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Proviamo a ripartire dalle basi

Da Marcofre

La descrizione, di un personaggio oppure un ambiente, ma non solo questi, è un problema. Come agire? Esiste un metodo?
Non ne ho idea, e questo è uno di quegli argomenti che spesso si affronta, e si crede di superare, con le ovvietà.

Se io adesso dicessi per esempio che “I parcheggi vanno costruiti dove servono” direi un’ovvietà. Magari qualcuno applaudirebbe fino a spellarsi le mani perché troverebbe in una simile frase dei forti argomenti.

C’è gente che anche in una rapa troverebbe dei forti argomenti.

Così se affermassi che la storia “sa” già tutto, e che è sufficiente non discostarsi da essa, cosa avrei detto?

Si procede con cautela. Una storia non è mai uguale a quella precedente. Anche se l’argomento sembra lo stesso; benché lo stile sia il medesimo. Quindi è come ricominciare ogni volta da capo. Poi viene il momento che si riscrivere sempre la medesima storia, perché la vena si inaridisce, ma questo è un altro problema.

La descrizione dicevo. Carver non amava certe descrizioni troppo particolareggiate. Nemmeno io, però questo non risolve affatto la questione.
Si dice per esempio che la mancanza di descrizione sia una sudditanza a un certo cinema tutto azione e adrenalina. Pellicole dove non ci deve mai essere una pausa, un momento di riflessione, perché altrimenti il pubblico si annoia.

Alt. Proviamo a ripartire da qui.
Chi scrive farebbe bene a ricordare sempre che la narrativa è un’altra forma di espressione. Può mutuare certi modi da altre forme di espressione, lo ha fatto e lo farà sempre. Ma è un’altra faccenda. Se non ci si ricorda più della sua diversità, ci si incammina in un percorso forse destinato al successo. Ma non ad avere peso, probabilmente.

Primo: la narrativa è un’altra faccenda. Quindi deve obbedire a leggi sue proprie.


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