Magazine Maternità
Quando lasciai il mio fidanzato alle soglie del matrimonio, sapevo che sarei andata incontro ad una serie di difficoltà, di ostilità, di sbigottimento ma non sapevo quanto avrei imparato dalla solitudine.
Avevo rotto, e non solo con lui, avevo rotto con il mio passato, le mie abitudini, la famiglia che fingeva di aver capito le ragioni del mio gesto ma che in fondo da allora in poi mi ha sempre guardato con occhio indagatore della serie - Ma questa è scema o cosa? -
Non ero più la brava ragazza di famiglia che aveva trovato il buon partito e che dopo la laurea, "saggiamente", aveva deciso di convolare a nozze per avviarsi verso la vita coniugale...poco importava se quella fosse o meno la vera Potolina, poco importava se Potolina era felice...stava rispettando gli standard, gli schemi, andava bene così...
Ma non per me...quel giorno, quando raccolsi tutta la forza che avevo per comunicare la mia decisione, non sapevo che stavo entrando in un tunnel di solitudine vera, quella che ti fa cercare disperatamente una parola di conforto, quella che ti fa elemosinare un sorriso. Attorno a me il vuoto...Qualsiasi decisione presa da allora era oramai bollata - Tanto si sa, Potolina fa le cose impulsivamente - e non sapevano quanto si sbagliavano e non credo lo sapranno mai...in fondo poco importa ...
Non accettavo raccomandazioni sul lavoro, volevo fare di testa mia, volevo dimostrare che potevo fare qualcosa di buono, da sola, e non perchè ero figlia di ... , moglie di..., nipote di...volevo dimostrare a me stessa di valere qualcosa...
Me ne andai, lontano, molto, ma con la mente molto più lontano dei chilometri che effettivamente mi separavano da casa e così per anni ho vissuto in un carcere emotivo di cui ancora porto i segni indelebili addosso.
Volevo fuggire da un mondo fatto di cartone, di apparenze, di bei vestiti, di ostentazione di cultura, di allegria premeditata, perchè nessuno sapeva cosa realmente accadeva una volta chiusa la porta di casa e chi sapeva ha fatto finta di nulla. E gli amici, quelli che ora si riempiono le bacheche di facebook con frasi mielose sull'amicizia, sull'amore, sull'ascolto, sono gli stessi che allora si riempirono le orecchie di ovatta...ero uscita fuori dagli schemi...dai loro schemi.
Era una bella famiglia, mamma si era risposata, abbiamo avuto un fratellino - una gioia - oggi fratellone...eppure solo noi sappiamo che non era tutto rose e fiori. Di aspetti positivi ce ne sono stati tanti, ma anche tanta sofferenza, tanto dolore taciuto e condiviso, tanta prevaricazione...lo sappiamo noi, chi di noi ha voluto ricordare...io ricordo, mio malgrado, ma ho perdonato. Ne vale la pena perdonare.
La fede mi ha salvato. Mi ha fatto vedere la luce quando era buio pesto. La fede mi ha preso per mano conducendomi a costruire quello che facilmente poteva essere distrutto.
Ora sono felice, eppure piango come non mai. Adesso ho la famiglia che ho sempre desiderato, l'amore ed il rispetto regnano nella nostra casa, la fede continua a condurci per mano ed io guardo indietro con tenerezza, a volte rabbia, solitudine, forse avrei potuto dare di più...anzi, sicuramente, ma combattevo per sopravvivere.
Viviamo così in superficie, ci accontentiamo di credere a ciò che vediamo e vediamo solo quello in cui crediamo...ho incontrato persone distanti tra loro anni luce, talmente prese da se stesse, chiuse in se stesse da avere occhi spenti seppure aperti.
La solitudine mi ha insegnato ad ascoltare oltre l'evidenza. A non giudicare. Mai. A capire che quando tutto sembra perduto c'è sempre Qualcuno che ti prende per i capelli e ti fa respirare davvero. Credo in Dio, e non solo perchè vengo da una famiglia cattolica ( a dire il vero per quanto bigottismo ho visto dovrei essere atea a quest'ora!) - ma perchè ne ho fatto esperienza, perchè ho sentito l'Amore e ne sono stata letteralmente travolta.
Ho imparato che da ogni cosa è necessario prendere l'aspetto positivo, perchè c'è sempre, e se non c'è ce lo inventiamo e se ci crediamo lo rendiamo vero.
In questi momenti, in cui un senso di tristezza mi pervade totalmente, sono gli stessi in cui mi assale un senso di gratitudine immensa, sconfinata, perchè quella che sono oggi, la famiglia, mio marito ed il mio patatino è quello per cui vale la pena aver combattutto, sofferto e dimenticato...
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