Magazine Famiglia

Punti di osservazione

Da Lanterna
Sabato e domenica, ho avuto la possibilità di osservare diversi bambini di città, venuti in cascina al seguito dei loro genitori.
Sabato, si trattava dei bambini di Lorenza, che ho accompagnato in giro col loro papà mentre la loro mamma seguiva la visita guidata.
Il confronto tra loro e i miei bambini è spiazzante: i miei bambini sono abituati a vedere poche auto e tanti animali, mentre i bambini di città sono abituati a vedere tantissime auto e quasi nessun animale. I miei bambini considerano normale l'odore di stalla e puzza l'odore di smog, mentre i bambini di città considerano puzza l'odore di stalla e sono indifferenti ai gas di scarico. I miei bambini si rapportano agli animali quasi come a compagni di gioco, mentre per i bambini di città gli animali sono delle curiosità da ammirare.
Ho notato inoltre che i bambini di città sono come accelerati rispetto ai miei: gli fai vedere una mucca e già vogliono vedere un cavallo, una pecora, una gallina. Vedono probabilmente la campagna attraverso il filtro dei libri o dei cartoni animati o di Farmville: un luogo il cui scopo non è produrre latte o carne o riso, una specie di zoo di animali "canonici" che non possono mancare e dove le mucche magari vengono ancora munte a mano in stalle come casette.
Queste differenze che ho notato non sono giudizi che emetto, anzi. Però mi danno la misura di quanto la mia vita è differente da quella della maggior parte delle persone. Migliore? Peggiore? Non lo so. Mi ci sono ritrovata: se fossi stata libera di scegliere, avrei cercato un posto diverso in cui vivere e crescere i miei figli.
Quello che so è che, man mano che passano gli anni, vedo sempre meno i lati negativi (sempre per il famoso discorso del cilicio che dopo un po' non si sente più) e sempre di più quelli positivi. O forse è solo che i miei figli sono nell'età migliore per apprezzare il posto in cui vivono. Ne riparleremo quando inizierà la pubertà.

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