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Provocazione in forma d’apologo 210

Creato il 27 dicembre 2011 da Fabry2010

Pubblicato da robertorossitesta su dicembre 27, 2011

Mio padre amava la geografia, sicché, stupidamente, io la odiavo.
Sull’argomento c’era una cosa soltanto a metterci d’accordo: l’enciclopedia geografica della De Agostini intitolata “Il Milione”.
Mio padre, profondo nel suo essere pratico, passava le ore a controllare chi confinava con chi, quali stati e in quale sequenza fossero bagnati da un medesimo fiume; mentre io, in attesa di perdermi nelle mie nebbie, andavo appresso a quelle altrui, e m’incantavo sulle saghe e sulle leggende, sui costumi e sugli usi.
Il ricordo più vivo però non è incantato, né riguarda un uso incantevole.
Riguarda bensì l’antica tecnica di caccia all’elefante da parte dei pigmei. Costoro ben conoscevano le strade percorse dalla loro preda, e in certi punti opportuni scavavano delle buche nelle quali si nascondevano, dopo averle ben coperte di rami e di foglie. Quando l’elefante gli giungeva accanto, balzavano fuori e con lame rozze ma affilatissime lo sgarrettavano, in modo tale da immobilizzarlo e infine abbatterlo. Quindi, sdegnando l’avorio, banchettavano con bistecche di proboscide, banchetti durante i quali si battevano il cinque l’un l’altro, gridando: “Ben scavato, vecchia talpa!”.
Del tempo di quelle letture questo è il ricordo più vivo; nondimeno, essendo io – insieme a tanti altri – ormai piuttosto malvivo, di certo su qualche particolare mi confondo.


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