Quando la cultura accomuna: progetto Runokohtaus
di Diana Mistera
Vivo in Finlandia da 12 anni e, da subito, la mia priorità è stata quella di integrazione in questa cultura e in questa lingua così diverse dalla mia.
L’integrazione e la conoscenza culturale è anche una delle regole che ti impongono, quando un qualsiasi non finlandese decide di vivere qui, non ci sono distinzioni fra immigrati europei e immigrati non europei e rifugiati di guerra, quando entri in questo paese, come in un qualsiasi altro paese scandinavo, sei un Maahanmuttaja, che tradotto letteralmente significa proveniente da un’altra nazione.
All’inizio devo dire che è stata un po’ frustrante la cosa, anche perché io, da italiana, pensavo che sarebbe stato un processo più semplice essendo l’Italia parte dell’EU, ma mi sbagliavo.
Mi trovai in un corso di lingua finlandese, organizzato dal collocamento, con decine di altre culture con livelli culturali diversi e devo dire che questa lingua, sembrava non volermi proprio entrare in testa nonostante gli sforzi e, molto ingenuamente, mi dicevo “ Diana hai 4 lingue, te la caverai…” e invece mi sbagliavo. Non te la cavi se non impari la lingua finlandese, non in un paese come Hämeenlinna, forse te la cavi ad Helsinki, ma non ad Hämeenlinna.
Non è stata una forzatura quella di imparare il finlandese, è una lingua che ho sempre amato, venivo in questa terra da turista e non ho mai avuto problemi, l’inglese lo insegnano già in terza elementare ormai da 10 anni, i film e i telefilm non sono tradotti, li senti in lingua originale, con i sottotitoli in finlandese. E quale paradiso nonostante il piccolo problemino che avevo con il finlandese. La natura è preservata, c’è la raccolta differenziata da 20 anni, ci sono delle oasi naturali protette stupende, un paesaggio bellissimo sia che ci sia la neve, sia che ci siano le esplosioni di colore dell’estate e dell’autunno, sia le lunghi notti dell’estate senza che l’oscurità ti avvolga completamente, per non parlare delle agevolazioni sociali che comunque ti spettano di diritto quando vieni accolto in questo paese, che non è una cosa da poco, certo devi dimostrare che ti dai da fare.
Uno dei lati positivi, di vivere in una cittadina come Hämeenlinna, è stato proprio che un’impiegata del collocamento pensasse solo a me, mi aiutasse a integrarmi, mi chiedesse come stavo e quali fossero i miei hobby perché, credetemi, la depressione colpisce anche il carattere più forte, quando trovi porte chiuse ovunque, perché comunque il tuo finlandese ancora ha molta strada da fare e trovare un lavoro diventa una crociata, la depressione colpisce soprattutto in inverno, quando hai poco più di 2 ore al giorno di luce solare: ti alzi con il buio, vai a fare la spesa e poco più ed è di nuovo notte. Ed io cosa ho fatto? Mi sono rifugiata nella scrittura, la nostalgia di casa e della mia lingua iniziò a farsi sentire, così iniziai a scrivere molte poesie in lingua italiana, perché comunque vivevo con il terrore di perdere una delle mie radici, avendo costantemente in giro per la mia testa 3 lingue. Fu proprio questa impiegata del collocamento, anch’ella Maahanmuuttaja, che in uno dei nostri incontri mi disse, dopo che le avevo regalato la mia prima raccolta poetica in inglese, auto pubblicata qui in Finlandia e grazie al sostegno della mia dolce metà, che c’era un corso in biblioteca di scrittura creativa, organizzata da una delle associazioni culturali più attive di Hämeenlinna in collaborazione con una giovane scrittrice finlandese esordiente, Vilja-Tuulia Huotarinen, che oggi è vincitrice di diversi premi nazionali letterari e redattrice di una rivista di poesie molto conosciuta qui in Finlandia. A quel tempo era il 2010. Con lei, in questo corso, scrissi il mio primo racconto in finlandese che riscosse un successo inaspettato, per la creatività del testo in una lingua che ancora non mi voleva entrare in testa, la capivo ma non la riuscivo a parlare o scrivere correttamente. Fu per me una bella spinta questa e, qualche mese dopo, mi chiamò e mi chiese se ero interessata a partecipare a un evento durante la settimana multiculturale a Turku e leggere alcune mie poesie in inglese. Ci andai senza pensarci su due volte, fu il mio primo reading in assoluto era il 13.11.2010, fu la mia svolta.
Era il 2012 quando ricevetti un’altra telefonata, da Marja Mäenpää, che diventerà la coordinatrice del progetto Runokohtaus, era stata fra il pubblico quel giorno, amante della lingua italiana, rimase colpita dalle mie poesie.
Il progetto Runokohtaus nasceva a Turku, quindi, pensato soprattutto per la zona di Turku, ma vollero pure me, che abitavo a 141 km di distanza.
In cosa consiste Runokohtaus?
Non sono riuscita a trovare una parola italiana per tradurre questa terminologia, ma è come quando si prende un attacco di ispirazione improvvisa nello scrivere una poesia. Il termine finlandese per poesia è “runo”. La Finlandia offre delle possibilità che altri paesi difficilmente danno: puoi fare domanda a comuni e associazioni per chiedere finanziamenti per progetti culturali e multiculturali, se riterranno il progetto valido, daranno il loro aiuto pratico.
Runokohtaus è un progetto creato per dare una voce a dei poeti non finlandesi perché, come ho detto in precedenza, la lingua è un muro davvero alto e un poeta o uno scrittore, se non viene tradotto in finlandese, ha difficoltà a farsi pubblicare. Come puoi essere un poeta fuori patria, quando lo strumento di comunicazione principale della poesia è proprio il linguaggio? Perdi la tua identità, perché anche se vivi in Finlandia da 20 anni, non riuscirai mai ad esprimerti completamente in finlandese, perché non è la tua lingua madre e non riesci a esprimerti appieno. Non vieni pubblicato perché la poesia di per sé è già un campo marginale e diventa ancor più marginale se è poesia di immigrati. Di cosa abbiamo bisogno quindi? Di traduttori, ma non possono essere i comuni traduttori che trovi su Google, o persone che traducono tutt’altre cose perché la poesia, quando è tradotta, deve comunque mantenere le emozioni, le immagini che hai voluto esprimere nella tua lingua madre, altrimenti le parole diventano come dei fiori di plastica, assomigliano ai fiori veri, ma rimangono comunque di plastica e quindi artificiali. Chi, dunque, è in grado di fare una bella composizione di fiori esotica, ma vera, se non altri poeti che capiscono il linguaggio della poesia stessa? Runokohtaus è stato questo: Poeti conosciuti finlandesi, come Tommi Parkko, Esa Hirvonen e Juha Kulmala, per citarne alcuni, hanno tradotto, lavorando spalla a spalla con il poeta stesso, poesie di immigrati; e di poeti eravamo 10: 10 culture e lingue diverse. In Runokohtaus ci sono io che scrivo in italiano, c’è una poetessa spagnola, ci sono poeti turchi, kurdi e arabi, poetesse kurde e pakistane, un poeta e una poetessa russi, un poeta somalo. Capirete la bella sfida che si è presentata anche agli stessi poeti finlandesi, che non sempre conoscevano la lingua del poeta che dovevano tradurre, così all’interno del progetto sono entrati anche esperti culturali, per far sì che le traduzioni non fossero come dei semplici fiori di plastica.
Il progetto è durato 2 anni, le mie poesie sono state tradotte da Tommi Parkko e devo dire che sono stata fortunata, perché lui la lingua italiana la conosce, dato che lavora in laboratori di scrittura a cavallo fra Assisi e Helsinki, 6 mesi sta in Italia e 6 in Finlandia.
Con i finanziamenti ottenuti dalla nostra coordinatrice Marja Mäenpaa, siamo potuti andare in un vero e proprio ritiro presso una residenza artistica, che il solo vederla ispirava poesia, abbiamo lavorato spalla a spalla con i nostri traduttori, cercando di tradurre nel modo più completo le nostre poesie. Un lavoro intenso in cui persino le mie versioni italiane sono migliorate, abbiamo passato del tempo preziosissimo con loro che non dimenticherò mai. Con quegli stessi finanziamenti abbiamo ricevuto uno stipendio per il nostro lavoro e quando le poesie sono state pronte, sono iniziati i reading, le partecipazioni ai festival di poesia, ai festival culturali, alle fiere del libro e siamo andati a promuovere ed esporre i frutti dei finanziamenti ai finanziatori, abbiamo conosciuto persone importanti e altri coordinatori di progetti simili, fino al risultato finale, che sarà la pubblicazione dell’antologia. Siamo andati in giro per varie città della Finlandia a promuovere Runokohtaus e io ho avuto anche la fortuna di essere intervistata da due ricercatori universitari, che stavano facendo degli studi proprio sull’identità artistica di artisti non finlandesi in Finlandia. Ho partecipato a incontri e discussioni dove ho conosciuto altri poeti finlandesi e non. A piccoli passettini sto entrando in questa cultura che ho amato dal primo giorno, sto avendo soddisfazioni che mai avrei creduto potessero arrivare in un paese straniero.
Io Diana Mistera, adesso in Finlandia, posso avere una voce; questo è quello che la cultura dovrebbe fare, questo è quello che, grazie a iniziative come queste, mi rende parte di questa cultura; perché l’arte, la poesia, la letteratura, non hanno bandiere, non hanno barriere né religioni.