La fossa delle Marianne, il punto più profondo dell'intera crosta terrestre, è tutt'altro che priva di vita: non stiamo parlando soltanto di microrganismi invisibili ad occhio nudo, ma di esseri viventi osservabili tramite apposite telecamere, e ben più bizzarri di quanto ci si aspettasse.
La fossa delle Marianne si trova ad est delle Isole Marianne, è lunga circa 2.550 chilometri e larga 69. Viene considerato il punto più profondo della Terra (10,91 - 11,03 km sotto il livello del mare): se ci si trovasse a quelle profondità, la pressione della colonna d'acqua sovrastante raggiungerebbe i 1.086 bar, oltre un migliaio di volte la pressione atmosferica sperimentabile al livello del mare.
Finora, solo tre missioni sono riuscite a raggiungere il fondale della Fossa. Nella prima immersione del 1960, il batiscafo Trieste portò Don Walsh e Jacques Piccard a 10.916 metri di profondità, consentendo loro di osservare pesci di 30 centimetri di lunghezza che non mostravano alcun problema apparente nel vivere in un ecosistema così estremo.
Nel giugno 201, un team composto da ricercatori dello Scripps Institution of Oceanography e del National Geographic ha installato nella Fossa delle Marianne alcune "dropcams", telecamere subacquee dotate di fari e in grado di filmare ad alta risoluzione uno degli ambienti meno esplorati del pianeta.
"Gli animali del fondale sono stati attirati di fronte alle telecamere con un'esca, una tecnica sviluppata dal professore John Isaacs della Scripps intorno agli anni '60" spiega Kevin Hardy, membro della spedizione. "I ricercatori dello Scripps sperano di poter catturare e portare in laboratorio nuovi esseri viventi per studiarli in acquari ad alta pressione che replicano l'ambiente della Fossa".
I ricercatori hanno documentato l'esistenza di alcune delle forme di vita più estreme della Terra, tra le quali gli xenophyophores, protozoi marini giganti composti da una singola cella delle dimensioni di circa 10 centimetri.
Questi organismi sono stati avvistati ad una profondità di 10.641 metri all'interno della Sirena Deep della Fossa. Si tratta dei primi protozoi di questa classe mai osservati a queste profondità: il record precente era stato registrato nella Fossa delle Nuove Ebridi, a 7.500 metri sotto il livello del mare.
Gli xenophyophores sono tra le singole cellule più grandi finora note alla scienza. Possono intrappolare particelle in sospensione nell'acqua, accumulando piombo, uranio e mercurio in quantità tali da uccidere qualunque altro essere vivente, ma riescono stranamente a sopravvivere.
Possono inoltre resistere a condizioni ambientali proibitive per la maggior parte delle forme di vita conosciute: vita in totale oscurità, a pressioni e temperature insopportabili.
Vivono in densità di circa 2.000 individui per 100 metri quadrati, cosa che li rende gli organismi dominanti in molte delle profondità oceaniche di tutto il mondo. Ma sono estremamente difficili da studiare: sono esseri viventi molto fragili, e riportarli in superficie senza le dovute precauzioni equivale per loro a morte certa.
"L'identificazione di queste cellule giganti in uno degli ambienti marini più profondi del pianeta apre la strada ad habitat completamente nuovi per studiare la biodiversità, il ptenziale biotecnologico e l'adattamento a condizioni ambientali estreme" afferma Doug Bartlett, microbiologo e organizzatore della spedizione.
Gli xenophyophores sono solo un piccolo esempio di ciò che le profondità marine nascondono ai nostri occhi. Assieme a questi microrganismi giganti, nella Fossa delle Marianne sono state osservate anche meduse e altri animali misteriosi.
Gli xenophyophores condividerebbero il loro habitat con altri esseri monocellulari delle profondità marine, i Foraminiferi, organismi generalmente non più grandi di qualche millimetro ma che possono superare i 15 centimetri di dimensione.Bel 2005, sono stati recuperati 432 foraminiferi dalla Challenger Deep, sempre nella Fossa delle Marianne, ad una profondità di 11.034 metri.
"In quanto una delle unità tassonomiche che vivono soltanto nelle profondità marine, gli xenophyophores sono emblematici di cosa possano offrirci i fondali. Sono giganti estremamente interssanti che si sono adattati alla perfezione alle a condizioni estreme, ma allo stesso tempo sono fragili e poco compresi. Questi e molti altri organismi strutturalmente importanti delle profondità hanno bisogno del nostro supporto man mano che le attività umane si spostano in acque sempre più profonde".
Giant Amoebas Discovered in Deepest Ocean Trench