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Profughi, migranti, richiedenti asilo. Gli incubi di Maroni

Creato il 27 marzo 2011 da Malpaese @IlMalpaese

Profughi, migranti, richiedenti asilo. Gli incubi di Maroni

Roberto Maroni non sa che pesci pigliare. Non sa a quale santo votarsi. Lo immaginiamo percorrere il suo ufficio del Viminale a grandi passi nervosi, imprecando contro Gheddafi, la Tunisia, la Bossi-Fini. Lampedusa scoppia, quattordicimila arrivi in due mesi non sono uno scherzo, i Centri di identificazione ed espulsione ormai scoppiano, ed occorre trovare presto un luogo – meglio, più luoghi – dove rinchiudere i tunisini sbarcati sull’isola. Secondo la legge dell’immigrazione, questi ragazzi sono clandestini e dunque destinati al rimpatrio. Ma il governo transitorio tunisino ne accetta soltanto cinque al giorno. È come svuotare il mare con un cucchiaino. Così al ministro leghista è venuta un’idea: chiedere alle Regioni italiane di prendersi una quota dei cinquantamila profughi che potrebbero arrivare dalla Libia. Le Regioni hanno accettato, e si sono dette disposte a cercare ex caserme ed edifici da trasformare in rifugi per profughi. Mille ogni milione di abitanti.

Tuttavia la soluzione non è questa. Perché i tunisini di Lampedusa non sono tecnicamente profughi: non arrivano dalla Libia, e in Tunisia non esiste una situazione politica così instabile da spingere migliaia di persone alla fuga. Sono migranti, persone che vogliono rimanere in Europa per scelta. Dunque non sono profughi. E, dunque, non possono essere trasferiti nelle varie Regioni perché nell’accordo si parla di profughi, non di migranti illegali.

Dove metterli? Lampedusa scoppia. L’idea era quella di svuotare i Centri per richiedenti asilo sparsi sul territorio italiano (i cosiddetti Cara), trasportare gli oltre duemila richiedenti asilo dei Cara a Mineo nelle villette un tempo abitate dai militari di Sigonella, e usare questi Cara come centri di smistamento per profughi. Sì, ma i profughi ancora non ci sono. Ci sono migliaia di tunisini senza documenti che in tempi normali andrebbero dritti nei centri di identificazione ed espulsione. La legge dice questo.

Il capo del Viminale non riesce a trovare una soluzione. Le associazioni in difesa dei migranti sono convinte che, alla fine, Maroni trasformerà gli ex centri per richiedenti asilo in prigioni per stranieri illegali. E forse succederà proprio così. I giorni passano, e Lampedusa è ormai un centro di prima accoglienza a cielo aperto, con i tunisini che dormono sulle strade e diventano nervosi perché se ne vogliono andare da quello scoglio. Da qualche giorno l’operazione di Mineo è attiva, centinaia di richiedenti asilo da Gradisca d’Isonzo e da Castelnuovo di Porto sono stati portati in questo piccolo centro del Catanese. È lo smantellamento delle politiche dell’asilo faticosamente costruite finora. Poi, il colpo di scena. Una nave militare si rende disponibile per svuotare lentamente Lampedusa e trasportare i migranti altrove. Per ventiquattro ore la loro destinazione è ignota. I Cie sono stracolmi, dove vanno? Il Viminale ci pensa tutta la notte, poi allarga le braccia: portiamoli a Mineo.

Ma come, non dovevano andarci i richiedenti asilo? Immaginiamo Maroni che ribatte, nervoso: «Profughi, migranti, richiedenti asilo: ma cosa sono tutte queste distinzioni?». Soltanto che non lo può dire pubblicamente. E allora circa 600 tunisini dall’isola delle Pelagie vengono portati a Mineo, e nessuno ancora comprende che fine faranno. Molti altri, sempre da Lampedusa, verranno portati nei centri di prima accoglienza di Trapani, Bari e Crotone. Qui i cancelli sono aperti, il governo chiude un occhio e quelli che riescono ad andarsene alla chetichella riceveranno un ringraziamento tacito: ecco, sparite. Che è meglio.

http://www.glialtrionline.it/home/2011/03/24/profughi-migranti-richiedenti-asilo-gli-incubi-di-maroni/



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