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Psicoanalisi, il manifesto che non la difende

Da Renzo Zambello

Psicoanalisi, il manifesto che non la difendeDa qualche tempo circola un manifesto che si definisce “per la difesa della psicanalisi”. Tale documento mette in discussione la necessità di autorizzazione dello Stato per esercitare la Psicanalisi, proponendone l’esercizio “libero”. Ora, è cosa piuttosto scontata che la psicanalisi viva un tempo di crisi che ne rende difficile una diffusione capillare. La società “liquida” deresponsabilizza rispetto al lavoro dell’inconscio.

E il tempo della soggettività moderna scorre sempre più rapido, minando la diffusione della versione più tradizionale e ortodossa della tecnica freudiana. La conclusione radicale che ne ricavano gli psicanalisti laici è che il nemico sia ancora oggi l’istituzione, l’Ordine, la Legge. La psicanalisi si dovrebbe, secondo i più arditi tra loro, svincolare da un percorso formativo obbligatorio e dal concetto stesso di cura. La proposta diventerebbe quella di una sorta di formazione, di viaggio esperienziale quasi mistico e settario, del tutto svincolato da una dimensione di cura del disagio. Una sorta di passatempo colto e raffinato, riservato a pochi.

Le conseguenze della psicanalisi “laica” oggi

Un’adesione in massa all’idea di una psicanalisi “abusiva” vedrebbe costretti gli psicanalisti ad una scelta: presentare la pratica della psicanalisi come prassi formativa affascinante ma sostanzialmente inutile a fini di cura ovvero come pratica abusiva di cura similmente ad altre attività spesso contraddistinte da nomi anglosassoni che l’inventiva soprattutto italiana affastella l’una all’altra come illusorie soluzioni al problema di chi vuole essere tutto senza più avere coscienza del limite costituito dal tempo, dalle risorse o dal proprio desiderio.

………….

La psicanalisi laica, dal punto di vista degli Ordini degli Psicologi non è altro che una variante “colta” dei fenomeni di abusivismo che circondano il mondo della cura della psiche.

Dott. Mauro Vittorio Grimoldi

Presidente Ordine Psicologi della Lombardia

Da: http://brainfactor.it  

Risposta del Dott. Zambello

L’intervento del Dott. Grimoldi, molto più articolato di quanto riporto per motivi di sintesi,  pone un’annosa questione che ha da sempre lacerato le Società Psicoanalitiche: dentro o fuori la legge che ha istituito e regolamentato l’esercizio della Psicoterapia?   La Psicoanalisi è o non è  terapeutica?   Sono tematiche che sono state presenti fin dall’inizio.  Personalmente ritengo che questo sia ancora il frutto di una visione fortemente  cartesiana  che superato il dualismo  corpo  mente, pone nuove artificiose  categorie: terapeutico o analitico?  

Per quanto mi concerne la Psicoanalisi è il luogo della rinascita, della ricerca della “individuazione” junghiana ed è qualcosa di molto distante dal concetto di  malattia ed anche di terapia.

Mi si dirà, si ma, chi la può fare?  Jung aveva dato indicazioni ben precise su questo: chi ha fatto una analisi personale, una didattica ed è considerato idoneo da una Società di Psicoanalisti. In mezzo a tutto questo ci sta anche  il percorso per diventare Psicoterapeuti, bene. Non limita e non ci si confonde con quello.

http://youtu.be/RZSqApRzoGI

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