In Irlanda il mondo pro-life festeggia dopo la sconfitta del disegno di legge socialista della scorsa settimana che proponeva di legalizzare l’aborto e sanzionare penalmente la difesa della vita. Tale disegno di legge avrebbe legalizzato l’aborto nei casi in cui la vita della donna fosse in pericolo – anche per minacciato suicidio – e imposto un anno di prigione e 2000 euro di multa per chi offrisse alternative alle donne orientate ad abortire. Esso avrebbe inoltre permesso alle minorenni di abortire senza il permesso dei genitori.
La signora Niamh Ui Bhriain, capo di Life Institute, ha detto che nonostante sia solo il Partito Laburista a sostenere apertamente la legalizzazione dell’aborto, all’interno del governo vi è una silenziosa ma forte fazione che lavora per abolire le protezioni legali per il nascituro. Ha detto inoltre che la sconfitta del disegno di legge è stata dovuta più che altro ad ideologia, i politici infatti si sono accorti che l’opinione pubblica è fortemente contraria alla legalizzazione. Ha avvertito, tuttavia, che il partito laburista continuerà ad esercitare pressioni sul governo per la legalizzazione dell’aborto e che quindi le organizzazioni pro-life non possono abbassare la guardia.
In Galizia (Spagna), il segretario generale della Giunta, Susana López Abella, ha annunciato che il ’nascituro’ dev’essere considerato alla pari dei figli già nati, dunque già membro della famiglia (utile ad esempio nella domanda di aiuti per l’abitazione). Il feto assume dei diritti ancora prima di nascere e la maternità diventa un valore (e non un peso).
Nel Regno Unito un’infermiera cattolica ha vinto una battaglia legale con il suo datore di lavoro, il quale le imponeva di prestare servizio in una clinica per aborti.
Negli USA, in Oklahoma, il governatore Mary Fallin ha firmato il cosiddetto ddl “Fetal Heartbeat”. La normativa impone ora ai fornitori dell’aborto di informare le donne (ma occorre un legge ad imporlo??) su cosa sia l’embrione, e sul loro diritto ad ascoltare il battito del cuore del proprio figlio prima di, eventualmente, sopprimerlo. Una seconda firma ha trasformato il legge un disegno di legge (passato al Senato per 89-0) con il quale si permette alle donne di citare in giudizio un fornitore di aborto se il medico non abbia seguito le disposizioni di consenso informato.
Nel Mississippi il governatore Phil Bryant ha firmato una legge che ha messo nuove norme sulle cliniche abortiste, imponendo a chi esegue l’aborto di essere un riconosciuto ostetrico-ginecologo, ammesso all’ospedale locale. Questo non è affatto facile da ottenere, in quanto i medici abortisti vivono in un altro stato o perché alcuni ospedali sono ufficialmente contrari all’aborto e potrebbero rifiutarsi di associarsi con gli abortisti. «Se le cliniche abortiste chiudono, allora così sia», ha commentato il governatore.
Nel Kansas il senato ha approvato un disegno di legge, se venisse firmato, porterebbe maggiore protezione legale agli operatori sanitari che rifiutano di partecipare ad un aborto (l’86% dei medici in totoale).
In Arizona il governatore Jan Brewer ha firmato un disegno di legge che vieta il finanziamento pubblico dell’ente abortista Planned Parenthood. I fondi saranno destinati alla pianificazione familiare e a soggetti che forniscono assistenza alle donne in gravidanza.
Nello Utah occorrerà ora rispettare un periodo di 72 ore di attesa per le donne in cerca di un aborto, perché esse possano avere tempo sufficiente per prendere una decisione davvero informata.
In Georgia il governatore Nathan Deal ha firmato una legge con la quale si vieta l’aborto dopo la 20 settimana di gravidanza, basandosi sul dolore fetale. Una seconda legge ha reso un crimine aiutare qualcuno a suicidarsi, dunque il divieto al suicidio assistito. La Corte Suprema della Georgia, nel mese di febbraio, aveva già reso incostituzionale pubblicizzare il suicidio assistito.
In Ohio i legislatori hanno introdotto un emendamento per limitare i finanziamenti statali a Planned Parenthood, il più grande ente abortista del mondo. Oggi riceve 1,7 milioni di dollari all’anno in fondi statali, da parte di cittadini favorevoli e contrari all’aborto.
Il Guttmacher Institute, l’istituto di ricerca di Planned Parenthood -ente abortista fondato dall’eugenista Margaret Sanger- si è lamentato affermando che i legislatori statali negli USA hanno proposto ben oltre 400 leggi pro-life nel primo trimestre del 2012.
Linda Gridelli e Luca Pavani