L’’estate tarda ad arrivare, ma forse è l’unico appuntamento che ci troverà pronti, perché per quanto riguarda tutto il resto non siamo proprio nelle condizioni di affrontare le deadline di questo mese.
Mi riferisco nello specifico alla trasmissione dei modelli 770 in scadenza al 31 luglio, adempimento per il quale diverse associazioni di categoria e gruppi di lavoro hanno chiesto una proroga a settembre inoltrando le proprie istanze al ministro Padoan e al direttore generale dell’Agenzia, Orlandi. Richieste alle quali anch’io mi sono unito nei giorni scorsi, ma che ancora sembrano esser rimaste inascoltate.
Intanto la vita va avanti e noi nei nostri studi (parlo ovviamente delle piccole e medie realtà) dobbiamo fare i conti con un’incombenza che, tra il marasma di lavoro e scartoffie, sicuramente renderà difficile il cammino. Problemi, questi, che ovviamente non vivono i grandi studi, occupati come sono in operazioni finanziarie di ben altra natura e mole. Il punto è che il rapporto che ha il piccolo commercialista col proprio cliente va oltre la mera relazione professionale, in quanto va a stabilirsi in una sfera che definirei quasi ‘amicale’, trasformando il commercialista in confidente al quale affidare preoccupazioni anche di natura personale. C’è chi dice che la colpa sia nostra. A questa gente vorrei chiedere quale soluzione propone per cambiare il quadro attuale. Il punto è che questo genere di rapporto coi nostri clienti ci piace, ma vorremmo poterlo coltivare senza l’oppressione costante di un fisco privo di regole e tempi certi.
Dunque, dicevo che oltre a questo turbinio di emozioni e lavoro, noi commercialisti abbiamo all’orizzonte un’incombenza che, dopo il caos Imu/Tasi, bilanci e UNICO, proprio non ci voleva. Purtroppo però il 31 luglio è alle porte e nessuno sembra deciso a rimboccarsi le maniche per risolvere il problema.
Ennesima scadenza che sta mettendo a dura prova gli studi in virtù dell’ingorgo oramai quotidiano delle scadenze tributarie che, come già delineato, hanno messo in ginocchio tutti gli studi.
Il ritardo della messa a disposizione dei vari software da parte dell’Amministrazione Finanziaria e il caos creato dall’accoppiata vincente IMU/TASI sono elementi che hanno causato lo spostamento in avanti delle scadenze legate a UNICO.
Sul punto vorrei soffermarmi sulle dichiarazioni del collega onorevole Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia, che nei giorni scorsi, interpellato dalla stampa, ha affermato che “al momento il dipartimento Finanze del Ministero dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate hanno concluso che non ci sono i presupposti per una proroga della scadenza relativa alla presentazione del modello 770”. Il sottosegretario Zanetti, a margine di un incontro svoltosi presso la sede dell’Ordine dei commercialisti di Milano, dichiarava altresì che avrebbe continuato a portare avanti la battaglia contro le proroghe concesse all’ultimo minuto. Lo stesso proseguiva affermando che “è in corso un processo di cambiamento, ma ammetto anche che, attraverso questa esperienza politica, ho capito che non sarà né facile né veloce modificare questa cattiva abitudine delle proroghe last minute”.
Ora, non posso che condividere quanto affermato dal collega, ma mi preme precisare che l’abitudine della richiesta delle proroghe, come ben sa il sottosegretario, è stata resa necessaria dall’ingorgo fiscale che certamente non dipende dai commercialisti. Abbiamo adempimenti fra l’altro ravvicinati e spesso anche incomprensibili come nel caso IMU e TASI, ai quali bisogna anche aggiungere i vari software relativi alle dichiarazioni e agli studi di settore, che ogni anno vengono rilasciati con enorme ritardo. Circostanze, queste, non create né volute da noi professionisti!!
Mi duole prendere atto che non si capisca che a noi commercialisti non fa piacere essere costretti a chiedere una proroga e dover ripetere la procedura ogni volta che si presenta una scadenza. Se presentiamo questa istanza, non lo facciamo perché non abbiamo saputo organizzarci, bensì perché non ci è stato dato il modo né la possibilità di pianificare un barlume di organizzazione.
Pertanto mi rivolgo al sottosegretario Zanetti, che in qualità di collega dovrebbe conoscere la situazione. Mi rivolgo a lui chiedendogli quale alternativa possibile conosca.
Noi nei nostri studi trascorriamo intere giornate, sabato e domenica compresi, e di certo non è una grande soddisfazione dover ricorrere alla richiesta di proroga e vedersela concedere a ridosso della scadenza.
Quindi, caro collega, considerato il ruolo che ricopre e tenendo conto che lei è il solo che nei palazzi parlamentari può comprendere di cosa stiamo parlando, mi rivolgo a lei sperando che possa spiegare ai presunti tecnici che la proroga non è sinonimo di cattiva organizzazione dello studio, bensì di una completa disorganizzazione dell’apparato statale, in generale, e finanziario, nello specifico.
Non mi resta che ringraziarla per quanto potrà fare.
Antonio Gigliotti
FiscalFocus