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Provincialotta, io?

Creato il 29 gennaio 2011 da Taccodieci @Taccodieci
Tutto è iniziato con un treno ed un biglietto per Milano.
Sono salita sul Frecciabianca e mi sono trovata accerchiata da un milione di portatili e Blackberry in varie forme e colori. E poi dicono che fumare fa male... Certo, fumare è indubbiamente una pessima abitudine, ma vogliamo parlare dei rischi  di avere centinaia di portatili e Blackberry attaccati al cervello per oltre quattro ore (contando andata e ritorno)? Come se non si potesse sopravvivere per un paio d'ore senza internet... Volevo quasi scriverlo su Facebook, dal momento che ho un cellulare con connessione flat 24su24.
Ero partita con un'intenzione ben precisa (oltre, ovviamente, alla ferma determinazione a non perdere una sillaba dell'incontro di lavoro cui avrei dovuto partecipare): piazzarmi sotto gli studi di Radio 105. Contavo di farcela nel primo pomeriggio. Avrei visto quelli dello Zoo, che personalmente non mi piacciono un gran che, ma sarebbe comunque stato vedere un pezzo della radio che da cinque anni a questa parte mi tiene compagnia in auto ogni giorno.
Un volta a Milano sono uscita dalla stazione centrale e, per la prima volta nonostante sia chiaro che non è la prima volta che vado a Milano, gli occhi mi sono caduti sul palazzo che si trova nel piazzale antistante la stazione, giusto alla sua destra. "Toh, guarda, il palazzo della Regione Lombardia", ho pensato. E subito dopo: "mi pare di ricordare che la Regione Lombardia si sia trasferita in un grattacielo importantissimo... aspetta... si chiamava....". Poi ho avuto l'illuminazione: "oh, il Pirellone!". Ce l'avevo avuto sotto gli occhi chissà quante volte e non l'avevo mai notato.
Il mio treno è arrivato alle nove e l'incontro di lavoro era alle dieci. Il lasso di tempo era appena sufficiente a compiere il tragitto dalla stazione all'hotel. E ovviamente mi sono persa.
La striminzita mappa di Google riportava una media di un nome ogni dieci strade: davvero pensavo di potercela fare? Per fortuna ho un ottimo senso dell'orientamento. Non so come, ma ad un certo punto sono praticamente andata a sbattere contro gli studi di Radio 105. Senza volerlo, giuro. Da brava soldatina volevo compiere prima il dovere e poi il piacere, ma come fare a resistere agli studi di Radio 105 tra le sette e le dieci del mattino, con Marco Galli in studio?

Provincialotta, io?
Non volevo credere ai miei occhi, ma una luminosa scritta rossa mi informava che sì, era tutto vero: i ragazzi erano "on air". Lo so che ho dei sogni del cavolo, ma era pur sempre un sogno covato per anni che si stava realizzando e scusate tanto se sono rimasta imbambolata là sotto, se ho cercato di sbirciare attraverso le tendine chiuse, se mi sono autofotografata là davanti come una... provincialotta. E mannaggia al tempo tiranno, che mi ha fatta andare via prima che finisse la trasmissione, per seguire quel pizzosissimo incontro di lavoro.
Non so come sono riuscita a raggiungere il luogo dell'incontro. Probabilmente seguendo un coniglio bianco, visto lo stato sognante in cui ero.
Tralascio la parte lavorativa, vi và?
Al termine dell'incontro sono andata a fare un giretto in piazza Duomo. Probabilmente molte ragazze avranno pensato che fossi lesbica, ma ci tengo a precisare che, mentre vagavo col nasino all'insù tra le vetrine, non erano sguardi "vogliosi" i miei. Io stavo semplicemente ASSIMILANDO! Quando ricapita di imbattersi in così tante inconsapevoli fashion guru?
Già perchè Milano è "avanti", in tantissimi sensi. La moda, ma non solo. Tutto passa prima di là, per poi arrivare, in ritardo e rimaneggiato, nella provincia in cui vivo. E' stato un giro affascinante. Le griffe mi circondavano e quando sono passata davanti ad un mega-negozio della Guess e ho guardato il mio orologino Guess al polso, mi sono sentita parte anch'io di un disegno superiore. Caspita, io sono stata decisamente progettata per vivere in una grande città. E invece, guardando quelle ragazze vestite decisamente bene anche con qualche straccetto di Gap (sì, c'è perfino Gap!) addosso, sicure di sè, con pettinature semplici e fantastiche, mi sono sentita, per la prima volta in vita mia, decisamente "provincialotta". Mi sono guardata i texani sformati ai piedi, mi sono specchiata nella vetrina dei fratelli Prada e non so, ho avuto una spiacevole sensazione.
Non ho affogato il dispiacere nello shopping, visto che non mi sarei potuta permettere nulla di quanto esposto.
L'unico shopping che mi sono concessa è stato in farmacia, alla ricerca di uno shampoo introvabile nella mia piccola provincia. E in farmacia ho assistito alla scena di un ragazzino decisamente piccolo (anche se la mia percezione dell'età anagrafica ammetto che è distorta da quando i minorenni hanno preso a darmi del lei) che chiedeva alla commessa indicazioni sui preservativi.
- Avete solo questi? (l'esperto...)
- Sì, abbiamo finito gli altri.
- Avete anche scatole grandi? (e che ci dovrai mai fare? No, non lo voglio sapere...)
- Quelle più grandi sono da 12.
- Quanto costano? (della serie: vediamo se ce la faccio con la paghetta...)
- 13 euro.
- Ok, allora una confezione.
Sì, decisamente Milano è "avanti". Io, nonostante la mia veneranda età, non intrattengo una farmacista a parlare di preservativi. Al massimo arraffo i primi che mi capitano sotto mano ed esco dalla farmacia prima che possa entrare qualcuno che conosco.
Sulla strada del ritorno sono passata nuovamente sotto gli studi di Radio 105 e quando Alessandro Cattelan mi ha guardata dallo studio (sì, è successo veramente) io ho distolto lo sguardo imbarazzatissima e ho continuato a camminare verso la stazione cercando di confondermi in una folla inesistente.
Sono decisamente provinciale.
La Redazione

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