Come promesso nell’articolo precedente, sono ad illustrarvi un’applicazione concreta di come il mental coaching e l’anticipazione mentale del successo possono farti sfruttare al massimo un calcio di punizione.
Prima di iniziare ti consiglio di leggere l’articolo che ha scritto Silvia sulla concentrazione e di come eseguire un tiro perfetto nel golf. Calcio e golf sono molto diversi, ma i processi mentali sono esattamente gli stessi.
Una premessa d’obbligo: io non sono mai stato un giocatore con i piedi sopraffini, ho iniziato come “stopper” e ora come “libero”, quindi le uniche punizioni che ho tirato sono state quelle al di qua della metà campo.
Questo per dirti che per il sottoscritto la foglia morta è quella che cade dagli alberi in autunno, la maledetta è mia suocera (scherzo naturalmente) e le tre dita le uso solo per indicare ai miei compagni che giochiamo con la difesa a tre! Scherzi a parte, non sono qui per dirti come o in che punto calciare il pallone o quanta rincorsa prendere, queste cose le sai molto meglio di me. Il mio obiettivo è di darti una routine di comportamento per essere nello stato fisico-mentale ottimale per mettere la palla in porta. Va da sé che la capacità tecnica di saper battere un calcio di punizione è un elemento fondamentale, ma questa è la tua parte.
Se potessimo chiedere ai più famosi “specialisti” delle punizioni qual è il loro segreto, la maggior parte di loro ci direbbe: “Ne calcio 100 al giorno”, “A fine di ogni allenamento mi fermo un’ora a calciarle”, etc. Quindi per imparare a calciare bene le punizioni bisogna ALLENARSI, ALLENARSI e ALLENARSI. Questa è la regola d’oro, ma non è la sola!
La domanda che ti faccio è: quando sei in partita le condizioni esterne sono le stesse che ci sono in allenamento?
Immagino la risposta sia stata NO!
Ma come… il campo è sempre in erba, la porta è sempre grande uguale e gli scarpini sono sempre gli stessi, allora perché mi dici di “No”? Attenzione anche io sono fermamente convinto che “No” sia la risposta giusta!
Il fatto è che in partita vi sono innumerevoli altre situazioni: il risultato in bilico, quel tizio del pubblico che non la smette di romperti le scatole, i compagni che contano sulle tue grandi capacità balistiche, gli avversari che cercano di guadagnare metri con la barriera, l’arbitro che non fischia, etc. Tutte queste cose non vanno minimamente ad intaccare la tua capacità tecnica di saper battere le punizioni. Tu sai benissimo quale forza, quale effetto, quale rincorsa e qual è il punto esatto dove colpire la palla per battere quella punizione, ma spesso il risultato non è sempre quello potresti ottenere in allenamento.
Nel passaggio dal campo di allenamento a quello della domenica ciò che cambia è l’aspetto mentale: l’emotività, le sensazioni, lo stress, etc.
Perché un’altra regola d’oro è questa: se ci sei riuscito almeno una volta, puoi rifarlo ed io aggiungo tutte le volte che TU vuoi. Devi prendere coscienza che dipende solo da te, poi magari il portiere è bravo e ci arriva, ma tu puoi mettere quella palla dove vuoi!
Non basta allenarsi a battere le punizioni in modo “meccanico” ma è necessario aggiungere l’aspetto mentale e condizionarlo (ripeterlo) in modo da farlo diventare parte integrante della preparazione.
Devi anticipare mentalmente ciò che succederà subito dopo che avrai messo nel “sette” quella palla. Quanto sarà bello? Quanto sarà forte il tuo urlo di gioia? Quanto sarà forte l’abbraccio dei compagni?
Di seguito trovi una possibile routine di comportamento in 10 passi da utilizzare subito dopo aver sentito il fischio e aver pensato: “Sì, da lì calcio in porta”. Eccola.
- Prendi la palla in mano e sentine il peso, concentrati totalmente su quello;
- Trova il ciuffo d’erba giusto e dopo averlo individuato, voglio che ti dica mentalmente con certezza “Eccolo!”;
- Appoggia il pallone sul ciuffo e fissalo, concentrati totalmente sulla palla;
- Mentre continui a fissare il pallone inizia a fare dei passi all’indietro per prendere la rincorsa:
- Al primo passo: visualizzati in modo associato mentre prendi la rincorsa, calci la palla e la fai andare esattamente in quel punto;
- Al secondo passo: visualizza (come se vedessi il tutto da una telecamera posta sulle tribune) te stesso che calci la punizione esattamente nel modo e nel punto dove vuoi calciarla;
- Al terzo passo: visualizza (come se fossi il portiere avversario) la palla che sbuca dalla barriera e che entra in porta;
- Al quarto passo: senti il rumore del pallone quando entra in rete;
- Al quinto passo: visualizzati mentre esulti per la rete segnata, percepisci l’abbraccio dei compagni e senti l’ovazione del pubblico.
- Ora alza gli occhi, guarda la porta e fissa il punto dove vuoi calciare il pallone;
- Illumina mentalmente la traiettoria che farà la palla;
- Fissa il punto in cui devi colpire la palla;
- Ascolta ancora quello splendido suono che fa la palla quando entra in rete;
- Fai un bel respiro profondo;
- Espira e calcia.
Sembra un qualcosa di lungo, ma lo devi ripetere in allenamento prima di ogni punizione, cosicché l’avrai fatto così tante volte da diventare un qualcosa d’inconscio, meccanico e invisibile agli occhi altrui.
Più in generale, non importa in quale zona del campo sia la punizione, in ogni posto tu sai già qual è il tiro che devi fare, puoi applicare questa ruotine indipendentemente dalla posizione (purché tu vada per calciare in porta).
Ripeto: utilizza questa routine in allenamento, ogni volta che calci una punizione. Le prime volte sarà molto meccanica e poco spontanea, ma ripetendola, tutto diventerà molto più veloce ed immediato.
Questo è un modo per mettere la tua mente “al servizio” delle tue abilità tecniche (che devono rappresentare una base solida), naturalmente non c’è la routine giusta, questa è quella che io reputo essere molto efficace, ma ti invito a personalizzarla a tuo piacimento, mettendo ciò che ti motiva e ti fa stare bene. Ognuno deve crearsi la propria e un Mental Coach ti può aiutare a trovarla.
Concludendo: questa tecnica, con le dovute modifiche può essere utilizzata anche per battere corner, punizioni defilate e/o lontane, etc. chiaramente in questi casi l’obiettivo non è fare goal direttamente, ma mettere la palla in quella zona esatta dell’area o del campo.
I campi di applicazione sono innumerevoli e trasversali ai vari sport, se hai domande su applicazione ad altri gesti tecnici (calcistici e non) ti invito a farmele o tra i commenti o nella sezione Rubrica.
Come ultimissima cosa, ti invito a guardare quello che reputo il più bel calcio di punizione di sempre. Credo proprio che Roberto Carlos prima di calciarlo lo abbia immaginato esattamente così… STRABILIANTE!
Di Giuseppe Montanari