Progetto L&F - Le risposte di Paolo Cognetti
Da Dalailaps
@dalailaps
Potete leggere il manifesto del progetto e la lista dei partecipanti
cliccando sulla scritta qui sopra. Buona lettura!
Paolo Cognetti
Paolo Cognetti è nato a Milano nel 1978 e vive tra Milano e la Val d'Aosta.
Nel 1999 si è diplomato in Sceneggiatura alla Civica Scuola di Cinema di Milano, e con l'amico Giorgio Carella ha fondato una casa di produzione indipendente, Cameracar.
È autore di alcuni documentari che raccontano il rapporto tra i ragazzi, il territorio e la memoria. Ha realizzato la serie Scrivere/New York, nove puntate su altrettanti scrittori newyorkesi, da cui è tratto il documentario Il lato sbagliato del ponte, viaggio tra gli scrittori di Brooklyn.
Per minimum fax ha pubblicato le raccolte di racconti Manuale per ragazze di successo (2004) e Una cosa piccola che sta per esplodere (2007). Per Laterza è uscito nel 2010 New York è una finestra senza tende e nel 2012 per minimum fax è uscito il suo romanzo Sofia si veste sempre di nero, selezionato al Premio Strega 2013.
Il suo blog: Capitano mio Capitano.
L'opinione di Paolo
Qual è il film tratto da un libro che più ha odiato e quale quello che più ha apprezzato? In entrambi i casi, per quale motivo?
Il film tratto da un libro che amo di più credo sia Apocalypse Now di
Francis Ford Coppola. Un adattamento molto strano, nel senso che il
racconto di Conrad, Cuore di tenebra, era ambientato in Africa
nell'Ottocento; Coppola ha preso la storia e l'ha usata per raccontare
la guerra in Vietnam. Questo suggerisce anche che per trarre un film da
un grande libro bisogna avere il coraggio di non essergli fedeli,
trovare il modo di impossessarsi della storia a costo di reinventarsela.
Altri film letterari che ho amato: I duellanti di Ridley Scott (era
anche quello un racconto di Conrad), Shining di Kubrick (un romanzo di
Stephen King), Blade Runner ancora di Ridley Scott (un racconto di
Philip K. Dick). Mi sa che i racconti funzionano meglio che i romanzi. I
film che ho detestato non credo valga la pena citarli, ma spesso sono
proprio tentativi di adattare i grandi romanzi al cinema, facendone una
trasposizione fedele. E un grande romanzo dentro un film semplicemente
non ci sta.
C’è un libro che le è piaciuto per la sua capacità di far immaginare i fatti narrati in modo nitido, quasi come ne potesse vedere le scene come in un film?
Ci sono scrittori che usano molto gli occhi e allora si parla di
"scrittura cinematografica", magari perfino per libri che precedono
l'invenzione del cinema (penso a Madame Bovary per esempio). Ma se
devo scegliere un titolo dico Il grande Gatsby, che poi come film è
venuto male per ben due volte... E forse questo dimostra che, quando un
romanzo sembra un film, poi il film è meglio non farlo, perché c'è tutto
da perdere.
C’è uno scrittore che apprezza particolarmente per il suo talento nello scrivere scene di questo tipo?
Hemingway! Mi ricordo la scena della ritirata di Caporetto in Addio
alle armi come se ci fossi stato anch'io, mi sembra proprio di averla
negli occhi. La pioggia, il fango, i camion abbandonati in aperta
campagna, i soldati che si strappano le divise di dosso e scappano via.
C’è un libro che ha letto di cui sarebbe curioso di vedere la versione cinematografica?
Per legge superiore di Giorgio Fontana, che è un mio amico oltre che
un bravo scrittore. Vorrei veder raccontare bene la Milano di questi
anni, e il suo sarebbe un romanzo perfetto per farlo.
Le è capitato di acquistare il libro da cui è stato ispirato un film dopo averlo visto? Quale? Ne è rimasto soddisfatto o deluso?
Una volta ero piuttosto scettico nei confronti di Stephen King, che
avevo preso per uno scrittore commerciale (c'è da dire che ero stato ben
depistato da come i suoi libri vengono confezionati). Poi ho letto il
racconto da cui è tratto Le ali della libertà e quello da cui è tratto
Stand by me (compaiono entrambi in una raccolta, Stagioni diverse),
e ho cambiato completamente idea. Mi è successa un po' la stessa cosa
con Philip K. Dick.
Le è capitato di leggere un libro e immaginare uno dei personaggi con il volto di qualche attore che pensa sarebbe perfetto nel ruolo? Se sì, chi e per quale personaggio?
Devo dire di no. Quando leggo non immagino i volti in maniera precisa, è
un po' come essere dentro i personaggi e se sei dentro non puoi mica
guardarli in faccia, giusto? Anche nelle mie storie non mi viene da
descrivere l'aspetto di un personaggio: mi sembra in un certo senso che
quella sia una zona di libertà del lettore, la libertà di entrare in una
storia e immedesimarsi in un personaggio. Per questo mi dà fastidio
leggere un libro dopo aver visto il film, sento che viene rubato
qualcosa alla mia esperienza di lettore.
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