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Quando don Milani diceva: “Io sto dalla parte della Chiesa”

Creato il 01 maggio 2014 da Uccronline

Don MilaniLa premessa è d’obbligo: noi, al tempo di don Lorenzo Milani, non c’eravamo. Lo conosciamo grazie ai libri di storia, agli articoli di giornale, ai racconti e alle testimonianze. Abbiamo capito, però, che c’è stato qualcosa di controverso, come accade sempre quando un religioso viene esaltato dall’anticlericalismo laicista, così come è accaduto a lui.

Recentemente il suo nome è riemerso in seguito alla rivelazione di mons. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, il quale ha affermato che, dopo aver inviato a Papa Francesco un accurato lavoro di ricerca sul libro di don Milani, intitolato “Esperienze personali”, la Congregazione per la dottrina della fede ha risposto che la ristampa del libro non avrà più alcuna proibizione da parte della Chiesa e torna a diventare «un patrimonio del cattolicesimo italiano».

Infatti, l’ex Sant’Uffizio chiese a mons. Florit, allora arcivescovo di Firenze, di ritirare dal commercio il libro per motivi prudenziali, una decisione motivata da situazioni contingenti. Non vi fu invece alcun decreto di condanna contro il libro né contro l’autore. Oggi, ha spiegato mons. Betori, «la Congregazione mi dice che ormai le circostanze sono mutate e pertanto quell’intervento non ha più ragione di sussistere». Non sappiamo quali siano stati i motivi precisi per cui la Chiesa non ritenne prudente la pubblicazione di quel libro, “Avvenire” spiega così: «dal testo, oltre alla critica alla pastorale fino ad allora seguita dalla Chiesa, emergeva un dissenso politico, un linguaggio a volte provocatorio e dissacrante, e la rivendicazione sociale da parte della popolazione delle compagne che don Milani tradusse anche in articoli di una ipotetica legge».

Occorre anche ricordare che molti scolari e molte persone vicine a don Milani sono oggi coinvolte nel drammatico “caso del Forteto“, ovvero una storia di abusi consumati per decenni nella comunità e cooperativa agricola del Forteto di Vicchio, nel Mugello, luogo che dal 1977 accoglie bambini e adulti in difficoltà, ovvero la comunità depositaria dell’eredità educativa e antiautoritaria di don Milani. Sandro Magister ha ricostruito una cronologia dei fatti in un articolo intitolato Cattivi scolari di don Milani. La catastrofe del Forteto. Rodolfo Fiesoli, consigliere del Centro Documentazione don Lorenzo Milani, è oggi definito “l’orco” del Forteto.

Ancora oggi i grandi anticlericali italiani inneggiano a don Milani come fosse un moderno Giordano Bruno. Furio Colombo -a quei tempi catto-comunista e oggi soltanto comunista- ad esempio, sul “Fatto” ha teorizzato che la Chiesa avrebbe condannato don Milani perché quest’ultimo amava i poveri, al contrario dei cardinali. Ma, occorre ricordare, come ha fatto in passato Antonio Socci, che già allora don Milani rispondeva agli avvoltoi che cercavano, e cercano, di tirarlo dalla loro parte e in opposizione alla Chiesa, in modo molto chiaro: «Ma che dei vostri! Io sono un prete e basta! In che cosa la penso come voi? Questa Chiesa è quella che possiede i sacramenti. L’assoluzione dei peccati non me la dà mica “L’Espresso”. E la comunione e la Messa me la danno loro? Devono rendersi conto che loro non sono nella condizione di poter giudicare e criticare queste cose. Non sono qualificati per dare giudizi. Devono snobbarmi, dire che sono ingenuo e demagogo, non onorarmi come uno di loro. Perché di loro non sono».

La redazione


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