In Germania il prog metal continua a godere di massima attenzione. Diverse recensioni teutoniche ultimamente concentrano la loro attenzione su un gruppo proveniente dalla Romania. Sono i Monarchy, che recentemente sono usciti con il loro Feeding the Beast, album molto ispirato a band quali i Dream Theater e testi in inglese che cavalcano l’onda Queensryche. In un loro ultimo concerto a Bucarest, sembra che fosse presente anche Slash: «Bravi ragazzi, avrete un futuro promettente», l’investitura dell’ex chitarrista dei Guns’n Roses.
La critica positiva si associa all’impronta che viene affibbiata ai gruppi dell’est europeo. In più delle volte si tratta di band di altissima qualità compositiva, dalle liriche (molte in inglese ma sempre più spesso in madrelingua) anche piuttosto ricercate, nonostante la immensa fatica a sdoganarsi dagli stereotipi della musica occidentale ormai superata dall’avanguardia progressiva più esasperata. Conviene approfondire, il bollettino delle ultime “nascite” parla sempre più di un proliferare di gruppi prog e metal provenienti da paesi ormai completamente assorbiti dall’Europa occidentale e dai suoi canoni melodici: Ungheria, Romania, Polonia, Turchia, è questo il nuovo fronte del rock del vecchio continente?