Dopo la Legge di Stabilità, ecco il ddl Delrio che diminuirà il numero di province: saranno 9 le aree metropolitane e saranno istituite assemblee di sindaci.
(francocorleone.it)
L’aula della Camera ha approvato il disegno di legge sulle Province e le città metropolitane con 277 voti favorevoli e 11 contrari di Sel. Non hanno partecipato al voto in segno di protesta la Lega Nord, Forza Italia e il Movimento 5 Stelle. Il ddl del ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, ora va al Senato: se diventerà legge, trasformerà i consigli provinciali in assemblee di sindaci (eliminando stipendi a giunte e consiglieri), istituirà 9 città metropolitane e regolerà la fusione dei comuni.
Già con il via libera della legge di Stabilità che domani sarà votata dal Senato, 52 Province saranno immediatamente commissariate: alcune si fonderanno nelle aree metropolitane, altre invece spariranno. Quando in primavera scadranno i mandati, inoltre, non si tornerà alle urne: a queste vanno ad aggiungersi altre venti Province già commissariate dall’ex premier Mario Monti nel 2012.
Ecco le province che verranno eliminate. Quattro sono in Piemonte: Alessandria, Cuneo, Novara, Torino e Verbano-Cusio-Ossola. In Lombardia, invece, sono sette: Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Milano, Monza-Brianza e Sondrio. In Emilia Romagna otto: Piacenza, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Reggio Emilia e Rimini. Tre i consigli commissariati in Veneto: Padova, Venezia, Verona e Rovigo. Uno solo in Liguria: Savona. In Toscana sono otto le province a saltare: Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Nelle Marche saranno commissariate Ascoli Piceno, Fermo, Pesaro e Urbino. In Abruzzo via Chieti, Teramo e Pescara, mentre in Umbria decadono Perugia e Terni. In Puglia saltano Bari e Barletta-Andria-Trani, mentre in Calabria decadono Cosenza e Crotone. E ancora: Isernia nel Molise, Lecce in Puglia, Matera e Potenza in Basilcata. In Campania tocca alle province di Napoli e Salerno. Alle Province depennate da Letta si aggiungono, infine, quelle commissariate da Monti nel 2012 (Ancona, Asti, Belluno, Biella, Brindisi, Como, Genova, La Spezia, Roma, Vibo Valentia, Vicenza) e quelle commissariate dal 2013 (Avellino, Benevento, Catanzaro, Foggia, Frosinone, Massa Carrara, Rieti, Taranto e Varese).
“Domani il Governo e il parlamento diranno che hanno abolito le province, ma la verità e che non solo sono state mantenute, ma è stato fatto un gran pasticcio che ci preoccupa. Perché con questo pasticcio sono a rischio servizi essenziali per i cittadini”. Lo afferma Antonio Saitta, presidente dell’Unione delle Province commentando la votazione alla Camera dei Deputati del Disegno di Legge sulle Province e le Città metropolitane. «Tra qualche mese anche sulle Province il Parlamento sarà costretto a tornare indietro, come sta facendo sulle slot machine. Quando si vedranno nel paese i risultati del caos, del blocco dei servizi e dell’aumento della spesa pubblica che questo disegno di legge produrrà”.
La Corte dei Conti, intanto, ha dato l’allarme sull’aumento certo della spesa pubblica, che in teoria sarebbe dovuta diminuire; sono parecchi gli esperti chiamati dalla Camera dei Deputati che hanno evidenziato come il testo del disegno di legge sia incongruo e incostituzionale. Nonostante tutto, Governo e Parlamento compreso, stanno portato avanti il disegno di legge. A pagarne le conseguenze potrebbero essere gli stessi sindaci, cui la norma addossa la responsabilità di gestire servizi essenziali con procedure burocratiche tali da rendere loro impossibile dare risposte ai propri cittadini.