“Ricette spaziali” (M. Colli, G. Mauri, E. Verri), Erickson
“Male” = troppo, troppo poco o, semplicemente male (patatine, Duplo, Kit-Kat, Nutella come se piovesse, Mc Donald e compagnia bella).
Riporto subito un estratto che serve anche a me come memento:
“Nel momento in cui il cibo diventa un modo per consolare degli stati d’animo negativi, una strategia per alleviare noia o depressione, questo modello viene interiorizzato e diventa una modalità che persiste anche da adulti.” Questo vale per i bambini che cominciano a mangiare troppo.
Per quelli che mangiano troppo poco, trascrivo questa:
“Certo, tutti hanno i loro gusti e su questo, come è noto, non si discute, ma raramente il rifiuto sistematico del cibo dipende da fattori legati ai sensi, da sapori o odori che possano apparire non graditi.
Nella maggior parte dei casi si tratta di un messaggio forte che riguarda un cattivo rapporto con un particolare ambiente, l’associazione con situazioni emotive stressanti o percepite dal bambino come spiacevoli.”
Detto questo, diamo un’occhiata al libro: pieno di foto e disegni colorati, con ricette, test, una storia che lega gli argomenti e pure un paio di giochi da tagliare, insomma, VARIO, come sarebbe piaciuto a me un libro se da piccola ne avessi avuti.
A mio figlio, 5 anni, è piaciuto, anche se questo ha significato lasciarlo in cucina a trafficare con pasta per pizza che ormai era più efficace della Loctite.
Ma diciamolo: siamo quasi nel 2014, non ci saranno ancora mica mamme in giro che si preoccupano della cucina in disordine?!?