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Quando il privilegio si fa regola sociale. Breve storia dell’accattonismo berlusconiano

Creato il 14 maggio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Quando il privilegio si fa regola sociale. Breve storia dell’accattonismo berlusconianoSiamo convinti che la pochezza e la vacuità del berlusconismo si nascondano più nei piccoli fatti di tutti i giorni che non nelle ventilate grandi riforme promesse e mai realizzate. Volendo traslare un pensiero alato di madama Daniela Santanchè, possiamo dire  (chiedendo umilmente scusa ai malati di cancro) che il vero cancro di questa repubblica di bananiere ormeggiate nei porticcioli turistici, con tanto di bandiera panamense appesa all’asta, sia rappresentato proprio dal Silvio pensiero che, nel corso degli anni, si è andato trasformando sempre di più nell’ideologia del tanto al chilo. Ci sembra eccessivo scomodare l’edonismo, che è pur sempre la diretta conseguenza di una concezione filosofica della vita di Aristippo prima e di Epicuro poi, quella di Silvio è semplicemente la ricerca ossessiva del piacere senza basi concettuali, il risultato di una masturbazione fisica e cerebrale condotta “all’ombra della cattedrale” e portata avanti senza curarsi che anche gli altri ne godano un po’. L’esito di questa che risulta essere più una elucubrazione che una pratica politica e culturale, è che i sudditi che circondano l’Imperatore ritengono di poter fare le stesse cose ma senza averne né l’immensa disponibilità finanziaria né la spudoratezza con la quale stravolge i fatti, le vicende, la storia. Augusto Minzolini, ad esempio, è indagato dalla procura di Roma per peculato. La vicenda è nota a tutti. Il direttore del TgUno della Rai ha speso circa 68mila euro usando la sua carta di credito aziendale. Spese legate al ruolo e alla funzione? No, vacanze, hotel di lusso, accessori, viaggi. Dalla vicenda Minzolini emergono due particolari; il primo è che la carta “open” gli era stata concessa come benefit per l’”esclusiva” delle sue prestazioni (visto che all’epoca il “direttorissimo” era anche collaboratore di Panorama), azione che non era “compatibile con la politica aziendale” e quindi illegale; il secondo è che l’Augusto ha già restituito alla Rai circa 60mila euro per chiudere la faccenda senza ulteriori conseguenze. Ma cosa significa restituire? Il verbo transitivo “restituire” significa: “ridare a qualcuno ciò che gli si è tolto o che egli ci ha dato”, i soldi spesi da Minzolini quindi, non erano suoi visto che li ha restituiti alla Rai e non poteva neppure usufruirne considerato che erano la conseguenza di un atto illegale . Questo si chiama “privilegio”. Gnazio La Russa, che quando non bombarda qualcuno ha il vizietto del calcio e dell’Inter in particolare, pur di essere presente alla partita di Champions League della sua squadra, non ha esitato a usare due aerei militari per raggiungere lo stadio di Milano e far ritorno a Roma, e cioè quei velivoli che si alzano, volano e solitamente trasportano truppe a spese del contribuente. Ora la Corte dei Conti, della cui esistenza Gnazio non sapeva nulla tanto che ha dovuto chiedere lumi a Scajola, ha deciso di verificare se quei due voli abbiano causato un danno all’erario e quindi allo Stato e quindi a noi cittadini che paghiamo le tasse. Un altro privilegio. Francesco Saverio Romano, neo ministro dell’agricoltura, ha invece utilizzato l’elicottero del Corpo Forestale dello Stato per una visita politico-elettorale dalle mie parti a sostegno del candidato di centrodestra. Tutti i giornali locali hanno riportato la notizia ma non per muovere un appunto al ministro reo di uso improprio di un mezzo dello Stato, ma per sottolineare la bellezza di quel grande “uccello bianco-verde” che tutti hanno guardato con gli occhi all’insù. Ancora un privilegio. Se un indizio è un indizio e due indizi fanno una prova, secondo la logica di Hercule Poirot tre dovrebbero portare direttamente in galera ma in Italia questo è impensabile. “In altre parti – ha detto ieri il presidente Napolitano – un politico coinvolto in uno scandalo si dimette senza pensarci su due volte”. E per rendere chiaro il suo concetto ha citato solo l’Inghilterra omettendo di aggiungere la Germania, il Belgio, la Francia, la Danimarca per un viscerale amore di patria. “Solo in Italia – ha chiosato il presidente della repubblica – non si dimette mai nessuno”. Ancora privilegi. Ma veniamo alla notizia del giorno, o meglio, di queste ultime ore di campagna elettorale. Silvio Berlusconi è andato a Napoli a sostenere la candidatura di Gianni Lettieri che, come tutti sanno, è un uomo di Nicola Cosentino da Casal di Principe. Non potendo più promettere miracoli a proposito della monnezza, visto che manco l’esercito è riuscito a farla scomparire, Silvio ha concesso una proroga ai proprietari di case abusive le cui abitazioni non saranno demolite, facendo intendere che, qualora votassero per Lettieri, quelle costruzioni potrebbero anche restare in piedi. Silvio ha insomma promesso la proroga di un reato, ancora per qualche mese si potrà continuare, secondo lui che lo fa da sempre, a delinquere con il benestare non della legge ma della politica. Della cazzata di Silvio se n’è accorto perfino Umberto Bossi il quale ha già detto che di questa cosa Berlusconi dovrà parlare con lui altrimenti non se ne fa nulla. Certo che è strano però che a indignarsi sia lo stesso esponente politico che ha permesso ai produttori di latte di violare la normativa europea facendo oltretutto pagare allo Stato le multe salatissime che la Ue aveva comminato. E cosa sono questi se non privilegi e addirittura contra legem? E di un piccolo privilegio, quello di dire l’ultima parola in un faccia a faccia televisivo, si è giovata Letizia Moratti quando ha attaccato maldestramente Giuliano Pisapia negli studi di Sky. Ovviamente Silvio si è schierato subito dalla parte della sua sindaca la quale, invece di chiedere scusa all’avversario per aver dato all’opinione pubblica una notizia falsa sul suo passato, sta continuando ad attaccarlo perché “molto vicino da sempre alle forze dell’estrema sinistra”. Come dire che il passato ritorna solo quando fa comodo agli esponenti del Pdl, altrimenti lo si cambia o mediaticamente o storicamente e stravolgendolo a proprio uso e consumo. Chi sta dando però manforte a donna Letizia in evidente crisi di consensi, è Daniela Santanché, quella dell’equivalenza “Boccassini-metastasi”. Pur di spacciare Pisapia per un pericoloso fiancheggiatore del terrorismo eversivo di sinistra, ieri sera ad Annozero la sintesi vivente della plastica applicata alla donna, ha mostrato una foto del Giornale diretto dal fidanzato nella quale si vedeva una bandiera di Hamas sventolare durante un comizio di Pisapia. Fiera dello scoop, Danielona ha continuato a tenere alta l’unica copia del quotidiano sfuggita all’incartamento del pesce e alla funzione igienica della turca degli operai edili, fino a quando Santoro non le ha spiegato che quella non era la bandiera di Hamas ma palestinese sulla quale Vauro ha disegnato la colomba della pace. Che non si trattava insomma di un pericoloso vessillo di guerra ma dell’emblema degli aiuti umanitari internazionali che arriveranno a Gaza per portare generi di prima necessità e medicine. Ma la Santanchè non ha perso nulla della sua sicumera anzi, partendo lancia in resta, ha attaccato il povero Vauro dandogli del terrorista. Quell’apparente siluro qualche culo doveva pur colpirlo, scansato Pisapia è approdato direttamente fra le natiche del disegnatore di Annozero. Inutile dire che Vauro, da buon toscano, ha goduto come un porco.

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