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Qualcosa non va?

Creato il 19 agosto 2011 da Alessandro @AleTrasforini


Certi numeri fanno (devono fare?, nds), in un momento di tragica congiuntura come questo, assolutamente effetto.  In un momento in cui la classe politica viene inevitabilmente inquadrata come casta o, quantomeno, fonte di spreco, sarebbe opportuno dare manifestazioni differenti relativamente alla partecipazione alla vita politica del paese.  Succede quindi che, in un assolato pomeriggio di metà agosto, la Camera del Senato riunisca soli 11 senatori per l'inizio dell'iter parlamentare della manovra che dovrà (dovrebbe?, nds) salvare il (salvabile del, nds) Paese.

 Riguardo alla natura compositiva del Senato, la Costituzione è fin troppo chiara: 
"[...]Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero. Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero.[...]" (Art. 57)


La percentuale dei presenti, nella seduta pomeridiana di ieri, è stata pari al 3,1% circa.  L'italiano medio, e non solo, si chiede: bastano questi numeri politici per far fronte a pure formalità che devono produrre manovre per salvare l'Italia?  Le battaglie sugli articoli da limare, sugli evasori da tassare e sui capitali importati da ri-scudare vanno fatte in Parlamento o per mezzo di mass-media, social network e mezzi stampa? Il cittadino, ponendosi queste domande, dovrebbe vedere nella politica altrettanta correttezza nel dare risposte.  Se la Seduta pomeridiana di ieri fosse o meno semplice formalità è cosa che, leggendo dalla Convocazione reperibile dal sito internet www.senato.it, non è dato sapere:
"[...]597ª Seduta Pubblica-ORDINE DEL GIORNO: Comunicazione, ai sensi dell’articolo 77, secondo comma, della Costituzione, della presentazione di disegno di legge di conversione di decreto-legge.[...]" (Fonte: http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/611720.pdf)
Ad altrettanti sensi dell'Art.77, si riporta nel seguito il rispondente articolo citato dall'OdG ieri all'oggetto delle discussioni
"[...] Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria. Quando, in casi straordinari di necessità e d'urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni. I decreti perdono efficacia sin dall'inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.[...]" (Art.77- Costituzione Italiana)


L'aver avuto ieri, per esplicita citazione costituzionale, l'inizio di un procedimento avente carattere di caso straordinario di necessità e d'urgenza conferisce la possibilità di riunire le Camere al di fuori dell'ordinarietà.  In un momento come questo, da quanto viene percepito, necessità ed urgenza di evitare il collasso economico e sociale sembrano essere le priorità da inseguire.  Nonostante tutto, nella pura formalità di necessità e di urgenza di ieri, era presente un 3,1% del Senato ad ascoltare la presentazione del disegno di legge sull'ennesima manovra.

La presenza poteva forse essere un segnale importante da cogliere per dare un segno al Paese, attualmente lacerato e preoccupato dall'ennesima macelleria sociale prossima al ripercuotersi sul cadavere-Italia? I presenti alla Seduta di ieri erano più o meno equamente distribuiti: 3 PD (Bastico, Cosentino, Pegorer), 4 PdL (Santini, Barelli, Bonfrisco, Fantetti), 2 IdV (Pedica, Li Gotti), 1 Terzo Polo(Germontani). A presiedere la Seduta il Vice Presidente Vannino Chiti (PD), corredato dal sottosegretario all'Economia Giorgetti a rappresentare il Governo. Indipendentemente dalla durata della Seduta, è opportuno riflettere sulla misera presenza riscontrata ad un appuntamento definito (inutilmente sbandierato?, nds) come importante? E' anche di scogli come questi che si nutre, purtroppo o per fortuna, l'anti-politica. E' su questi scogli che si misura e si accresce, magari giustificatamente, l'indignazione e la visione di casta presente nei cittadini. E' altrettanto vero che, a volte, la politica può vivere anche di contro-esempi. 

Può invece succedere che, in un Comune medio-piccolo italiano, un Consigliere Comunale scelga di presenziare ad una Seduta convocata per giovedì 28 luglio 2011. Quell'amministratore, giovane 23enne rispondente a nome del sottoscritto, sceglie di presenziare come ogni volta per dare il proprio voto con la maggior responsabilità della cosa pubblica per lui possibile. Può scegliere, in un periodo nel quale i periodi di ferie sono leciti, di presenziare per approvare la messa in opera di una linea di bus capace di collegare il centro e le frazioni del suo medio-piccolo Comune alla stazione dei treni locale. Può succedere che altri Consiglieri facciano come lui, nel suo medio-piccolo paese e non solo, per poter provare a dare del loro meglio ad un'infinitesima parte di Italia. Può succedere ancora che, purtroppo, una manovra da 45 miliardi di Euro corredata da mazzate agli Enti Locali riesca a compromettere i progetti di buona politica realizzati da Comuni volenterosi nel garantire servizi equi ai cittadini. Potrebbe, quindi, diventare ragionevole negli stessi cittadini la necessità di una spiegazione. 

Giustificazione che, alla luce del 3,1% riscontrato, dovrà sembrare il più logica possibile. Cosa ardua, visti i tempi recenti. 

11/315: QUALCOSA NON VA?


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