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Quando dire no alla mafia significa, all’inizio, perdere clienti: la storia di Vincenzo Conticello

Creato il 17 settembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante
Posted by   17 settembre 2013  

“E’ lui: l’uomo con le stampelle.” Con queste parole pronunciate, nel 2005 dentro un’aula di tribunale di Palermo, iniziava una nuova vita per Vincenzo Conticello, titolare dell’Antica Focacceria San Francesco. Impegno civico, gran coraggio, no alla mafia e “U panu cà meusa”: è questa la storia di Conticello che ha fatto condannare, per estorsione con aggravante mafiosa, i boss mafiosi Giovanni Di Salvo, Francesco Spadaro, Lorenzo D’Aleo e Vincenzo Seidita.

Vincenzo Conticello, titolare dell'Antica Focacceria di San Francesco di Palermo (economiaweb.it)

Vincenzo Conticello, titolare dell’Antica Focacceria di San Francesco di Palermo (economiaweb.it)

Far assaporare le proprie delizie ai clienti è sempre stato il motto che ha contraddistinto l’Antica Focacceria San Francesco della famiglia Conticello a Palermo. Sfincione con cipolla e formaggio e focaccia “schietta o maritata” con milza e ricotta. Da sempre è meta dei palermitani e dei turisti; in passato hanno mangiato qui anche Garibaldi e con i suoi Mille, Pirandello e Francesco Crispi.

L’incubo di Conticello, invece, è iniziato, nel 2005, con piccoli misteriosi guasti: saltava la corrente, mancava l’acqua, vetrate che andavano in frantumi. Poi si è passati alle maniere forti con una catena di attentati e con macchine in fuoco. Infine, un giorno è comparso alla porta un signore, Giovanni di Salvo, che consigliava subito una protezione completa contro ogni tipo di “problema”: dalla criminalità organizzata fino ai controlli della Finanza, per solo 500 euro al mese.

L'Antica Focacceria di San Francesco in via Paternostro a Palermo

L’Antica Focacceria di San Francesco in via Paternostro a Palermo

Non ha aspettato Vincenzo Conticello, si è subito detto contrario a pagare il pizzo, anche se sembrava un’offerta che non si poteva rifiutare. Al gestore del locale gastronomico palermitano, che nella sua storia non aveva mai pagato gli uomini di “Cosa Nostra”, seguono così minacce di morte e una nuova richiesta di oltre 50.000 euro. Dopo la denuncia alle forze dell’ordine con l’aiuto dei magistrati e il suo gran coraggio i mafiosi sono stati seguiti, pedinati ed intercettati. Lui in prima persona indossava microfoni e trasmittenti per intercettare le parole dei mafiosi che cercavano di convincerlo a pagare il pizzo “per il suo bene”. Rischiando la morte, il titolare di una tra le focaccerie più antiche d’Italia è riuscito a “vincere” la battaglia con i suoi nemici.

L’accusa dei magistrati? Estorsione aggravata dall’articolo 7 con il favoreggiamento a Cosa Nostra: in aggiunta Spadaro, per controllare meglio l’azienda gastronomica, avrebbe imposto ai fratelli Conticello di assumere la moglie e il suo uomo di fiducia, Seidita. Il coraggioso gastronomo prima denuncia i suoi ricattatori, poi li segue e testimonia contro di essi in tribunale, facendoli condannare complessivamente a quasi cinquant’anni di reclusione.

Pur diventando il fiore all’occhiello dell’associazione antiracket siciliana “Addio Pizzo” l’Antica Focacceria San Francesco, a partire dal 2007, entra in crisi a causa della mancanza di clienti, dei tavoli vuoi, dei fornitori spariti e delle richieste di catering che scendono fino a non arrivare più. Nella stessa zona di Palermo, dove Conticello voleva farsi primo firmatario di una “mozione” tra commercianti, per la lotta antiracket, si è sentito rispondere che i suoi colleghi non se la sentono di prendere posizione in merito e che, ormai, si sono abituati a pagare il pizzo addebitandolo ai loro clienti.

A volte non si capisce è che il pizzo – spiega Conticello –  è solo la prima fase nel rapporto di sudditanza che si instaura con la mafia. Ciò a cui mirano i clan è il possesso delle attività economiche fiorenti. Avrei finito con l’essere una delle loro “teste di legno”, avrei dovuto rispondere sempre “si” e fare dei favori. Cosa di cui non sarei mai stato capace, finendo forse per pagare un prezzo molto più alto di quello che non ho dovuto pagare ribellandomi.”

La sede milanese di via San Paolo dell'Antica Focacceria San Francesco (saporinews.com)

La sede milanese di via San Paolo dell’Antica Focacceria San Francesco (saporinews.com)

Conticello non ha mai mollato e, a partire dal 2009, la sua attività ha preso il volo: se non poteva fare affidamento sulla sua Palermo, allora andava a cercare fortuna altrove ma a piccoli passi. Ha creato due filiali a Milano e una caffetteria nella libreria Feltrinelli di Roma. Il nuovissimo angolo ristoro inaugurato nell’aeroporto romano di Fiumicino, da gennaio scorso, è già molto frequentato. ”Qui portiamo la qualità dei nostri piatti e dei prodotti siciliani, tutti di realtà impermeabili alla mafia come i vini Planeta. Poi c’’è il fatto che noi dell’Antica Focacceria abbiamo voluto marcare il nostro territorio: da una parte gli onesti e dall’altra i mafiosi.”

Da un paio di mesi, invece, i fratelli Conticelli hanno ceduto il 51% della quota societaria, della sede siciliana, al gruppo Feltrinelli e nel resto d’Italia le Focaccerie invece appartengono loro solo al 49%. Scelta dettata dalla crisi che stiamo vivendo e dalla volontà di investire per inaugurare nuove filiali a Berlino, Francoforte e Monaco. Anche la Cina sarà una tra le sue mete: sono in allestimento un locale ad Hong Kong e due a Pechino, seguirà così una catena in franchising.

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