Quando il sonno della "voce" genera mostri: fra politica e (false) soluzioni

Creato il 13 giugno 2013 da Alessandro @AleTrasforini
Nel post "Fate sentire la vostra voce!", il comico travestito da politico (o viceversa?) sembra inviare una disperata richiesta di aiuto e consapevolezza a quella parte di Italia(ni) che sembra(no) remare contro per affossare l'intera nazione, colpita da immani problemi di qualsivoglia natura ed origine: 
"[...]Fate sentire la vostra voce! L'Italia sta crollando. Non è una previsione, è una certezza. Chiunque sia stato colpito dal morbo della disoccupazione, dello sfratto, della chiusura della sua azienda lo sa.[...] L'Italia potrà cambiare solo grazie a voi, alla vostra partecipazione, al vostro sdegno. Non perdete la capacità di incazzarvi, non dovete.[...] Fate sentire vostra voce alta e forte o l'Italia sarà perduta. [...] Senza di voi, vinceranno loro. Ognuno deve valere uno per riportare la democrazia in questo Paese espropriato di ogni cosa, dalla sovranità territoriale, a quella monetaria, a quella economica, alla rappresentanza in Parlamento. [...] Fate sentire la vostra voce! La vostra voce è fondamentale, tiratela fuori nei bar, nei taxi, al lavoro, negli studi televisivi, in rete, nei tribunali. Ovunque ci sia qualcuno da informare, una verità da gridare. [...] Non abbassate mai la testa.[...] La realtà è intorno a voi: raccontatela![...] Ovunque voi siate, fate sentire la vostra voce. Ognuno di voi è importante. Io ho una voce sola.[...]" (Fonte: Fate sentire la vostra voce!beppegrillo.it
Di fronte a tali incitamenti, quali voci devono avere il diritto (e dovere) di sentirsi invocate da questo appello?  L'uomo (travestito da) megafono sembra richiamare a sè le forze dei "soli" nove milioni che, nelle scorse elezioni politiche, hanno scelto di affidare al M5S le proprie speranze (e timori) per un'Italia migliore e diversa.  Queste tante "voci" hanno prodotto un 25% di consensi che, in termini reali, ha finito per pesare oltre qualsivoglia immaginazione...sfuggita forse alla consapevolezza ed alle aspettative dello stesso duo Grillo-Casaleggio?  Dopo le elezioni politiche è stato, invece, il turno delle amministrative in numerosi Enti Locali italiani: ci sono stati cali/crolli di consenso? E' possibile ipotizzare che, in virtù di tale crollo, M5S e megafono Grillo abbiano sbagliato qualcosa? E' possibile anteporre alla visione ed alla conduzione del M5S qualche velo di ombra e scetticismo?  Il M5S può davvero ambire a definirsi "movimento perfetto"?  La risposta alle critiche piovute da esponenti parlamentari ha prodotto un altro post, sempre dallo stesso blog, che parla ad Italia ed italiani realizzando interventi di fuoco amico e nemico al tempo stesso:
"[...]Uno vale uno, quando costruisce. Quando del dibattito fa crescita, arricchimento, fatica per arrivare un passo più oltre.[...] Uno vale uno quando è un uomo libero, che mette in pratica la democrazia nel senso più nobile ed alto: la libertà di sé nel rispetto delle regole. [...] Uno vale uno quando rispetta, vive e conosce a fonde l'etica politica del progetto a cui partecipa, e che gli chiede impegno e partecipazione quotidiana.[...] Uno vale uno quando ci mette la faccia.[...] Uno vale uno quando è consapevole che l'opportunità unica che gli è stata offerta non è per i suoi meriti, ma per servire un Paese alla canna del gas e i suoi disperati cittadini.[...]"  (Fonte: Quando uno vale niente, beppegrillo.it)
In qualsiasi caso contrario a quelli sopra elencati, il generico uno può arrivare a valere niente: quanto misura, in termini effettivi, il principio secondo cui "uno vale uno" all'interno del M5S? Quanto misurano mano e voce dello stesso Grillo (e dell'alter ego Casaleggio?) all'interno della struttura del M5S?  Cosa sarebbe il M5S se privato della (pre)potenza e dell'aggressività del comico travestito da politico? Cosa rimarrebbe del consenso qualora la figura di Grillo scegliesse quantomeno di diminuire la propria influenza?  Sono sufficienti davvero tsunami tour e nuotate attraverso Stretti per veicolare un consenso (solo apparentemente?) sviato da stampa e mass-media corrotti?  Quanti "punti elettorali" potrebbe aver regalato la mancata presenza diretta del leader in televisioni e mezzi stampa? A prescindere da queste e moltissime altre domande, operando un ideale collage di contenuti, sarebbe possibile esprimere comunque una serie di oggettive e condivisibili verità di fondo: è un momento storico-sociale nel quale è urgente ricercare voci liberamente capaci di urlare quello che non va, quello che potrebbe andare meglio. E' un momento storico nel quale queste "voci" diventano forti solo se capaci (od abituate?) di procedere vicine ed unite nella risoluzione di problemi comuni, partendo anche da punti di vista differenti.  E' un momento storico nel quale queste "voci", per potersi affermare, sono obbligate a conoscere a fondo anche l'etica (non solo) politica di uno Stato devastato e ferito da individui che oggi si atteggiano a statisti travestiti da responsabilità. E' un momento storico nel quale queste "voci" devono cercare di conoscere a fondo il sistema e le complicatissime regole che lo governano, per poter riuscire a modificarlo a fondo ed in positivo.  E' un momento storico nel quale queste "voci" scelgono, nel bene più che nel troppo male, di metterci la faccia per ragionare attorno alla tremenda tragedia che le avvolge.  E' un momento storico nel quale ciascuna "voce" scelta per motivi di rappresentanza deve sentirsi obbligata ad onorare la dignità dei singoli che la hanno votata.  Chiunque non si attenga a questi oneri ed onori, sembra essere (giustamente) invitato ad accomodarsi.  Andando oltre le precedenti, sembra essere comunque lecita la possibilità di porsi qualche ulteriore domanda: possono essere davvero solo ed esclusivamente attendibili e credibili le "voci" che giudicano positivamente l'operato e le "eroiche" gesta del M5S? Cosa poter pensare delle "voci" che combattono per cambiare le cose dentro a Partiti che, dinanzi all'arrivo della Terza Repubblica, sembrano esser volutamente ritornati ad abbracciare assurde logiche da Prima Repubblica?  Cosa poter pensare di quelle molt(issim)e "voci" interessate a cambiare precise "fette" del sistema solo dopo averne capito a fondo tranelli, regole e tremende complessità?  Cosa pensare di quelle "voci" autorizzate dal sistema a credere in una forma di "ragionevole incazzatura", successiva all'accumulo di esperienze e competenze necessarie a capire fino in fondo come scardinare quella "fetta" schifosa e puzzolente dell'odiato sistema? Come guardare a quelle persone che cercano una via di salvezza esterna ma non aliena da certe positive intenzioni delegate dall'elettorato M5S alle mani del comico travestito da megafono? Come guardare ad ogni individuo che, nel mettersi in gioco dal livello più "basso" delle Istituzioni, sceglie di applicare sulla propria persona qualche "taglio" a già ridicoli "costi della politica" senza troppo spargere voce in giro? Come giudicare quelle "voci" che, seppur intenzionate a muoversi per una qualche forma di interesse comune, trovano irrisolte e tragicomiche zone d'ombra nella politica e negli atteggiamenti promossi dalla "piramide virtuale" che ha il suo vertice nel duo Grillo-Casaleggio? Come valutare quelle "voci" che sembrano cercare comunque una visione del mondo alternativa, senza dover per forza demolire "in toto" quella esistente e (fino a poco tempo fa) quasi completamente ignorata da molt(issim)i? Se "uno vale uno quando costruisce", cosa potrebbe valere chi sembra demolire solamente tutto e tutti? Come valutare quelle "voci" che cercano conoscenze ed etica per praticare forme di "guerra" alternativa rispetto alla lotta condotta dal duo Grillo-Casaleggio? E' ai soli esponenti del M5S che appartiene la licenza di sbagliare e/o di commettere passi falsi "in itinere"? Come valutare quelle "voci" che credono, diversamente da quanto sbandierato da Grillo, in un mondo capace di risollevarsi solo grazie all'applicazione di soluzioni per niente facili? Come reputare quelle "voci" che reputano una vera e propria barzelletta la teoria secondo cui "uno vale uno" nell'applicazione alla tanto miracolosa "rete"?  Italia ed italiani finiranno per crollare anche per (de)merito di queste "voci"?  Beppe Grillo ha una "voce sola" che, però, sembra "pesare" molto più di tutte le altre; sembra autorizzata ad azzerare la credibilità politica (da lui esponenzialmente resa asintotica a quella personale) di qualcuno attraverso post (scriptum) sul blog, attraverso comizi e devastati tour.  E' ipocrita scrivere che, all'interno della Rete, la voce di Grillo finisce per pesare molto di più rispetto a quella del singolo militante? Sono giuste solo le "voci" che invocano fedeltà eterna all'etica ed all'ottica del M5S?  Come giudicare le "voci" che, schifate e nauseate dal sistema partitico odierno, cercano di lottare per ripristinare la dignità "costituzionalmente riposta" nell'Art.49 del nostro testo Costituzionale?  Si è giudicati davvero alternativi solo se affiliati al M5S?  Quando, dove e come può finire una "voce" indirizzata a cercare nuove forme per praticare il bene comune anche se lontana dal M5S? Cosa succede a quelle "voci" che, in un contesto disastrato come quello italiano, cercano quando possibile di accumulare esperienze e competenze necessarie per restituire dignità e valore al concetto di "bene comune"? Cosa succede a quelle "voci" che guardano alla sostenibilità ambientale in termini pratici, cercando di conoscere concretamente quali "tasti" poter sollecitare per migliorare il contenuto complessivo dell'astronave Terra che abbiamo sotto ai piedi?  Cosa può succedere ad una "voce" alternativa all'urlo ed alle invettive del comico travestito da megafono?  Cosa può succedere a quelle "voci" che reputano follia pura lo pseudo-progetto visionario definito da "Gaia", noto filmato divulgato in rete anni fa dalla stessa Casaleggio Associati?  Come giudicare tutte quelle "voci" che reputano "assurde" (eufemismo, nds) le teorie e le applicazioni pratiche richiamate nel libro "Tu sei rete - La rivoluzione del business, del marketing e della politica attraverso le reti sociali" scritto da Davide Casaleggio qualche anno fa?  Come giudicare quelle "voci" che praticano una ricerca del bene comune ritenendo "non idonei" gli esperimenti di "ingegneria sociale" praticati dal famigerato "staffgrillo"?  Come giudicare tutte queste "voci"?  A queste e molt(issim)e altre domande sembra (colpevolmente?) impossibile ottenere risposta alcuna; a prescindere dai punti di vista, anche contro Grillo, risuonano come un'arma a doppio taglio parole sue: 
"[...]Fate sentire la vostra voce! [...] La vostra voce è fondamentale, tiratela fuori [...] Ovunque ci sia qualcuno da informare, una verità da gridare. [...] Non abbassate mai la testa.[...]"
In un momento storico-sociale fatto da partiti politici abbattuti, termovalorizzati e/o con conclamate crisi aggravate da condotte assurde, esistono "voci" che continuano a non credere nelle esclusive soluzioni propinate da un comico travestito da megafono. 

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