a cura di Franz Krauspenhaar
Dieci domande secche (o delle 100 pistole) a scrittori e poeti italiani. Sempre le stesse domande per tutti, non si scappa. Scrittori e poeti giovani e meno giovani, famosi e poco conosciuti. Domande provocatorie (forse) sulla vocazione letteraria. Uno spaccato, un ritratto, un modo di vederci più chiaro, uno spunto per approfondire una conoscenza. Uomini e donne che fanno della loro vita un romanzo non solo da continuare a vivere ma anche da continuare a scrivere. O sotto altre forme della scrittura, come la poesia. Un modo per essere al mondo ed esprimere non solo se stessi ma proprio questo mondo che noi siamo e allo stesso tempo ci contiene.
Sei uno scrittore. Chi te lo fa fare?
Mi piace. Come mi piace andare al fiume.
Amori e odi letterari. Per favore alla voce odi non citare solo gente defunta.
Non odio nessuno, non mi sono simpatici i fighetti, i somelier dell’arte e i moralisti che non sanno voler bene agli errori. Amo le persone in grado di sbagliare con generosità e che poi sono diventate mie amiche.
Quanto pensi di valere? Per favore rispondi non in scala da 1 a 10 ma con un discorso articolato.
Penso di poter valere molto in potenziale ma non mi sento di aver dato ancora nulla di importante e questo spesso è un dolore con cui sto lottando e che spero di uccidere prima di morire.
Cosa pensi dell’amore? (Rispondi a parole tue).
È qualcosa che ignoro e che mi ha fatto molto soffrire e molto anche rotolare rovinosamente, che molto spesso ho disprezzato e relegato a volgare automatismo fisiologico, ma anche l’odio è un automatismo.
Pensi che Dio, che tu ci creda o no, è ancora “materiale letterario”?
Dio non è mai stato un materiale letterario, lo sono stati i santi con le loro schizofrenie, le loro ignoranze gravide di poesia e i loro conflitti sadomasochistici con il mondo. Credo che non possa esistere altro materiale letterario neppure oggi, a qualunque Dio esistente o meno ci s’annodi.
Beh, oddio…
Sei invidioso?
Cerco di sfogare con sincerità il conflitto.
Preferisci una notte d’amore stupenda con il partner ideale o una maxirecensione di D’Orrico?
Nella triste città / mani di freddo acciaio / applaudono la festa di pagliacci estranei. / La pioggia cade nel grigio lontano. (Syd Barrett)
Ho capito. Cosa pensi del Nobel della Letteratura a Bob Dylan? Sei favorevole o contrario?
Va bene.
Da un punto di vista estetico ti sembra giusto che lo Strega l’abbia vinto Pennacchi e non l’Avallone?
Oh, dove sei adesso / salice piangente che sorridevi tra queste foglie? (Syd Barrett)
Ho capito anche questa. Progetti per il futuro?
Sto scrivendo una favola per l’infanzia, un romanzo storico e il terzo libro di poesia.
Davide Nota è nato nel 1981 a Cassano d’Adda (MI) da padre lucano e madre marchigiana. Risiede dalla prima infanzia ad Ascoli Piceno. Ha studiato a Perugia dove si è laureato in Lettere moderne con una tesi sulla “Nuova poesia italiana”. Redattore e fondatore del portale di poesia e realtà “La Gru”, ha pubblicato i libri di poesia Battesimo (LietoColle, 2005) e Il non potere (Zona, 2007).
Nel 2009 ha curato il libro di Gianni D’Elia Riscritti corsari (Effigie 2009, con una prefazione di Furio Colombo) e ha organizzato l’e-book Calpestare l’oblio in collaborazione con le redazioni di Argo, Left e L’Unità.
Dal 2008 vive a Roma, dove lavora e scrive.