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Pubblicità ed estratti: inviti o moniti?

Creato il 19 marzo 2014 da Junerossblog

 Direttamente dalla scrivania di LiberaRubrica: Il Lettore critico.Pubblicità ed estratti: inviti o moniti?Eccoci ad un nuovo appuntamento con il lettore critico. Oggi parleremo di come e quanto presentare i propri libri. In particolare vorrei capire se la cattiva pubblicità, o quella molesta, può diventare un deterrente.
Riallacciandoci al primo post( che potete rileggere a questo LINK),voglio restare nell’ambito degli errori e della relativa responsabilità e sottoporvi un’altra questione.
Permettere la lettura di un estratto del romanzo non assicura il depistaggio delle fregature, ma aiuta!
Leggere qualche riga, o pagina, può dare un’idea dello stile dell’autore e dell’ambientazione del romanzo, ma non salvare il lettore da eventuali errori o stravolgimenti successivi.
Capita che anche alcuni blog propongano estratti vari come pubblicità e vetrina.
La prima domanda (vi sarete abituati ormai...) che mi sovviene è:  come scegliere l’estratto giusto?
In generale si tende a proporre le prime pagine di un romanzo. Spesso il prologo del libro, che troppe volte non ha alcun legame con il resto della storia. Magari è un antefatto, storicamente molto precedente, o una previsione futura. Non ci aiuta e non ci indica nulla del romanzo vero e proprio.
Allo stesso modo però, proporre un capitolo preso da metà libro potrebbe comportare di non comprendere bene la scena o i personaggi, o cause ed effetti delle scelte dell’autore.
Voi cosa preferireste?
Un altro dubbio, molto più importante, riguarda la forma, non sempre perfetta, dell’estratto presentato.
Ma chi controlla gli stralci da proporre?
Eh sì torniamo a parlare delle figure che correggono.
Non sempre la maestrina dalla penna rossa è disponibile e capita di leggere brani pieni di errori, sintattici e grammaticali!
Ora, se vuole essere un invito alla lettura dell’opera intera, mi aspetterei una cura maniacale, o quasi, della forma. Almeno per questo cartellone pubblicitario.
Non voglio spendere troppe parole per gli eventuali commenti positivi, se non entusiastici, che seguono… sarebbero solo congetture e non è il caso di entrarvi in merito. Però ho notato, a volte, che se qualche commentatore nota gli strafalcioni viene tacciato di pedanteria.
Quindi adesso sono un po’ perplessa.
Sia chiaro non voglio puntare il dito contro qualcuno o aprire polemiche!
Vorrei solo capire, il povero lettore a chi dovrebbe poi rivolgersi per protestare, o consigliare una revisione del testo.
Al blogger? (o comunque al proprietario del sito?) All’autore?
La seconda tranche di domande riguarda la pubblicità. Molti romanzi hanno venduto tantissime copie grazie a operazioni di marketing create ad hoc, con bombardamenti pubblicitari pensati su misura per determinati range di lettori. Altre volte invece, di solito purtroppo per autopubblicazioni di autori esordienti, queste presentazioni a raffica diventano moleste e portano i lettori ad allontanarsi invece di incuriosirsi.
Qual è per voi la formula giusta per un successo letterario? Ovviamente parlando sempre di narrativa di evasione, nessun novello Manzoni! Quello parlerebbe da solo, lo sappiamo!
Cosa vi invoglia di più a comprare un libro? Un estratto intrigante, una recensione dettagliata o tecnicamente profonda, un’autopresentazione…
Sinossi (quarta di copertina), titoli e copertine non aiutano, anzi molto spesso depistano il lettore rispetto alla vera storia narrata dal romanzo.
Molti dicono che i blog sono di parte (io no, June Ross si!).
Le recensioni su Amazon e altri siti non danno per niente sicurezza, soprattutto perché c’è tutto e il suo contrario.
Di chi possiamo ancora fidarci?
Libera

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