Il 5 marzo 2013 il sito de Il giornale ha pubblicato un articolo intitolato Olocausto, uno studio choc rivela: "Uccisi 15-20 milioni di ebrei"
L'articolo, che riprende una notizia pubblicata dal britannico Independent inizia spiegando che:
Secondo il Museo dell'Olocausto di Washington, i morti sarebbero molti di più: "da 15 a 20 milioni" uccisi nelle oltre 42mila strutture tra campi tedeschi e quelli creati da "regimi fantoccio europei, dalla Francia alla Romani".Interessante questo "revisionismo" sull'olocausto: a quanto pare raddoppiare o triplicare il numero delle vittime ebraiche è lecito, sospettare invece che fossero molte di meno è moralmente riprovevole e magari sanzionabile per legge. Eppure di revisione di tratta, in un senso o nell'altro. Ma davvero possiamo credere all'esistenza di strutture di quel tipo nella Francia di Vichy di cui non non si era mai sentito parlare? Davvero possiamo fidarci di simili notizie di fonte chiaramente sionista?
Ma ragioniamo un po' più in generale sul concetto di "revisione".
Quando i fisici di primi anni del 1900 hanno revisionato la fisica classica di Newton qualcuno si è scandalizzato, qualche bigotto vecchio professore di fisica ha storto il naso (e addirittura in Germania l'ideologia nazista ha portato per un certo periodo di tempo a bandire e persino a combattere alcune nuove scoperte della scienza attribuite all'ebraico Albert Einstein), ma per lo più l'evidenza dei dati ha convinto, in tempi non troppo lunghi, gli apparati scientifici istituzionali. Le leggi della fisica classica scoperte da Newton, che piaccia o meno, sono state "revisionate", ovvero riviste e corrette, adeguate ai casi che coinvolgevano l'alta velocità (relatività) e le particelle submicroscopiche (meccanica quantistica). Certe volte mi chiedo se non sia il caso di aprire un processo per "revisionismo scientifico" contro Albert Einstein, Plank, De Broglie, Bohr, Dirac e gli altri fisici che hanno portato a quell'incredibile balzo in avanti, se non sia il caso di additarli al pubblico ludibrio per il loro ardire.E che dire del massacro di Katyn? Quando le fosse comuni furono scoperte dai nazisti, che denunciarono i sovietici per quel massacro, gli alleati non vollero crederci, mentre in tempi più recenti (1987) sotto il governo Gorbaciov, la Russia ammise la responsabilità di Stalin. Come non considerare quindi "revisonista" Gorbaciov, che con questa sua mossa assolve i criminali nazisti dall'accusa di un orrendo sterminio? E come non considerare "revisionista" un qualunque storico che si azzardi ad attribuire quel crimine ai sovietici invece che agli nazisti?
Del resto non manca chi sostiene che di revisionismo (nel senso peggiore del termine) si tratti, e benché si tratti di un'opinione di parte non manca di portare prove di un certo spessore, vedi http://www.comintern.it. Uno degli indizi che porterebbe a discolpare i sovietici è il fatto che la pallottole che hanno ucciso quegli sventurati erano di fabbricazione tedesca, come riporta anche Il giornale. Ma è davvero credibile che i Russi con grande saggezze e preveggenza si sarebbero preparati a "far ricadere la colpa sulla Germania in caso di scoperta"?
Ditemi voi allora se a questo punto risulta colpevole di "revisonismo storico" chi attribuisce quel massacro al dittatore sanguinario Hitler o il dittatore sanguinario Stalin.La storia, così come la scienza, progredisce solo e sempre per revisioni, e non sempre esistono punti di riferimento certi per capire quale sia la verità definitiva, anche perché le fonti stesse possono essere di parte. Anche nella storia del progresso scientifico la "verità" di ieri diventa falsa da un momento all'altro, per venire a volte riabilitata, come nel caso della luce, considerata prima come un fascio di particelle, poi come un fascio di radiazioni, e poi nuovamente come un fascio di particelle (un po' particolari però, sia perchè prive di massa, sia perché esibiscono comportamenti tipici dei fenomeni ondosi).Non c'è progresso senza messa in discussione (revisione per l'appunto) degli assunti contemporanei, e non si deve condannare moralmente né legalmente chi interpreta i dati storici in una maniera piuttosto che in un'altra, così come non si deve condannare chi esprime un'opinione difforme da quella "ortodossa" sulla genesi di una malattia o sulla sua terapia. Invece ci troviamo di fronte in maniera concorde ad un pesante attacco repressivo che limita la libertà di coscienza, la libertà di opinione, la libertà di ricerca scientifica: medici che curano il tumore con metodi naturali vengono radiati dall'albo, medici che dissentono sull'eziopatogenesi dell'AIDS vengono ridicolizzati e ostracizzati. In fondo anche loro sono accusati di "revisionare" le teorie e le pratiche mediche; eppure tutti dovrebbero essere in grado di capire che la scienza può progredire solo se si permette l'espressione di idee difformi da quelle che vanno per la maggiore.
Se nel 1900 avessimo trattato gli scopritori della fisica quantistica e della relatività come oggi trattiamo certi medici "dissenzienti" avremmo bloccato il progresso della scienza (sorvoliamo qui sul fatto che ci avremmo guadagnato in compenso l'assenza di certe armi di distruzione di massa).Vogliamo che la storia presegua? O vogliamo che non si possano esprimere opinioni? Che la storia venga scritta sempre e solo dai vincitori? In Sudafrica ai tempi dell'Apartheid i bianchi imponevano a neri di studiar enelle loro scuole (di serie B) una versione della storia del tutto particolare, secondo la quale la conquista coloniale dell'Africa aveva portato il progresso agli abitanti indigeni. E' questo il tipo di storia che vogliamo?
E se parliamo di "negazionismo", che dire di quegli storici che affermano ancora che le due bombe nucleari contro il Giappone servirono a far finire in fratta la guerra? Come è possibile articolare una simile opinione quando le bombe durono DUE, sganciate l'una a pochi giorni di distanza dall'altra? Tralasciando qui i dati riportati da Howard Zinn nel suo libro "Non in nostro nome" è certo che se pure una bomba si potesse in qualche modo giustificare, la seconda no, assolutamente no. Non è allora un orrido "negazionismo" quello di chi scusa gli USA per l'orribile strage perpetrata? E tralasciamo per brevità altri orridi esempi di servilismo/negazionismo dei libri di storia, della scuola, dei mass media.
Ritornando all'articolo citato in apertura ritengo molto interessanti alcuni commenti. Ad sempio quello di una persona che si firma Raoul Pontalti e che afferma tra l'altro:
Sull'Enciclopedia dell'Olocausto edita dall'United States Holocaust Memorial Museum di Washington (si! proprio quello dell'articolo!) si legge che la popolazione ebraica in Europa (compresa quindi quella non raggiunta dai nazisti come ad es. la Gran Bretagna, la Spagna, la Svezia, la Turchia, le parti orientali della Russia Europea, la Svizzera, etc) assommava a 9,5 milioni di persone. E la prima questione da risolvere è proprio questa: come la volpe non può uccidere venti galline in un pollaio che ne contiene dieci, così i Tedeschi non poterono uccidere più Ebrei di quanti ve ne fossero in Europa, tenuto altresì conto che i Tedeschi che non raggiunsero tutti i paesi dove si trovavano Ebrei e che vi furono i sopravvissuti. In assenza di una revisione della situazione demografica ebraica in Europa alla vigilia della guerra non si possono fare certe elucubrazioni basate sulla capienza dei campi di concentramento, ghetti, etc.E come scrive Andri75:
Il numero degli ebrei nel mondo prima dell'inizio della seconda guerra mondiale era di poco superiore ai 15 milioni. I residenti in Europa, stimati dalla Croce Rossa internazionale, erano circa 9 milioni, in gran parte (si stiamo oltre 3 milioni) viventi in aree toccate solo marginalmente dal conflitto. Durante la seconda guerra mondile di stima che circa 2 milioni di ebrei siano fuggitti dall'Europa e che quasi 2 milioni fossero ancora viventi. Quasi tutti gli storici contemporanei sono concordi nel ritenere che in realta' il numero di morti citati dai vincitori comprendesse tutti i morti (compresi quelli per cause naturali, quelli uccisi in Ucraina e Russia e soldati in guerra) ebrei nel corso della seconda guerra mondiale, oltre ad un elevato numero di altri prigionieri nei campi di concentramento. Questo studio non ha neppure un barlume di possibile verita' ma pare venire in un momento storico in cui lo Stato di Israle, sempre piu' isolato a livello internazionale, si prepara ad attaccare uno Stato sovrano come l'Iran.E che dire di quei 4 milioni di ebrei morti nel campo di Auschwitz, che però in seguito divennero un milione e mezzo e che secondo l'inchiesta di un giornalista tedesco (che poi è stato costretto a interrompere i suoi studi che davano un po' troppo fastidio) dovrebbero essere ancora di meno?
Come leggiamo sull'interessante articolo pubblicato sul sito di un figlio di un deportato
Aggiungiamo che la "confessione "di Hoess (comandante di Auschwitz), prodotta come PROVA dello sterminio di 3.000.000 di persone, è stata scritta dagli Inglesi (in inglese) e FIRMATA da Hoess dopo 3 giorni di tortura ininterrotta (ammissione ufficiale degli stessi ufficiali che torturarono Hoess)E a proposito di numeri ecco le
Su quest’ultimo punto si legga il libro dei torturatori stessi: Butler, Rupert: Legions of Death, Hamlyn Paperbacks, Great Britain, 1983, pp 10-12
Statistiche sull'Affiliazione Religiosa", del libro del Senato Americano "A Report of the Committee on the Judiciary of the United States Senate":Mi sembra a questo punto più che legittimo sospetttare che il numero reale degli ebrei morti nei campi di sterminio sia molto minore di quanto ufficialmente dichiarato. E con questo non si nega né l'esistenza dei lager, né la crudeltà dei nazisti, ma si vogliono ricordare anche gli altri gruppi di persone che trovarono nei lager, fame, stenti, torture, morte, ad esempio slavi, zingari, testimoni di Geova. D'altronde 600.000 o 6 milioni la condanna nei confronti del regime nazista resta ferma, ma la solita propaganda a senso unico non esiterà a bollare questa semplice opinione come "antisemita", nonostante chi la scrive abbia subito in passato serie minacce da parte nazifascista.
1940: numero di Ebrei nel mondo: 15.319.359.
1950: numero di Ebrei nel mondo: 15.713.638.
Chissà perché si ricordano solo alcune vittime ed altre no. Come se i diversi milioni di cittadini sovietici trucidati, deportati, morti per fame, epurati dal regime stalinista non avessero lo stesso diritto di essere ricordati. Per non parlare di quel milione o forse più di Armeni, o di quel mezzo milione di guatemaltechi uccisi (e spesso anche torturati) dal regime dittatoriale sostenuto dagli USA in tempi abbastanza recenti.Non tutte le vittime hanno pari dignità a questo mondo. Ma alcune sono evidentemente utili alla propaganda sionista, altre no.