Lo sentite?
Lo sentite?
Le farfalle svolazzano per aria, ragazzini tredicenni entrano in profumeria quando fino al giorno prima avevano giocato con i Gormiti, in TV lui le lascia l’ultimo cioccolatino e lei impazzisce come se fosse un Bulgari. E poi loro, gli orsetti che spopolano in tutti i negozi. Sul pancino hanno la scritta “Try me” e quando la schiacci ti propongono una cantilena di “I love you-I love you-I love you-I love you- I love you che a confronto mia nonna che dice il Rosario con la tv sincronizzata in diretta da Lourdes mi pare faccia qualcosa di più creativo.
Ci siamo. Sta arrivando San Valentino!
Ci sono le caramelle fatte a cuore, i porta foto fatti a cuore, le torte fatte a cuore. I porta chiavi fatti a cuore, i fazzoletti con i cuori. Ve lo dico: siamo solo a gennaio e io sono già in extrasistole
Ma cosa volete, è tutta colpa di Cupido. Che con le frecce, diciamocelo, è un disastro. Non dico che metta la freccia ogni volta che qualcuno deve svoltare. Siamo esseri umani, non Fiat. Ma almeno le frecce d’emergenza, ogni tanto, a qualcuno, potrebbe anche concederle
Ma non è tutto miele ciò che luccica. Perché a volte è proprio quel giorno a creare litigi e incomprensioni. E anche se c’è una regola del diritto amoroso consuetudinario secondo cui ” Non puoi lasciarmi a San Valentino”, a volte pure questo accade. Ogni ragazzo ha infatti un suo personalissimo modo di interpretare questa festa, che a volte non coincide con il nostro.
Ecco, a riguardo, alcuni esempi di “San Valentino-Boy”, con le loro relative, personalissime interpretazioni.
“L’alternative“. Tu sei talmente romantica che vorresti che affittasse un locale solo per voi. Cenetta a lume di candela, piedino coatto fino a farti venire i calli, rose rosse sul tavolo, Cupido da fuori che ti strizza l’occhio, anello Bulgari dentro il piatto da portata e proposta di matrimonio sul menu.
E invece nulla, perché lui è “l’alternative”. E, in quanto tale, ti dirà sostanzialmente questo: “Io non festeggio San Valentino, perché é una festa CONSUMISTICA”.
E quindi?
Anche Natale è una festa consumistica, anche Capodanno, Halloween, l’Epifania. Però a Natale il pacco l’hai scartato eh tesoro bello. T’è piaciuto il videogioco! Eccome!
Però hai ragione. E sai che ti dico? Che anche stasera, quando arrivo da te, ho deciso che, in rispetto al consumismo, io, di pacchi, non ne voglio sapere! Non si consuma tesoro. Facciamola insieme questa rivoluzione al mondo del marketing! Ps: I love you. Ma il pacco lo scarto lo stesso. Quello di un altro però“IL TIPO-Ti amo tutti i giorni“. É in sostanza l’evoluzione dell’ “alternative”. Un’evoluzione minima, sia chiaro. Un po’ come quella dallo scimmione all’homo Erectus. Sostanzialmente ha capito che la sua visione consumistica è alquanto ridicola, e così, giusto per guadagnare almeno la “consumazione”, si inventa un’altra scusa, ma più astuta, perché l’Erectus è diventato più saggio.
Così ti dice: “Amore, ma noi non abbiamo bisogno di festeggiare, perché io ti amo tutti i giorni, non solo a San Valentino. E poi perché devo farti il regalo proprio oggi? Io voglio sorprenderti quando meno te l’aspetti, quando non c’è nessuna occasione, ogni volta che ne ho voglia. Perché io ti amo sempre”.
Ammazzatelo. Bloccate l’evoluzione e ridatemi la scimmia. O uno scimpanzé, un macaco che si gratta il sedere. Ma non lui.
Ps: I love you. Ma da oggi in poi la nostra relazione sarà un menage a trois con il macaco!
“L’uomo pensierino“. É indubbiamente un’evoluzione ulteriore. Lui è il giusto equilibrio tra lo smielato e il consumista. Lo festeggia insieme a te senza eccessi glicemici ma anche senza discutere. Peccato per una cosa: non ci azzecca con il regalo. Mai. Arriva subito mettendo le mani avanti dicendoti: “Amore guarda, è giusto un pensierino”.
Tu lo apri, e dentro di te pensi: “Eh no è, questo non è un pensierino, perché se anche solo ci avessi pensato, giusto un attimo, non m’avresti preso ‘sto schifo”.
Poi, con un talento che nemmeno Julia Roberts, deglutisci, inspiri, espiri, sorridi come in preda ad una paresi facciale, lo abbracci ed esclami: “Ammmore..non so cosa dire…è bellissimo”. In realtà lo sapresti cosa dire, ovvero: “Ammmore…dimmi che sulla tasca dei pantaloni trovo lo scontrino. Così domattina lo passo a cambiare”
Ps: I love you. Ma il guardaroba non te lo metto in lavatrice finché non ho trovato lo scontrino!
L’uomo-ULTIMO MINUTO. Detto anche “memoria corta”, o “non m’accorgo di niente”. Simile per alcuni aspetti al suo compagno di merende “pensierino” ma con un’aggravante. Perché se il suo amico pensierino almeno una schifezza è riuscito a pensarla con una settimana di anticipo lui si è ridotto all’ultimo minuto. E per ultimo minuto si intende le 7 e 25 del 14 febbraio. Lui pensava che tutti i cuori rossi sparsi per la città fossero per la “campagna nazionale di prevenzione del rischio cardiovascolare”. E magari, da qualche parte, ha lasciato pure un’offerta. I tredicenni in profumeria per lui erano in gita scolastica e gli orsetti che continuano a ripetere “I love you-I love you-I love you” avevano un difetto di fabbrica.
E alle famigerate 7.25, quando per caso scopre che al suo ristorante di fiducia ci sono solo coppiette e sbaciucchiamenti vari si ricorda. Che tempismo amore. Che occhio clinico.
A questo punto gli rimane solo un’alternativa: i fiori. Sotto consiglio di Massimo Ranieri entra dalla fiorista come un mendicante, gattonando, con la bocca semiaperta, allunga la mano e sussurra stremato: “Rose…roseeeee“. Ma la donna lo guarda e, con sguardo compassionevole, gli fa intendere che le rose sono finite dalle 11 della mattina.
A questo punto “memoria corta” prende l’auto, va al primo semaforo, abbassa il finestrino e fa il suo acquisto… dal venditore ambulante di rose pakistano!
Ebbene sì. Se vi siete sempre chiesti: “Ma chi è che le compra? Ma come fanno a sopravvivere quei poveretti?”, sappiate che lo fanno grazie a lui e a tutti quelli come lui. Quella sera il fatturato dei venditori sarà pari a quello che il Piersilvio ha guadagnato nell’ultimo anno.
Ps: I love you. Ma ste rose non si possono guardà. Facciamo che mi prendi due crisantemi. Così mi evito di comprarli domani per portarteli al cimitero. Perché amore. Io ora ti uccido!
“L’uomo bacio“. É il romanticone. Quello che hai sempre desiderato. Così ti si prospetta la serata che hai sempre auspicato quando stavi con “l’alternative”. E in effetti accade. É tutto perfetto. I violinisti rompono un po’ i maroni perché il volume è troppo alto e se ti domanda di sposarlo manco capisci, ma per il resto è tutto una favola.
Cupido è fuori che ti sorride, la fiamma della candela sembra scrivere i vostri nomi sulla parete, e poi, finalmente, eccolo. Lui ti guarda e capisci che è arrivato il momento del regalo. Si mette la mano sul taschino interno della giacca e tira fuori una cosa lunga che Rocco Siffredi in confronto è da viagra. Tu inizialmente sei estasiata ma poi capisci: é il tubo dei baci, che lui sfodera come fosse la spada di Goemon. Sei scioccata. E il Bulgari? Macché Bulgari. Macché Tiffany. Il romanticone è tradizionalista. Non c’è rosa senza spina…né San valentino senza Perugina
Ps: I love you. Ma sarei a dieta. E Cupido la deve smetterla di guardarmi da fuori perché se continua mi arrapo!
L’uomo-IO NON SONO PORTATO. Gli va riconosciuto che non si nasconde dietro la visione consumistica o dietro ad un regalo che devi andare a cambiare il giorno dopo in pausa pranzo. Lui proprio il regalo non te lo fa, perché: “Amore lo sai che io per queste cose…non sono portato”.
Non sei portato? No scusa, fammi capire. Che discorso è? Ti ci deve accompagnare la mamma a manina? E per cosa saresti portato tu? A parte la birra, lo sport e i tuoi amici?
Ps: I love you. E non importa se non ci sei portato amore. La gioielleria è in centro.Ti ci porto io. A peso!
L’uomo-DIMMI QUELLO CHE VUOI. Detto anche “l’utilitario“. Sostanzialmente lui ti dirà questo: “Senti amore, senza che perdo tempo a girare diecimila negozi e poi magari spendere soldi per prenderti una cosa che non ti piace o non usi, dimmi quello che vuoi, così facciamo prima e ti prendo qualcosa di utile”. Potrebbe anche aggiungere “Magari ci andiamo insieme a prenderlo così te lo scegli da sola”.
Ma sì certo. Ma che idea fantastica. Una punta di romanticismo che sfiora la vetta del K2. Magari ci vado proprio da sola a prendermelo e mi faccio fare il pacchetto! Poi lo porto a casa, lo scarti tu, e mi dici se ti piace. Al massimo vado a cambiarlo se pensi che non mi sia utile.
Caro utilitario, ma tu, hai mai visto una donna andare a fare shopping e tornare con qualcosa di utile? Un pela patate è utile. Una limetta per le unghie di Kiko è utile. Ma quando torno con un paio di scarpe tacco 12 zebrate che non ci azzeccano nulla né con la mia vita sociale né con tutto il mio guardaroba, quello, secondo te, è un acquisto utile?? No dico io. Ragiona. Eccheccacchio!
Ps: I love you. Ma il binomio è il seguente: regalo utile…uomo inutile. Quindi…la mia festa è posticipata a domani! Buon San Faustino.
“Il particolare“. Lui non è che impazzisca per San Valentino. Ma ormai tra voi funziona che ogni regalo è una gara a chi lo fa più originale. Così al calendario con le vostre foto lui ti ha risposto con un poster dentro l’armadio alla “Tre metri sopra il cielo”.
Poi, al suo compleanno, hai replicato dedicandogli una canzone su radio “Birikina”, a cui lui ha risposto facendoti salutare in diretta da Barbarella d’Urso a Pomeriggio 5. Ora, che ti farà? Ti comprerà una stella a cui darà il tuo nome? Si scriverà sul petto “Scusa ma ti chiamo amore?”
Ps: I love you. Ma quest’anno non c’ho voglia di scervellarmi. E ti becchi un mistero del rosario con dedica personalizzata da radio Lourdes. La mia nonna ringrazia
Buon San Valentino a tutte