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Pubblico o privato

Da Loredana V. @lorysmart

Pubblico o privato

Sia Mario che Antimisia hanno citato, commentando un mio post di qualche giorno fa, i presunti “favoritismi” che il governo avrebbe mostrato nei confronti delle scuole private.

Mia nipote, come tante altre bimbe, ne frequenta una fin dall’asilo (opps…scuola dell’infanzia). Non è una questione di élite, i genitori sono la classica famiglia di ceto medio (anzi, mia nuora è solo da poco più di un anno che, finalmente, ha un lavoro fisso), anche se in molti credono che gli istituti privati siano monopolio esclusivo dei “ricchi”. Ne frequenta una gestita da religiose, pur non essendolo, e detta scuola accoglie anche bimbe di etnie e religioni diverse e non fa assolutamente opera di proselitismo.

E’ stata scelta solo per ragioni contingenti. Ambedue i genitori lavorano, e là si effettua il tempo pieno, con il sabato libero. I bambini vengono seguiti anche nelle attività extrascolastiche che vengono svolte in sede, senza dover correre da una parte all’altra della città per portarli (ad esempio) in palestra o ai corsi di judo. Studiano da subito una seconda lingua e l’uso del computer, ovviamente in maniera adeguata alla loro età, gli insegnanti non effettuano gli scioperi così frequenti nella scuola pubblica, che si ripercuotono sia sullapprendimento che sul lavoro dei genitori i quali debbono forzatamente restare a casa.

Tutto ciò consentendo un percorso formativo di tutto rispetto riguardo alla scuola pubblica. Il servizio quindi è ottimo e come tale va pagato, ma anche lo Stato in questo senso risparmia, (in strutture e personale insegnante) ed è quindi giusto che detto risparmio venga girato a chi gli permette di farlo.

Taluni citano l’articolo 33 della Costituzione che “dà il diritto ad Enti e privati di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato”. Questo per garantire la libertà di scelta delle famiglie. Però le scuole impropriamente chiamate “private”, ma in realtà “paritarie”, in quanto devono seguire i medesimi programmi scolastici, rappresentano comunque un risparmio per lo Stato stesso, che per gli alunni che le frequentano non deve sostenere alcuna spesa, né di gestione né di amministrazione, quindi questo “risparmio” è giusto che venga ridistribuito alle scuole paritarie stesse.

Del resto chi crede che sia stato Berlusconi a finanziare dette scuole, non deve dimenticare che i primi contributi sono stati elargiti da Luigi Berlinguer quando era Ministro della Pubblica Istruzione e lo stesso D’Alema aveva stabilito che le scuole private e pubbliche venissero messe sullo stesso piano, godendo quindi del trattamento fiscale riservato alle Onlus e di finanziamenti per la realizzazione di progetti, per l’inserimento dei disabili, per il conferimento di buoni studio e per contributi per il mantenimento delle elementari parificate. Il governo Berusconi si è limitato ad adeguare, come è stato fatto anche per le scuole statali, detti contributi e finanziamenti per i progetti di formazione.

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