Pubblicato da robertorossitesta su dicembre 13, 2011
Fra pochi mesi Antonio e Clara festeggeranno i venticinque anni di matrimonio. Un buon matrimonio. Niente figli, all’inizio erano troppo concentrati su altro, poi quando ci hanno pensato si son resi conto che d’un tratto era diventato troppo tardi, e responsabilmente hanno lasciato perdere. Ma un buon matrimonio, davvero.
E tuttavia, quant’è buona una cosa se non se ne celebra all’intorno la bontà?
Così Clara e Antonio hanno telefonato, non lo facevano da anni, al loro vecchio compagno di scuola ora parroco per organizzare una piccola funzione da tenersi nel fatidico giorno, e hanno fissato per lo stesso giorno in un ristorante famoso e costoso un banchetto da cinquanta coperti; non hanno grandi relazioni, e nessuno fra parenti, amici e colleghi potrà dire d’essere stato dimenticato.
Mentre questi preparativi avanzavano, il matrimonio franava. Oh, niente d’eccezionale all’inizio, e nemmeno più avanti: movimenti di sabbia, sassolini che schizzavano dai discreti alloggiamenti dove avevano sonnecchiato per tanti anni, e rotolavano via senza fare rumore.
Ma i due hanno l’orecchio fine, che sente anche ciò che non si ode. E non sono nemmeno degli ipocriti, sicché cercano di affrontare la nuova e inattesa questione, ma non ne vengono a capo; del resto, come venire a capo di movimenti di sabbia, di sassolini che schizzano e rotolano via senza fare rumore?
Antonio e Clara allora tentano di bloccare la macchina dei festeggiamenti appena messa in moto, ma gli si para davanti l’atteggiamento arcigno e incomprensivo del ristorante famoso e costoso; ciò che li sorprende non poco; ma il mondo è cambiato senza che se ne accorgessero, e in proposito, leali come sono, sanno che dovrebbero accusare innanzitutto se stessi.
Prendono pertanto un’eroica e pratica decisione: evitare l’imbarazzo di parlare a quel sant’uomo dell’amico prete, portare a termine il giro degli inviti, e lasciar che le cose succedano; dopo si vedrà.
Arriva il gran giorno. I due separatamente rincasano per prepararsi alla festa; attraversando l’androne vedono nella buca delle lettere la busta intestata di un famoso e costoso studio legale, busta che nessuno dei due ritira. Forse chi ha preso l’iniziativa si dispiace o almeno si secca che proprio stavolta il servizio postale sia stato così efficiente; l’altro non può non capire di che cosa si tratta. I due, lo si è detto, non sono ipocriti ma sono civili, e poi di fronte alla decisione presa e all’azione intrapresa non resta molto da fare, almeno adesso. Perciò Clara e Antonio, ancor meno loquaci del solito ma insolitamente gentili si vestono e vanno all’informale cerimonia e al fastoso banchetto. I quali hanno luogo regolarmente, e col più grande successo.