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Può esistere il grillismo senza Grillo?

Creato il 26 gennaio 2012 da Dagored
Può esistere il grillismo senza Grillo?
Prima o poi doveva accadere che un movimento in forte espansione e che fatalmente fa da polo di attrazione per tanti soggetti eterogenei, provenienti da diverse esperienze e formazione culturale spesso molto distanti, dovesse mostrare crepe nella sua adesione alla linea dettata dal suo creatore ed ispiratore.
Era già successo altre volte, ma si era in fondo trattato di piccoli screzi, come quello sul sostegno dato dal consigliere bolognese del Movimento a 5 Stelle Defranceschi era intervenuto a favore del sostegno economico pubblico per il quotidiano del Pd l'Unità, giornale in crisi da decenni ma mantenuto in piedi dal finanziamento pubblico.
Erano state però sempre piccole beghe rapidamente rientrate, anche se sempre più frequentemente all'interno e all'esterno del movimento le critiche a colui che non ne è il capo, almeno ufficialmente, ma certamente l'ispiratore, sono cresciute d'intensità, specialmente da quando le liste del M5S hanno raggiunto un consenso elettorale di un certo rilievo.
Un consenso elettorale che va ad erodere il bacino tradizionale bacino elettorale della sinistra italiana e che non può essere non visto come un pericoloso concorrente da parte dei partiti tradizionali, anche perché Grillo e i suoi non accettano alleanze o apparentamenti, preferendo correre in perfetta solitudine.
Ma l'uscita di Grillo, che si è dichiarato contrario alla possibilità di concedere la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati sul territorio nazionale ha scatenato un dibattito all'interno del movimento e degli attacchi dall'esterno che hanno mostrato chiaramente che il M5S sta attraversando un momento che possiamo anche considerare una crisi di crescita, ma dal quale potrebbe uscire fortemente ridimensionato.
Può esistere il grillismo senza Grillo?
Non credo sia un caso che il giornale più aspro nelle critiche a Grillo sia proprio L'Unità, ovvero il quotidiano che per il guru genovese non merita di esistere, ma è evidente che il pensiero dell'ex comico va a cozzare contro tutta l'ideologia terzomondista e pauperista della sinistra italiana, che propagandata per decenni ha creato una massa di fedeli pronta a reagire allo stimolo come il famoso cane di Pavlov, un po' come accade per l'ideologia europeista.
Ne è la prova la levata di scudi che le parole di Grillo ha sollevato tra gli stessi frequentatori del suo blog, che hanno reagito sdegnati alle parole dell'ispiratore, che probabilmente secondo loro è molto affidabile quando propaganda le biowasball  che quando parla di immigrazione e sue conseguenze, il che è tutto dire.
Eppure le obiezioni di Grillo alla proposta appoggiata anche dall'ex presidente della Repubblica e oggi Re Giorgio I sono tutt'altro che campate in aria, essendo basate su un ragionamento semplice ma razionale dal quale discende che l'Italia non ha risorse per accogliere una ondata di "nuovi cittadini" che provocherebbe solo costi materiali e tensioni sociali insormontabili (come le esperienze di altri paesi dovrebbero insegnare), oltre a far notare come in un momento drammatico come questo, anche se i media tradizionali in questi giorni sembrano essersene dimenticati, certamente non è il passaggio allo "jus soli" la materia più urgente da discutere in parlamento, a meno che non serva come argomento per distrarre le menti semplici.
La polemica ha però dimostrato quanto sia fragile la creatura di Grillo, costituita da  persone con sovrastrutture mentali troppo radicate per essere parte di un movimento popolare alternativo ai partiti tradizionali e capace di intervenire solo su problemi di carattere amministrativo in base al criterio di utilità per la collettività, come accade sopratutto nei paesi del nord Europa, nei quali però le persone non sono mai state indottrinati  dalle ideologie come è avvenuto da noi per decenni.
Facile quindi pronosticare dei tempi difficili per il M5S, con strappi, abbandoni  e divisioni che potrebbero minarne la stessa esistenza, a tutto vantaggio dei partiti tradizionali, perché è chiaro che senza Grillo il grillismo (anche perchè nome e simbolo appatengono a Grillo e alla Casaleggio) non può esistere e che un simile movimento non potrebbe ripetere l'exploit elettorale delle passare amministrative.

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