"Le Province subiranno, a causa della spending review, un taglio di 500 milioni di euro per il 2012 e di 1 miliardo di euro per il 2013 perché il Governo considera come consumi intermedi un totale di 3,7 miliardi di euro: in realtà questa cifra include voci di bilancio delle Province che non sono consumi intermedi aggredibili, bensì servizi"Il comunicato. Così in un comunicato uscito ieri, insieme a una ricostruzione dei tagli che la spending review ha portato [vedi I tagli previsti dalla spending review sulle Province], tagli che secondo le province metterebbero nientepopodimeno che a rischio la riapertura delle scuole perchè, tra i costi aggredibili, vi sarebbe anche la manutenzione degli edifici scolastici e il trasporto degli studenti. Metterebbero a rischio anche altri servizi essenziali, dato che ci siamo, ma ci focalizziamo sulla scuola, tema forte.
"Non siamo in grado di garantire che i 5000 edifici scolastici che gestiamo possano iniziare l'anno scolastico", ha lanciato l'allarme Saitta [pres. prov. Torino, ndr], secondo cui inoltre "se il Governo non dovesse cambiare idea la metà delle province andrà in dissesto finanziario: il commissario Bondi non ha considerato che noi svolgiamo funzioni che non sono tagliabili".Il che sembra un grido di allarme vero e proprio. Il buono del cominciare a tagliare, insieme a quello di meno buono che c'è come, per esempio, tagliare i servizi e non i costi, è che ogni amministrazione tagliata tira fuori dal cilindro qualche spesa che si potrebbe eliminare, dalle altre amministrazioni però:
"Perché invece non si riesce ad intaccare le 3.127 società ed enti partecipati regionali che costano 7 miliardi l'anno? - si è chiesto Castiglione -. Due miliardi e mezzo è il costo dei soli Consigli di amministrazione"che è anche la domanda che altri si erano posti, senza ottenere risposta.
Il Ministro Giarda. A dar manforte alle province arriva anche un membro del governo, il Ministro Giarda, con una lettera indirizzata a Saitta
"Caro Presidente, ho cercato invano di far cambiare quella norma. E' contraria a tutto quello che ho sempre pensato in materia di finanza locale. Speriamo che il Senato sia più saggio del Governo"L'iniziativa. E che i presidenti di provincia si siano veramente arrabbiati lo si capisce anche da iniziative come questa del presidente Upi Veneto Muraro
Insomma, credo che, come auspica Giarda, il decreto subirà delle modifiche al passaggio in Senato, perchè quegli stessi presidenti di provincia sono anche esponenti di quegli stessi partiti che siedono in Parlamento. Il rischio, obiettivamente, c'è: c'è il rischio che si taglino spese per servizi e non costi e c'è il rischio che ognuno tiri l'acqua al suo mulino e non voglia mollare niente. Insomma, una gran confusione. Del resto, se mai si inizia non si arriva da nessuna parte, l'essenziale è che qualcosa cominci a muoversi, anche perchè lo spread, come si vede, non aspetta.Oggi a Verona abbiamo discusso quali le azioni possibili da intraprendere come segnale 'eclatante': innanzittutto, lo sfratto di quegli Enti statali in affitto dalle Province che in base alla spending review non verseranno più l'affitto. Ma altre sono le proposte fatte dai presidenti che hanno fatto emergere tutto il malessere e le difficoltà di queste rappresentanze territoriali di fronte a certe scelte del Governo. Credo che questo sia solo l'inizio della sinergia fra enti del nord e auspico il coinvolgimento anche delle Regioni interessate. Perchè questa è una battaglia per la collettività!”