Gli ingegneri sono descritti come alieni violenti interessati non ad instaurare un dialogo con i ‘figli’, ma volti solo a distruggerli ed a rimpiazzarli. Ad un certo punto in questo grandioso progetto di ingegneria genetica, i creatori perdono il controllo dell’esperimento e sono quasi sterminati dalla nuova forma di vita aliena che essi hanno generato. Uno degli scienziati, rimasto in uno stato di sospensione delle funzioni vitali per millenni, viene rinvenuto e risvegliato dall'equipaggio del Prometheus. Gli astronauti compiono la scoperta sorprendente di ciò che i creatori dell'umanità stavano progettando e di quello che è successo loro. Questo intreccio è lentamente sviluppato in ‘Prometheus’ come antefatto della saga cinematografica, “Alien” che Ridley Scott cominciò nel lontano 1979. ‘Prometheus’ è un po’ più della solita pellicola fantascientifica di intrattenimento ed è quindi superiore ad altri film recenti imperniati su un’invasione aliena, quali “Battleship”, “I vendicatori” e “Men in black 3”. ‘Prometheus’ può essere parte di una serie di film destinati ad 'educare' l’opinione pubblica affinché pensi alla vita extraterrestre in un modo che promuove le priorità della sicurezza nazionale o anche una religione esoterica professata dalle élites globali”.
Salla ricorda che un documento stilato dalla C.I.A. nel 1953 (relazione Durant), inerente ad una strategia psicologica, raccomandò di usare l'industria cinematografica per acclimare i cittadini statunitensi al fenomeno dei dischi volanti ed all'ipotesi extraterrestre, secondo cui alcuni U.F.O. sono di origine interplanetaria. In breve, l’ufologo fondatore della branca nota come esopolitica, ritiene che opere come “Prometheus” tendano a definire un’immagine negativa dei visitatori, secondo un indirizzo ormai preponderante nella cultura popolare (pellicole, serie televisive, rotocalchi…), laddove negli anni ‘50 e ‘60 del XX secolo (si pensi al classico “Ultimatum alla Terra”) prevaleva lo stereotipo dell’ufonauta saggio e benevolo.
Annota Salla: “Il film consegue due obiettivi simultanei. Si continua a sostenere l'idea che gli extraterrestri sono ostili e pronti ad invadere Gaia. L'impatto psicologico di Prometheus e di pellicole simili è quello di rendere i cittadini passivi di fronte alle prove circa vita la vita extraterrestre, dati su cui gli esecutivi seguitano a mantenere il segreto. Un altro scopo è insinuare che gli alieni, che hanno giocato un ruolo nella creazione dell'umanità, stanno tornando con un programma sinistro. Mentre l'idea di divinità che ritornano tra gli uomini è esaltata nei sistemi di credenze dei popoli indigeni di tutto il mondo, Hollywood condiziona l’umanità a credere il contrario: gli extraterrestri sono intrinsecamente cattivi, anche quelli che possono aver giocato un ruolo nella genesi dell'umanità”.
A nostro parere, ha ragione Salla quando denuncia le ossessive campagne dell’establishment statunitense sull’importanza della sicurezza nazionale per difendersi da eventuali minacce “esterne”. Il nemico è sempre esterno: il comunismo sovietico, gli stati-canaglia, il terrorismo islamico, l’alieno. Che poi il vero nemico del popolo sia colui che giura e spergura di adoperarsi per proteggerlo è conclusione cui pochi sono giunti. Tant’è… Tuttavia il film di Ridley Scott non pare essere animato solo da propaganda bellicista e sciovinista. In filigrana si può intravedere uno scenario quanto mai inquietante, ma forse con una certa dose di realismo. Che l’umanità o una sua parte abbia ascendenze stellari, al punto di non–ritorno cui siamo arrivati, diventa quasi una controversia oziosa. Invece l’evenienza che una genia siderale intenda operare un terraforming al contrario è una tessera utile per comporre il mosaico, ma Salla getta via questa tessera senza accorgersene. Eppure la Biogeoingegneria è lì in tutta la sua sconvolgente “verità effettuale” a comprovare che qualche entità oscura ne è davvero all’origine.
Naturalmente Salla, intrappolato nel suo ingenuo ottimismo (in buona fede?) a base di visitatori benevoli, biondi e con gli occhi azzurri, ignora la verosimile minaccia costituita da esseri allotri che intendono probabilmente in parte asservire il genere umano, in parte distruggerlo. Si stanno trasformando gli ambienti naturali in habitat artificiali. Ciò avviene solo per finalità militari o agisce una longa manus dietro la drastica metamorfosi del pianeta? Certo, il ruolo nefasto del complesso strategico ed industriale è indiscusso, ma situazioni straordinarie richiedono spiegazioni straordinarie.
Gli Altri non sono “intrinsecamente cattivi” (non tutti), ma neppure intrinsecamente angelici, a differenza di come li dipingono new agers ed ufologi monocoli il cui sguardo è tanto acuto che scorgono una microscopica sfera nel cielo, ma non riescono a vedere un aereo chimico a 1.000 metri di quota. La questione centrale, nella loro visione del mondo, un millenarismo popolato di “angeli in astronave”, è assente. La realtà è molto più complessa di come la si immagina: sfumature e contraddizioni esigono un approccio interpretativo più duttile, dialettico e guardingo. Una concezione manichea, con i visitatori buoni in conflitto contro i governi malvagi, pecca per lo meno perché il primo termine è positivo tout court. E’ vero che le élites di psicopatici mirano a demonizzare l’Altro, ma che qualcuno intervenga in vece nostra per debellarle è poco plausibile. Intanto gli annunci di sbarchi di vascelli scintillanti si susseguono, eepure, in modo paradossale ad ogni mancato appuntamento, il numero degli adepti ed il loro fervido entusiasmo, crescono.
Ci attende forse un avvenire oscuro in cui il mito contemporaneo del salvatore giunto dallo spazio profondo, è destinato a tramontare, mentre una sfida prometeica sembra prospettarsi per un’umanità prossima a vivere la sua fase conclusiva.
[1] Lo strano suicidio del fratello di Ridley Scott, Tony, aggiunge un particolare conturbante al quadro.
APOCALISSI ALIENE: il libro