziente in quello stato, era giunto alla conclusione che alcuni di questi casi erano sicuramente veri. La commissione non gradì la sua testimonianza e nel rapporto che emise non fece il minimo accenno ad essa. La prova della veridicità del soggetto ha a che fare con la risonanza che si crea tra la persona che racconta l'esperienza ed il terapeuta che investiga. Potrebbe essere definita un "conoscenza diretta". Accade quando sai con tutto il tuo essere che quella persona sta dicendo la verità. Si possono trovare esempi di questa "conoscenza diretta" negli atti del tribunale che ascoltò i resoconti dei testimoni sulle torture in Bosnia. Il giudice, dopo aver ascoltato la testimonianza di una donna, disse: "non ho bisogno di altre testimonianze, posso solo dire che non è possibile che lei stia mentendo, per me questo è sufficiente." Adesso tutti sappiamo che la tortura esiste; questa cosa è stata ammessa, ma ancora non si ammette che anche gli incontri con gli alieni esistono.
 
P. H.: Ha ragione sul fatto che tutto questo costituisce un vero mistero da spiegare. Ma che tipo di prove ci sono in proposito?

John Mack: A questo punto dovete sapere che in questa fenomenologia abbiamo le prove di modelli ricorrenti e simili evidenziatisi in centinaia se non migliaia di casi. Ciò sta aiutando a creare un nuovo atteggiamento nei confronti dei testimoni. Quando un testimone parla tutti si accorgono che egli ha veramente sperimentato un altro tipo di realtà. La sincerità, la verità e la forza d'animo sono misurabili proprio come le distanze e i pesi, ma in un modo diverso.
Nella nostra cultura esperienze come quelle dei rapimenti alieni, degli UFO e dei Crop Circles vengono definite "anomale", ma ciò non accade in tutte le culture. Molte delle nostre esperienze rientrano nel rango delle anomalie e quando ho parlato di esse con dei Nativi americani loro hanno semplicemente risposto che non sono anomalie e che al contrario loro le conoscono perché come fatti che rientrano nelle esperienze umane. Adesso voglio parlarvi dell'attuale visione del mondo e di come essa agisce. Ci si è sempre riferiti ad essa come ad un paradigma e la si è associata al pensiero scientifico, ma io preferisco chiamarla "visione del mondo" (i filosofi tedeschi la definivano con termine "weltanschauung") perché riguarda qualcosa di ben più grande della sola scienza.
La visione del mondo è il modo in cui organizziamo la realtà; corrisponde al modo in cui pensiamo che le cose funzionino e per noi è come una bussola, uno strumento di navigazione che ci permette di tenere insieme la nostra psiche.
Quando mi affibbiarono la commissione d'inchiesta compresi che stavo mettendo in pericolo la visione del mondo su cui i miei colleghi si basavano. "Quando minacci l'imperatore allora lui ti colpisce".
 
P. H.: Si tratta dunque di cambiare paradigma o "worldview": ovvero la nostra "visione del mondo"?

John Mack: Sì, la visione del mondo dominante nella nostra società potrebbe essere definita "umanesimo antropocentrico newtoniano-cartesiano". È una visione che colloca l'essere umano al vertice di una gerarchia cosmica di intelligenze. Il modo più semplice per definirla è Materialismo Scientifico. In questa visione del mondo la materia è energia, è la realtà primaria e nel Cosmo non esiste alcuna intelligenza superiore. Il suo metodo di studio è basato sulla realtà oggettiva e sulla separazione tra l'investigatore ed il fenomeno investigato. Bene, questa visione del mondo che ha dominato la nostra società è in errore. È in errore in ogni importante elemento che la costituisce. Prima di tutto sappiamo che esiste tutta una serie di fenomeni che non riusciamo a spiegare e che questo metodo scientifico non riesce neanche a trattare. Molte delle cose che oggi abbiamo scoperto in tal modo non possono nemmeno essere studiate. La visione del mondo dominante è terribilmente distruttiva perché tratta l'intero pianeta come se fosse un semplice ammasso di risorse pronte per essere sfruttate, per le quali vale la pena combattere qualsiasi guerra e che saranno conquistate dal più forte.

Da questa visione non può scaturire alcuna vera gioia per l'umanità perché le uniche gratificazioni possibili sono sempre e soltanto di tipo materiale. Ma ora una nuova visione del mondo sta emergendo ed essa dà spazio anche a chi crede che esistano intelligenze superiori nell'universo.
Quello che accade ai miei clienti è una dimostrazione dell'esistenza di tali intelligenze; i Cerchi nel Grano provano che tali intelligenze stanno cercando di comunicare con noi. In questa nuova visione del mondo è compreso un modello dell'Universo in cui tutto comunica con il Tutto e ciò trova conferme anche nella fisica d'avanguardia. Per tale nuova visione del mondo sono necessarie nuove ondate di conoscenza insieme ad un risveglio spirituale.
Questo cambiamento che avviene intorno a noi incontra ostilità e resistenze molto forti perché il mantenimento del vecchio sistema di pensiero ha richiesto enormi investimenti economici, politici e psicologici. Ma ormai vediamo ovunque persone che si aprono a questa nuova visione del mondo. Quanto sarebbe diverso il mondo se questa nuova visione diventasse quella dominante?
 
P. H.: Sì, sembra che i giovani siano i più disponibili. Può illustrarci i vantaggi di pensare in base a tale nuova "worldview"?

John Mack: Diverremmo capaci di condividere le nostre esperienze con tutti gli esseri viventi e tratteremmo finalmente la natura con rispetto e senza violentarla. Saremmo in grado di identificarci con altri popoli, religioni e con gli animali senza più considerarli mercati da sfruttare e prodotti da vendere e consumare e, soprattutto, ci renderemmo conto di essere connessi col Divino, con un Principio Creativo immensamente più appagante di qualunque bene materiale. Si avrebbe allora un globale risveglio dei cuori. Tutto ciò io l'ho appreso occupandomi dell'esperienza dei rapimenti alieni perché i contattati riferivano di aver saputo dagli esseri da loro incontrati che noi rappresentiamo una minaccia non solo per la Terra ma anche per la Galassia.
Spero che sapremo trasformarci da nemici della Galassia in suoi cittadini.
 
P. H.: Sono perfettamente d'accordo con Lei. È stato un vero onore conoscerLa. Grazie.
  Zimbabwe Zimbabwe Professor John Mack Correva l’anno 1994 e il 16 Settembre accadde un fatto che ancora ad oggi risentirlo fa venire la pelle d’oca: 60 alunni della scuola “Ariel” di Ruwa, in Zimbabwe, videro con il loro occhi una grossa navicella aliena, accompagnata da altre, atterrare nel cortile della loro scuola ed incontrarono gli occupanti. Numerose segnalazioni di UFO nel cielo del Sud Africa vennero riportate proprio due giorni prima. E’ uno tra i casi più eccezionali dell’Ufologia moderna e merita di essere ricordato. Di seguito, il report della antropologa e ricercatrice Dominique Callimanopulos che assieme al dottor John Mack – psichiatra ad Harvard che studiò il fenomeno delle Abdcution (scomparso in circostanze sospette nel 2004), si recò sul posto per raccogliere le testimonianze dei bambini. Professor John Mack   I disegni dei bambini alla Scuola Ariel, una piccola scuola elementare fuori da Harare, nella capitale dello Zimbabwe.     Esplorando gli incontri con alieni in Africa ed altri ancora

Io e John Mack eravamo alla Scuola Ariel, una piccola scuola elementare fuori da Harare, la capitale dello Zimbabwe, ascoltando Elsa (non è il vero nome) che descriveva il suo incontro del 16 settembre 1994 con una creatura “aliena”. Tutti i 60 bambini, con età tra i 6 e i 12 anni, riportarono di aver visto una grande nave spaziale assieme ad altre più piccole, atterrare vicino al loro cortile.

I dodici bambini che intervistammo nel corso di due giorni, descrissero lo stesso evento con grande dettaglio. Oltre alle navi spaziali, i bimbi videro due “strane creature”, una seduta in una delle navi e l’altra correre avanti e indietro, “saltava come se fosse stato sulla luna, ma non esattamente.” Le creature vennero descritte come nere con grandi teste, “occhi grandi come palle da rugby”, con sottili braccia e gambe. L’evento accadde durante il mattino, mentre le maestre erano in riunione. Molti dei bimbi piu’ piccoli erano molto spaventati e piangevano. “Prima pensai che fosse un giardiniere”, ci disse un bimbo di quarta classe. “Quindi realizzai che era un alieno”. L’evento duro’ circa 15 minuti, disse il bimbo, prima che le navi spaziali sparissero dalla vista. Persino nel loro stato di paura, molti dei bimbi erano curiosi e affascinati dalle strane creature che videro, avevano occhi che attiravano molta attenzione. Elsa ci disse che penso’ che le creature volessero dire loro qualcosa sul futuro, su come “il mondo stia per finire, forse perchè non avevamo cura del pianeta o dell’aria.” Disse che sentì una brutta sensazione interiore quando torno’ a casa. “Come se tutti gli alberi dovessero cadere e tutta l’aria dovesse sparire in futuro. La gente morirebbe. Questi pensieri venivano dall’uomo – dagli occhi dell’uomo.”

Isabelle, una composta ragazzina di dieci anni, ebbe le stesse sensazioni di Elsa. “Era spaventato. Cercavamo di non guardarlo perchè era spaventato. I miei occhi e le mie sensazioni andarono con lui.” Cio’ che entro’ nella sua “coscienza” nel guardare la creatura fu, “Stiamo facendo del male alla Terra.”

L’avvistamento della Scuola Ariel è uno dei piu’ significanti nella storia UFO recente. E’ la prima volta che un tale gruppo di persone riporta la simultanea apparizione di navi spaziali e alieni. Dopo aver ricevuto una chiamata a Settembre dalla BBC, un reporter ci disse che per due notti vennero riportati avvistamenti di strani oggetti sopra lo Zimbabwe prima del 16 settembre, in cui il tutto è culminato con il drammatico avvistamento alla Scuola Ariel e quindi decidemmo di investigare di persona.
Progetto Internazionale Abduction

Per due anni (1993/1994) il Programma per la Ricerca sulle Esperienze Straordinarie (PEER), ha fatto ricerche su rapporti UFO multi-culturali e internazionali e sulle abductions. Una delle domande centrali della ricerca in merito alle abductions è se il fenomeno accade in un simile modo all’estero; se è così, quali aspetti dell’esperienza rimangono uniformi e immutabili tra diverse culture, e quale parte dell’esperienza, o sua interpretazione, è influenzata da fattori culturali.
Membri del progetto viaggiano dal Brasile all’Africa, fino a contattare i Nativi Americani negli Stati Uniti e nel Canada e inoltre il progetto ha sponsorizzato la ricerca in Giappone, in Scandinavia e in Cile ed è in contatto con “esperienzanti” in Europa, Iran, Cina, Australia, Messico e Porto Rico. Abbiamo confrontato esperienze di abduction nel mondo sciamanico e delle possessioni. Abbiamo esplorato miti relativi ad esseri del cielo e di altre dimensioni e mondi.

Cio’ che ne è emerso ci ha spesso sorpreso.

Persone in paesi nel mondo hanno sperimentato abduction aliene molto simili in tanti casi, alle testimonianze negli Stati Uniti; le abductions rimangono distinte nel modo in cui la cultura delle persone incornica le loro esperienze. In Brasile, ad esempio, in cui la tradizione contiene il mondo dello spirito, della medianità e della comunicazione con antenati, le “visite ET” sono piu’ valorizzate delle visite spirituali degli antenati, per l’associazione tra gli ET e i viaggi spaziali ad alta tecnologia, che riflettono la preoccupazione culturale del Brasile sullo sviluppo. Questo risulta spesso in colorite variazioni. In una casa che abbiamo visitato, una madre che tradizionalmente comunicava con gli spiriti degli antenati, sentì il suo potere in pericolo quando suo figlio inizio’ a comunicare (come riportato) con gli alieni.

I Nativi Americani con cui abbiamo parlato dicono che l’attività corrente del “popolo delle stelle” sottolinea lo squilibrio tra la Terra, l’umanità e il cosmo. Un Anziano Hopi in Ariziona profetizzo’, come molti addotti, la fine del mondo come lo conosciamo. “Ci sarà una grande epurazione”, disse.

Le Esperienze di Abduction Sfidano la Natura della Realtà

Molti aspetti dell’esperienza di abduction diventano familiari: luci stordenti appaiono attravero il parabrezza o la finestra della camera e piccole creature aliene con grandi occhi senza pupille spaventano e paralizzano il corpo dell’esperienzante, che fluttua nell’aria, attraverso i muri e le porte delle navi spaziali; operazioni che a volte curano, spesso sperimentano. Alcuni addotti riportano la partecipazione nella creazione di nuove specie ibride tra alieni e umani, filtrate in file di uteri artificiali allineati lungo le pareti delle navi come acquari. Altri descrivono nuovi mondi di conoscenza uniti a visioni apocalittiche e criptiche simbologie e avvertimenti telepatici silenziosi. Disegni fatti dagli alunni di Ariel School tratti dal video documentario
Le storie di abduction hanno animato discussioni su come debbano essere interpretate e come gli addotti possano essere aiutati terapeuticamente. La controversia nata da questo fenomeno ricorda altre lotte scientifiche che hanno circondato esperienze anomale storicamente.
Evans Went, un antropologo che ha studiato le storie della tradizione Celtica, ha combattuto per definire la sua ricerca in un contesto scientifico. “Questi misteri hanno affascinato gli scienziati che, pur rimanendo legati alla loro tradizione newtoniana, non possono, per spirito di curiosità, ignorarli.”William James, lo psicologo di Harvard, ha ponderato questa discussione. Nel suo saggio, “Cosa la Ricerca Psichica ha Conseguito”, pubblicato nel 1890, ha scritto, “L’ideale di ogni scienza è quello di un chiuso e completo sistema di verità..Fenomeni inclassificabili in un sistema sono quindi paradossali assurdità e devono rimanere falsi.”
La nostra difficoltà occidentale nell’integrare i frutti dei nostri sogni e delle visioni, le nostre esperienze in stati alterati, in una realtà comune e condivisa, influenza decisamente e limita il modo in cui incorniciamo le nostre richieste di indagine e le nostre supposizioni mentre conduciamo la ricerca.Per aprirci al significato delle esperienze di abduction, dobbiamo divenire tolleranti all’enorme varietà di comunicazioni e visite da parte di queste entità e creature che sono, come sono state descritte, “non di questo mondo”. Solo aprendoci a questo ricco conteso, possiamo iniziare a interpretare il significato delle esperienze di abduction qua e all’estero.
Laurens Van der Post, ha detto, “Le persone ridono sempre alle storie di Bushman e dicono che non hanno senso. Ho realizzato improvvisamente che non hanno senso, perchè abbiamo perso la chiave e il codice. Abbiamo perso il significato delle storie.”Come decifrare le strane storie dei testimoni? Le storie di abduction da tutto il mondo contengono paradossi: alcuni addotti sono torturati con procedure spaventose, alcuni sono curati, educati; altri vivono entrambe le esperienze suddette. L’ abduction ci inganna con le possibilità, alcune terrificanti, altre no. Come dobbiamo decifrare l’informazione e le storie che sentiamo? Come si puo’ vivere cosi vicini al “mondo oltre il velo”? Un’occhiata aliena ci invita a tradire le supposizioni terrestri, una sospensione di un credo che è parte del piacere del campo antropologico. Solo trovando e occupando ciò che gli antropologi chiamano spazio “limbico”, possiamo liberare il nostro sè per recepire il nuovo, investigando una nuova visione della vita e della realtà.

Il Dr. John Mack e Dominique Callimanopulos hanno effettuato ricerche sulle esperienze di abduction in Africa e in altre culture, lavoro poi pubblicato sul libro del Dr. Mack “Passport to the Cosmos” (1999). Dominique ha studiato antropologia alla Università di Wesleyan e ha lavorato come ricercatrice, scrittrice, traduttrice ed editrice nell’area dei diritti umani, studi culturali e in psicologia.

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