Prospettive di pace vicine in Centrafrica grazie alla Comunità di Sant'Egidio

Creato il 01 marzo 2015 da Marianna06

Un passo verso la pace nella Repubblica Centrafricana.

Alla presenza del corpo diplomatico, di organizzazioni nazionali e internazionali e del governo, il presidente Michel Djotodia, il premier Nicolas Ntiangaye e il presidente del Consiglio nazionale di transizione, Alexandre-Ferdinand Nguendet hanno firmato nella capitale Bangui il "patto repubblicano".

Il documento era stato stilato a Roma, nella sede della Comunità di Sant'Egidio, durante i colloqui di settembre tra esponenti dell'esecutivo, del Consiglio nazionale di transizione, della società civile e delle confessioni religiose.

Il "patto" impegna le forze vive della nazione nella difesa della democrazia e dei diritti umani. Il testo, inoltre, predispone una serie di meccanismi per la prevenzione e la gestione dei conflitti.

Il Paese è caduto in una spirale di violenza dal marzo scorso, quando un colpo di stato dei ribelli della coalizione Seleka ha destituito il presidente Francis Bozizé.

Il leader è stato sostituito da Michel Djotodia. Bande armate fedeli all'uno o all'altro schieramento seminano il terrore. Di recente, ci sono stati dei miglioramenti nella capitale Bangui mentre nelle regioni occidentali e settentrionali si registra un numero incessante di violenze.

Il patto siglato ieri rappresenta dunque un tentativo concreto per mettere fine al massacro. Sancendo «il rifiuto della violenza armata e la lotta alla corruzione», ha sottolineato il sottosegretario agli Esteri, Mario Giro rende possibile far procedere «il confronto tra le parti».      

                                                                                                         (Fonte Avvenire)

                   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana) 


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