In giro per Follonica si narrano le leggende più interessanti. Quelle che se si viveva in una metropoli sarebbero state metropolitane, ma dato che si vive in un paese, chiamiamole pure paesane. Una di queste riguarderebbe il mio presunto “accordicchio” elettorale con un altro candidato per far vincere a questo le primarie e fare poi il vicesindaco. Davanti a cotanta strategia, sorrido per non piangere; mi chiedo (e vi chiedo) che senso abbia, quando ci sono distinzioni programmatiche e spesso di visione della città e dello sviluppo, fare questi accrocchi, dove a perdere clamorosamente è solo e soltanto la politica. Quella politica che cerca faticosamente di coinvolgere i più giovani e gli esclusi dalle decisioni; quella stessa buona politica che cerca tutti i giorni di progettare lo sviluppo della città e di tentare con determinazione la risalita dalle paludi stagnanti che ci circondano. L’accrocchio è vecchia politica, non mi piace e, da questo punto di vista, io voglio rappresentare il nuovo. Lascio quindi queste questioni ai teorici e ai fini strateghi della vecchia politica.
La mia corsa continua più che mai, con più voglia ed entusiasmo di prima e con la solita serenità che nasce dalla sicurezza di avere buone idee e buone teste per realizzarle; e anche – e soprattutto – tantissime e importantissime persone che quotidianamente con affetto mi sostengono e mi chiedono di andare avanti.
Fino alla vittoria per il bene di Follonica.