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Quando eri tu la musica

Creato il 09 giugno 2013 da Unarosaverde

Come si fa, ditemi voi, a trovare musica in un ufficio che si affaccia su un reparto di macchine utensili rumorosissime che tagliano pezzi di metallo sedici ore al giorno, in cui suonano i telefoni in continuazione, in mezzo al quale dal piano superiore vanno e vengono incessamente su e giù per una scaletta decine di persone passandoti sui piedi, per così dire, in cui ronza una stampante laser e sbatacchiano due stampanti a rullo ruminandosi chilometri di carta, in cui le persone sono sempre arrabbiate e pare stiano gestendo solo loro i problemi più grossi del mondo, in cui il rumore di fondo, alla fin fine, è sempre e solo quello dei soldi, anche se ben schermato.

Giovedi sera ero a Verona, a godermi un concerto al chiuso di Uto Ughi poi, nella quiete di una notte che pareva veramente di primavera, ho passeggiato fino all’Arena illuminata da cui provenivano operistici gorgheggi, godendomi un gelato artigianale e il piacere della musica ricevuta. Ieri sera ho ascoltato all’aperto tre cori alpini: uno è blasonato, in zona, ma mi ha fatto sbellicare dalle risate perché far cantare canzoni rock in inglese ad un coro vocalmente statico come un masso di granito sulle forme del canto alpino significa cadere nel ridicolo; uno era ospitato, dal milanese, ed è stato piacevolmente divertente; uno – che in realtà erano due ma questa  è una lunga storia –  lo conosco bene e non ha tradito la fiducia, anche se alle ultime canzoni ci sono arrivata tremando dal freddo.

Domani torno nell’ufficio di cui alle prime righe ma, se il risultato sarà simile a quello di venerdì, prevedo ore lunghe e affollate di cacofonie. Buon inizio settimana a tutti: a me è sparita l’ispirazione letteraria al pensiero di altri cinque giorni in mezzo al frastuono.


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