La réclame è dovunque, visibile a tutti. Periodici, quotidiani, televisione con tanto di immagini in movimento.
Si può utilizzare un reato -istigando a compierlo, implicitamente- per pubblicizzare un prodotto? L'articolo 639 del Codice Penale parla chiaro su questo reato. Per reclamizzare qualche altro prodotto vogliamo usare anche l'omicidio, la strage, la violenza sessuale o la pedofilia? E cosa ne pensa l'Eni dei milioni -sottratti purtroppo ad altri capitoli di spesa- che i Comuni italiani spendono ogni anno per ripulire le schifezze che personaggi come la protagonista dello spot vergano sui muri imbrattandoli?
Ci piacerebbe davvero in questo momento avere di fronte Marco Visconti, per esempio. L'assessore all'ambiente del Comune di Roma ha investito molto per ridurre questo fenomeno che a Roma era ed è dilagante. Il fenomeno si è attenuato molto, ma molto ancora c'è da fare e una delle strategie principali passa per l'educazione. Tutti sforzi vanificati se poi i ragazzi vedono in tv una pubblicità che istiga a delinquere da parte di una azienda pubblica, autorevole, della più grande società italiana! In qualsiasi paese sarebbe uno scandalo e la pubblicità verrebbe ritirata subito. Da noi cosa si aspetta? E soprattutto complimenti all'Eni per come spende i propri soldi in comunicazione. Per le società creative che incarica. Per il messaggio che finisce per lanciare alla popolazione. Oltre a Marco Visconti (ma la cosa vale anche per Milano, per Torino, per Bologna tutte città che si stanno facendo in quattro per far scomparire questo fenomeno terribile e pericoloso), ci piacerebbe tanto sapere il parere di Enrico Mattei, ma è abbastanza intuibile...