a cura di Franz Krauspenhaar
Sei uno scrittore. Chi te lo fa fare?
Non lo so. Quando durante l’infanzia ho scritto la mia prima poesia non mi sono chiesta perché lo facessi e neanche dopo.
Però sono contenta e fortunata perché la scrittura ha attratto verso la mia persona cose molto importanti e belle: amicizie, incontri, viaggi, scambi di ogni genere. Attraverso la pratica della scrittura ho esaudito molto desideri, capito alcune cose e fatto parecchie scoperte.
Amori e odi letterari. Per favore alla voce odi non citare solo gente defunta.
Da un libro esigo che mi insegni qualcosa, anche piccola, almeno una parola che non conoscevo, una situazione inesplorata, uno stupore, non amo il meccanismo dell’identificazione e quando leggo un libro voglio trovare altro da me, essere proiettata fuori e altrove.
Amori letterari: Bret Easton Ellis, Sandro Penna, Gertrude Stein, Clarice Lispector, Joseph Conrad… Andando tra gli italiani viventi perché so che è qui che vuoi andare a parare J dico: Gemma Gaetani, poetessa spesso fraintesa, Tommaso Labranca, Piersandro Pallavicini.
Antipatie letterarie (odio è davvero troppo): tra i famosi Alessandro Baricco, tra gli sconosciuti Walter Binaghi, tutte le scrittrici italiane della corrente “pompino&mojito&movida”, scrittori noir ipersopravvalutati che “fotografano con spietatezza questa Italia”.
Non amo molto l’eccessivo sperimentalismo in poesia anche perché spesso i suoi rappresentanti se la tirano senza averne davvero donde.
Mi è sempre stato antipatico Antonio Moresco, ma ho letto il suo ultimo libro “Gli incendiati” e mi è piaciuto molto, quindi mi sono ricreduta.
Quanto pensi di valere? Per favore rispondi non in scala da 1 a 10 ma con un discorso articolato.
Non saprei quantificare, ma assegno alla scrittura un valore molto alto e cerco di praticarla con serietà.
Cosa pensi dell’amore? (Rispondi a parole tue)
È indispensabile per la non disgregazione dell’”io” e anche per l’ispirazione. Io ne ho una concezione picaresca e non vedo l’ora di diventare vecchia e di passare ad altro (ad altre forme di amore).
Pensi che Dio, che tu ci creda o no, è ancora “materiale letterario”?
Sì, ma preferisco Gesù.
Sei invidioso?
Non è il primo dei sette vizi capitali che albergano nel mio animo (se la giocano l’ira e l’accidia), ma qualche volta mi capita, certamente.
Preferisci una notte d’amore stupenda con il partner ideale o una maxirecensione di D’Orrico?
La maxirecensione di D’Orrico.
Cosa pensi del Nobel della Letteratura a Bob Dylan? Sei favorevole o contrario?
Bob Dylan dovrebbe essere premiato con il Nobel Per L’Inconscio Collettivo.
Da un punto di vista estetico ti sembra giusto che lo Strega l’abbia vinto Pennacchi e non l’Avallone?
Silvia Avallone è una bella e brava poetessa, il suo romanzo non l’ho letto, Antonio Pennacchi mi sta istintivamente simpatico, ma anche il suo libro non l’ho letto. Ho bruttissimi ricordi con il liquore Strega, per me è peggio dell’olio di fegato di merluzzo.
Progetti per il futuro?
Sto scrivendo un romanzo di fantascienza, uscirà a gennaio per l’editore Castelvecchi.
Francesca Genti è nata a Torino il 27 giugno 1975.
Vive a Milano.
Ha pubblicato le raccolte di poesia Bimba Urbana (Modena, Emilio Mazzoli, 2001), Il vero amore non ha le nocciole (Padova, Meridiano Zero, 2004), Poesie d’amore per ragazze kamikaze (Roma, Purple Press, 2009) e il libro di racconti Il cuore delle stelle, aggiornatissimo catalogo dei maghi (Roma, Coniglio Editore, 2007).
è di prossima pubblicazione, per i tipi Castelvecchi, il romanzo Noi, dandy di Lambrate.
Sue poesie e racconti sono presenti in numerose antologie italiane e straniere.
Oltre a scrivere, realizza lavori di arte visiva e libri d’artista, l’ultimo dei quali si intitola Sotto Botta.
Collabora in qualità di paroliera con vari gruppi musicali (suo il testo della canzone Dark Room, nell’album Amen, grande successo dei Baustelle).
Insieme alla poetessa Anna Lamberti-Bocconi organizza a Milano la rassegna poetica I giovedì di Sud.