Già in passato ho parlato (bene) della casa editrice I Sognatori perché a parer mio lavorano con passione e accuratezza.
Di recente ho notato che la loro politica di valutazione degli inediti è cambiata. La responsabilità è del 98% degli aspiranti scrittori che ovviamente sceglieva l’opzione gratuita. Per quale ragione si sceglie questa strategia? Non rispondiamo tutti in coro: i libri costano. A parte che quelli di questa casa editrice sono economici.
La realtà è che l’aspirante non ha alcuna voglia di leggere o sostenere l’editoria genuina: punto e a capo.
Soprattutto quella che prova a cambiare le cose proponendo non libri di ricette, ma racconti o romanzi di qualità.
È più comodo gridare che gli editori sono brutti sporchi e naturalmente cattivi. Blaterare che i loro libri sono impaginati male, zeppi di errori, eccetera eccetera: come i manoscritti che si inviano a scopo di valutazione, però questo nessuno lo verrà mai a sapere, giusto?
Sia chiaro: molti editori anche di fama, si macchiano di gravi colpe promuovendo al rango di scrittore chi non lo è, e non lo sarà mai. La qualità di alcune pubblicazioni (anche di case editrici un tempo prestigiose), sta scivolando verso il basso.
Ma il clima carnevalesco, superficiale e di generale pigrizia che si respira, non può essere usato per giustificare la propria mediocrità. Siccome tutti fanno così, io mi adeguo.
L’aspirante scrittore ha fretta. Non ha tempo di leggere quello che gli altri scrivono (non solo gli esordienti che pubblicano con una piccola casa editrice: nemmeno Tolstoj o Sciascia), perché ammaliato dalla sua opera. Un capolavoro.
L’aspirante scrittore è certo che molto se non tutto, gli è dovuto: senza dover dimostrare nulla. C’è Internet, che diamine: un clic e mi pubblico da me ovunque, peggio per chi rifiuta il mio lavoro.
Conosce le tecniche di marketing (come no, basta esserne convinti) a menadito.
L’aspirante scrittore sa. Tutto. Meglio di chi nell’editoria ci lavora da 10/15/20 anni. Meglio di chi pubblica con piccole case editrici (di qualità), ed è tagliato fuori dal “circuito che conta”, alimentato tra l’altro dall’aspirante scrittore che sa.
Se sapesse di meno, leggerebbe di più, leggerebbe per esempio i libri della piccola editoria che si sbatte per promuovere talenti nascosti. Contribuirebbe in questo modo a ingolfare il meccanismo che a parole condanna (se ci fosse dentro, lo esalterebbe eccome), mentre in realtà lavora per renderlo sempre più forte.
Per due volte ho inviato i miei manoscritti a I Sognatori, e ho scelto l’acquisto di un cofanetto di libri editi da questa casa editrice. La spesa è stata contenuta, ho potuto toccare con mano la qualità della carta, della copertina, verificare il loro metodo di lavoro. Scoprire autori nuovi.
Entrambe le volte, superfluo aggiungerlo, i miei poveri scritti sono stati respinti. Non perché è un editore mediocre, cattivo, eccetera eccetera. Il mio lavoro non era buono.
Se ricevi un rifiuto, devi sempre partire dall’idea che non sei stato all’altezza, e lavorare ancora di più sulla qualità. Quando al contrario immagini che l’editore non sappia con quale straordinario talento ha a che fare, abbassi l’asticella della qualità. Sempre.