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Provaci ancora s...tronzo

Da Miwako
AVVERTENZA: Quello che segue, sarà un post scurrile, volutamente senza censure e assolutamente non scremato.
Stanotte, in preda all'insonnia più nera, sono finita nel mio personalissimo Archivio personale 'NFAMI E SIMILARI, in cui custodisco gelosamente una serie di figure retoriche di masculi (ma non per forza tali) da cui ho subito abbordaggi più o meno invasivi; così, ho deciso di allestire una permanente per omaggiare suddetti loschi figuri. In occasione del vernissage, indosso un pigiama con gli orsi e un buco nei pantaloni, una sciarpa trovata in casa e una coperta di pile con due delfini molto più simili a due ornitorinchi obesi piuttosto che a due Narvali del Mediterraneo.
Ma bando alle ciance, che si aprano le danze.
L'ORMONAUTA AL GALOPPOEstate. Festa in piscina. Con alcune amiche, ci facciamo strada tra la folla per raggiungere il miraggio (l'isoletta etilica); sgomitando passiamo tra un gruppo di adolescenti che ululano ubriachi assieme ai loro ormoni, e uno di loro dice ad un suo amico: "A quella col rossetto rosso glielo sbatterei in bocca". Silenzio stampa da parte mia e del mio rossetto.
L'INTENDITORE DELICATO, DELICATO COME UN PIUMINO ARGENTATOInverno. Discoteca. Blocco della circolazione. D'improvviso, sento una mano passarmi attraverso (letteralmente, attraverso), tipo Ghost, solo "leggermente più giù" di dove era toccato a Demi. Incazzata come una iena, mi volto di scatto e lo vedo. Sta in un angolo e sorride, impasticcato e beato. E indossa un piumino argentato. Tremendo, di quelle cose così oscene che quando le vedi vorresti che ti cascassero gli occhi. Lui non mi vede neanche arrivare, io non sento nemmeno più la musica, vedo solo fotogrammi. Due mani, le mie. Un collo, il suo. Sei mani, le mie amiche. Placata come un rugbysta di 130 chili (splendida regina), cerco di farmi sbollire la rabbia.Finisce con un suo amico che si genuflette scusandosi per il suo comportamento. Io, sono ancora iraconda e decido che è meglio che me ne vada.
IL NOSTALGICONon ricordo dove, forse il bar di un lido. Io, al banco, aspetto un Mojto. Lui (non il Mojto ahimè) arriva, si affianca, mi guarda e proferisce la seguente frase "Cosa fai per il resto della tua vita?". Io, "Riderò di te". Non gliel'ho detto, ovviamente, era quasi "tenero" in quell'approccio maldestro.
IL VISCIDO QUALUNQUISTABorgo Albizi, di ritorno dal lavoro. I TRE TRE spuntano all'orizzonte, li vedo già con quell'aria da femmene uommene vann'a cacc'. Il più tamarro, il più lampadato, col numero di sopracciglia direttamente proporzionale ai suoi neuroni, mi viene incontro sorridendo:"Ciao, quanto tempo!"Falso, penso io, lo so già dove vuoi andare a parare, e se lo fai giuro che ti stacco la lingua a morsi e poi ti svuoto una saliera in bocca "Ciao.""Sbaglio o ci siamo già conosciuti?"LOSAPEVO-LOSAPEVO-LOSAPEVO. "Ti prego, ti scongiuro, no. In questo momento sono la tua migliore amica, dopodichè torneremo ad ignorarci, ma ora ascoltami, questa è la frase peggiore che tu possa dire per abbordare qualcuna. Fidati di me. Non farlo mai più""Ma noooo, ma ci siamo conosciuti alla festa di dani..pao...drea!!!""Se è così non ti dice niente il fatto che non mi ricordi di te? Vuoi un aiutino?"" Ma te lo giuro""A- ha. Bene, si è fatto tardi. Ciao"
LO SCIOVINISTA AGGRESSIVO, MICA TANTO PASSIVOPrimo anno di università, la mia coinquilina ed io siamo in un locale qualunque. Lui, il caso umano, si avvicina incespicando tra una folla immaginaria e mi siede accanto, ebbro come un proletario dopo una rivolta andata a buon fine. L'amico Fritz, fenomenale ma meno scandaloso a confronto (la relatività è determinante qui), siede accanto alla mia amica. Due chiacchiere circostanziali, DaDoveVieniCheFaiQuantiAnniHaiCazziTuoiMai? Dopodichè, il caso umano, ha la brillante idea di mordermi. Si, esattamente. Proprio li, sulla mia diafana spallina nuda. "Aggiungiamo un po'di mistero alla serata", farfuglia con quel tappeto alcoolico che si ritrova al posto della lingua. Io, acida come una secchiata di muriatico, "Perchè non aggiungi ulteriore mistero e sparisci?". Lui s'imbufalisce come un muflone ferito nell'orgoglio, si alza di scatto e inizia a dimenarsi. Non so quale fosse l'effetto che avrebbe voluto ottenere, ma sfortunatamente, il fato ha omaggiato il caso umano con un'altezza di ben 1,52 mt, il volto di un troll e due piedi troppo grandi per la sua dimensione; quindi la cosa risulta alquanto bizzarra.L'amico Fritz cerca di sdrammatizzare e calmarlo, ma lui, il caso umano, non lo ascolta nemmeno,  e inizia a lanciare una serie di insulti vari ed eventuali tra cui ne spicca uno, bellissimo, frutto di millenni di pregiudizi, rabbia momentanea marinata in pura supponenza fiorentina "VAFFANCULO TE E TUTTO IL VENETO". E li, io esplodo. Rido convulsa fino a che non riscopro che (sorpresa-sorpresa) anch'io ho gli addominali, fino a che non mi vengono le lacrime agli occhi e, finalmente, non lo vedo più. Poi, di botto, mi faccio seria, prendo l'amico Fritz per la collottola e gli intimo di caricare a spalla quel cazzone avariato del suo amico e portarlo in un luogo sicuro, dove io non lo possa trovare mai.Suggerimento che, l'amico Fritz, prende fortunatamente alle lettera.
Ce ne sono stati altri, in questi anni, come ad esempio il CUBANO TUTTO TANO, ma per ora ve li risparmio e me ne torno a lavare i piatti nella vasca da bagno. Non fate domande, è una storia lunga come me.
PROVACI ANCORA S...TRONZO

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