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Provocazione in forma d’apologo 201

Creato il 05 luglio 2011 da Fabry2010

Da bambino la sua passione erano le rappresentazioni miniaturizzate della vita, meglio se incastonate l’una dentro l’altra. Mostrava anche una preoccupante attrazione per specchi, microscopi e binocoli. Poi crescendo si era scosso: aveva scritto saghe diventate best seller, venduto centinaia di migliaia di copie. Ma in seguito, forse tornato ai primi amori, si era limitato a qualche articolo d’erudizione, a delle note a margine. Quando, né vecchio né giovane, morì, nel grande cassetto centrale della sua scrivania, in un guazzabuglio di cartoline d’auguri, pubblicità postali e ritagli sottolineati, trovarono una busta spiegazzata.
Nella busta, un foglio a stampa con le seguenti frasi:
“Da me si aspettano ancora dei racconti, ma io non ne ho più. Ho soltanto un cassetto pieno di collane col filo spezzato o sul punto di spezzarsi, perle che vanno e che vengono rotolando con un ronzio sottile. E in ogni perla altri cassetti, altre collane, altre perle ancora. E i mutamenti delle nuvole, gli odori dei paesaggi, le imminenze d’attesa dei tramonti che non sfociano se non in altre notti e altri giorni. E sempre, quando un intreccio o un personaggio sembrano riaffacciarsi, subito vengono a distogliermene perle e collane, nuvole e odori, attese che non portano a niente – se non, a volte, ad esiti così repentini e bizzarri che non vale proprio la pena di parlarne, e ancor meno di scriverne”.
Sotto, una mano affrettata ma ferma aveva aggiunto queste parole:
“Perle, collane, nomi nudi. E la speranza che questo groviglio colorato sia il rovescio di un tappeto bellissimo”.



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