Pubblicità-choc per Louis Vuitton

Se l’intento era quello di far parlare di sé attraverso un video choc, Lima ha colpito il suo bersaglio. 3 minuti e 27 secondi di immagini che hanno creato una tempesta mediatica in Francia, ma non solo: sono i minuti di un video promozionale della campagna autunno-inverno 2013/2014 della casa di moda Louis Vuitton.

Man mano che i fotogrammi scorrono nel video, si capisce il motivo di tante discussioni: le modelle di Vuitton, filmate dal regista James Lima, sono vestite con i capi di lingerie della nuova collezione ma non calcano passerelle, né gli ambienti dorati e scintillanti tipici del mondo dell’alta moda. Sono per strada. E tra immagini di corpi seminudi, uomini intenti a rivestirsi e auto, alcune tra le modelle più belle del mondo (Cara Delevingne e Georgia Jagger, per fare due nomi) sono inquadrate mentre fermano clienti e ammiccano. In sottofondo, il brano che faceva da sfondo alla catwalk durante la settimana della moda parigina, e a conclusione del video, le immagini di backstage e della sfilata.

La prima dura condanna viene da Le Monde, il famoso quotidiano francese, che ha accusato la maison di inneggiare alla prostituzione. Ma non è stato l’unico. Tante le voci di protesta anche i commenti del video su Youtube, tra cui le ormai note Femen, che hanno sottolineato come il video usi nuovamente il corpo della donna per parlare di abiti. Altra polemica, che infuoca l’opinione pubblica da anni, quella sull’eccessiva magrezza delle modelle, si ricordi la pubblicità scandalo di Oliviero Toscani del 2007, quando espose le gigantografie di Isabelle Caro, 25 anni, 31 kg per 1,64 m, e divise il mondo della moda (ma non solo) e si arrivò a vietare la diffusione delle immagini.

In tutto ciò, il direttore creativo di Vuitton, Marc Jacobs, ha rilasciato una sola dichiarazione in cui ha sostenuto di non aver mai commissionato il video, che è anzi opera di una rivista, The Love Magazine, e di James Lima. Vedremo gli sviluppi dell’ennesima protesta che mostra quanto un mondo come quello della moda possa apparire spregiudicato e ancora legato a certi suoi antichi retaggi.

Articolo di Miriam Barone.