- Il mistero dell’origine della Propoli è ancora oggi lungi dall’essere chiarito.
- Secondo alcuni la propoli sarebbe prodotta direttamente dalle api e deriverebbe da residui di polline semidigerito dall’insetto in un appostito organo situato in prossimità dell’intestino, e poi rigurgitato. Altri invece, ravvisano la presenza di due tipi di propoli, il primo di origine interna, prodotto secondo l’ipotesi accennata, e l’altro derivato da sostanze di natura resinosa e balsamica raccolte dalle api e poi elaborate da particolari ghiandole ricche di enzimi.
- Oggi, la maggior parte degli studiosi, sostiene la tesi dell’origine esterna della propoli, alla cui genesi concorrerebbero le api mediante un semplice processo di arricchimento enzimatico.
- Sta di fatto che, all’interno dell’alveare la propoli presenta due principali impieghi: come materiale da costruzione e come antisettico.
PROPRIETA’
- L’estrema variabilità della composizione chimica della propoli si traduce nella pratica comune in una profonda diversità delle sue caratteristiche fisiche: colore, aroma e sapore.
- La propoli è costituita essenzialmente da una miscela di composti di natura aromatica e fenolica arricchita da numerose sostanze, molto eterogenee tra di loro (acidi grassi, terpeni, aminoacidi, vitamine, sali minerali, ecc…)la cui distribuzione percentuale è molto variabile in funzione delle stagioni, del tipo di vegetazione e delle stesse api raccoglitrici. In sintesi potremmo dire che la propoli risulta costituita essenzialmente da resine, balsami (50-55%) e cere (25-35%), tuttavia la sua peculiarità costitutiva risiede nella grande ricchezza di flavonoidi, ossia di pigmenti vegetali, che assieme ad altre sostanze (fenoli, fenolacidi, alcoli, ecc…)le assicurano proprietà antimicrobiche e contribuiscono all’azione batteriostatica e battericida.
IMPIEGO
- In commercio si trovano essenzialmente due tipi di propoli; la propoli grezza, ottenuta dal raschiamento delle superfici interne dell’arnia, e la propoli in scaglie, ottenuta da apposite griglie collocate tra il nido ed il tetto dell’arnia. Grazie alle sue spiccate proprietà antimicrobiche, la propoli presenta una notevole capacità di rimanere inalterata nel tempo.La sua conservazione quindi, non richiede particolari accorgimenti: è sufficiente impiegare contenitori collocati lontano da fonti di calore. Attualmente il maggior impiego della propoli per uso terapeutico rimane quello esterno come disinfettante, cicatrizzante e lenitivo, attraverso soluzioni, unguenti e pomate. Fino ad oggi non è stata registrata nessuna significativa controindicazione nell’uso della propoli ad eccezione di alcuni casi di ipersensibilità e di sensibilizzazione manifestatisi in soggetti tendenzialmente allergici.
- Le applicazioni terapeutiche vanno dal settore dermatologico (couperose, geloni, ascessi, foruncoli, calli, duroni, psoriasi ecc…) a quello odontostomatologico (gengiviti, afte e stomatiti ulcerose).
- In gastro-enterologia la propoli viene impiegata nella cura delle gastriti, delle coliti e di alcune ulcere gastro-duodenali. Risulta infine efficace contro le infezioni e le infiammazioni dell’apparato genito-urinario.
- Nella cosmesi, l’impiego della propoli è diventato sempre più comune nella preparazione di sostanza naturali destinate all’igiene del cuoio capelluto (shampoo, balsami, lozioni, gel), alla pulizia delle pelli grasse e impure (saponi, creme, unguenti) e all’igiene dei denti e del cavo orale (dentifrici, gengidentrifrici, colluttori ecc…).