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Quale reale programma per l’eventuale Perri 2?

Creato il 15 marzo 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

A Cremona ci sono interessi economici e poteri che sono sempre stati tutelati e che non vogliono certo essere sostituiti. In alcuni casi, come per quel che attiene l’inceneritore, l’alternativa poteva essere pronta. Non è stata scelta questa strada. La rigidità di una coalizione con un programma chiaro, senza improvvisazioni, fondato su princìpi evidenziati dall’inizio, sarebbe un ostacolo in un quadro nazionale fluido e senza punti di riferimento saldi. Da anni lo sbandamento lento o veloce, la mancanza di identità stabile dello Stato e del governo richiede che gli enti locali si affidino al sostegno di privati, a fonti di finanziamento non a tutti i politici gradite. Per “farsi sentire” chiunque governi, un Perri 2 flessibile, pizzettico, può sembrare adeguato ad adeguarsi.

E al Pd conviene. Il Pd non perde se Galimberti perde. Se vince Perri, perdono soltanto Sel e Rifondazione uniti in lista unica. Il M5S sembra debole (ma non si sa mai): dunque la flessibilità del Pd aumenta, con quella di un centrodestra non intransigente.

Vincesse Perri, ci sarebbe il rischio (teorico o anche reale), di realizzare il Piano di governo del territorio, ovvero di attuare un’espansione edilizia critica severamente dalla stessa Regione. Una colata di cemento e asfalto ingiustificata, con il pretesto di dare lavoro. L’acqua pubblica potrebbe anche, in caso di scelte politiche che potrebbero conseguire a norme nazionali, diventare parzialmente privata, come prima, anche se dopo i referendum e ancor oggi paghiamo la tariffa truffa, quel 6,5% di remunerazione del capitale investito che dovrebbe essere tolto.

Il dominio di Lgh, che il Comune non può controllare (ne possiede solo il 30% circa), continuerebbe. La differenziata non decolla per tutelare l’inceneritore. Lgh esiste per fare utili e non sente ragioni. Persino Francesco Bordi è un assessore scomodo.

Perri – non la sua giunta – non ha spiccato colore politico (anche se proviene da AN), ha già co-governato con i presidenti Pd delle partecipate: conquistare autonomia per lui non è una necessità.

La vicinanza tra Pizzetti e Piva potrebbe inserirsi su accordi nazionali, su prossime scelte strategiche del governo Renzi e successivi, con maggiore facilità di un centrosinistra autentico, che non si reggerebbe senza Sel e Rifondazione, unite in lista unica di sinistra per vigilare su Galimberti.

Perri vuol dire malleabilità, duttilità, adattabilità del Comune, che non diventa ostacolo per alcun potere economico. Non è un gran problema usare le leggi adatte, dopo tanti anni di berlusconismo e formigonismo.

 


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