E' in corso d'opera un megagalattico scempio ambientale e paesaggistico ad appena un chilometro dall'abitato di Campoleone, che come saprete è una frazione in parte amministrata da Aprilia (LT), e per l'altra metà dal Comune di Lanuvio (RM). Ma di cosa si tratta? E' l'ennesimo impianto fotovoltaico a terra (di cui non avremmo avuto niente in contrario se solo fosse stato installato su aree già edificate), il quale andrà a “mangiarsi” ben 40 ettari di terreno agricolo pregiato, e determinerà un danno paesaggistico incalcolabile. Il tutto sta accadendo nel più totale silenzio delle associazioni ambientaliste, che troppo spesso, purtroppo, ritroviamo a braccetto degli speculatori delle energie rinnovabili. Il triste e deleterio spettacolo, sta andando in scena tra via Laviniense e via Piastrarelle, in territorio lanuvino, in una zona a dir poco meravigliosa, rimasta pressoché intatta sino ai giorni nostri. Sono terreni formati da dolci rilievi, con pochi ma caratteristici casali, delle splendide collinette finora rimaste inalterate, le quali, sono finora scampate alle colate di cemento e agli eccessivi frazionamenti, ma che tuttavia stanno per essere in breve tempo completamente ricoperte dai pannelli solari dell'industria del fotovoltaico.
Qui sotto una veduta satellitare dell'area oggetto dello sfacelo...
Da quel luogo è possibile ammirare distintamente e per intero i Castelli Romani, ma dopo l'installazione dei pannelli su strutture metalliche rialzate, la bella visuale andrà perduta per sempre. Nel link qui sotto una documentazione fotografica a cura dell'ambientalista e fotoreporter Luca Bellincioni, che ci mostra com'era bella la zona fino a poco tempo fa:
Galleria fotografica
Come rimanere indifferenti di fronte alla perdita di cotanta bellezza?
Chi ha permesso tutto ciò? A quanto pare il Comune di Lanuvio non ha fatto nulla per impedire questo immenso e mostruoso “parco” fotovoltaico, ma leggendo articoli apparsi un un po' di tempo fa su alcuni giornali telematici, sembrerebbe che lo abbia addirittura favorito, leggi QUI e QUI. Lo zampino ce lo ha messo anche la Provincia di Roma, che a quanto pare ha concesso l'autorizzazione, vedi QUI. Come dicevamo, anche le associazioni ambientaliste, con il loro silenzio assordante, hanno favorito l'operazione, magari qualcuna di queste parteciperà pure all'inaugurazione dell'impianto, come già avvenuto poco tempo fa per un altro della zona (quello della società 9REN a Bellavista), in cui era presente Legambiente. Ad ogni modo, è cosa nota che Legambiente ha interessi (o comunque suoi esponenti ne hanno) nel campo dell'energia, ed è recentissima la notizia che il WWF ha costituito una S.p.A. con Unicredit e Solon, la quale si chiama "Officinae Verdi" e commercializzerà impianti fotovoltaici; Quindi questo la dice lunga su qual'è l'approccio al fotovoltaico da parte di queste associazioni ambientaliste. Naturalmente come in tutte le realtà associative, tra gli iscritti ci saranno sicuramente dei distinuo, in ogni caso non abbiamo ancora sentito nessuno scagliarsi contro questo allucinante “parco” fotovoltaico in fase di realizzazione a Lanuvio, che a nostro giudizio è un vero e proprio ecomostro. Si dice che siano energie pulite, e su questo siamo tutti d'accordo, tuttavia quando consumano il territorio e rovinano il paesaggio vanno rispedite al mittente, senza se e senza ma! Tra l'altro certi “ambientalisti” se ne guardano bene dall'evidenziare i problemi legati all'inquinamento elettromagnetico, oppure quello prodotto dall'uso massiccio degli erbicidi spruzzati per non far crescere la vegetazione intorno ai pannelli solari. E' sì necessario lo sviluppo delle fonti energetiche alternative, ma in modo intelligente e compatibile alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi locali, nonché tutelando le nostre zone agricole e turistiche, già da troppi anni in balia del degrado e degli scempi più o meno grandi che si sono perpetrati negli anni. Solo così il fotovoltaico si configura come una straordinaria risorsa al servizio dell'ambiente, la quale va incentivata necessariamente sulle aree già edificate e/o degradate: Infatti, perché non mettere i pannelli solari sui tetti di case (non di pregio ovviamente), fabbriche, serre, supermercati, tunnel stradali, parcheggi, strutture sportive, ecc...? Con tutto l'edificato che c'è in Italia abbiamo coperture a sufficienza dove poterli mettere. Oppure potrebbero essere installati lungo ferrovie, strade, ed autostrade, magari con la duplice funzione di pannello solare e pannello fono-assorbente. Quindi esistono soluzioni che eviterebbero il consumo del territorio, la devastazione del paesaggio, e i danni all'agricoltura. I palazzinari che da sempre sono il terrore degli ambientalisti, per consumare gli stessi spazi vergini ci mettevano decenni, e tuttora è così. Invece questi imprenditori della “green economy” ci mettono un paio di settimane per coprire 40 ettari di superficie con i loro pannelli solari, eppure non si eleva alcuna voce di protesta, lì lasciano fare senza batter ciglio. E' un business colossale, al quale una cospicua parte dell'ambientalismo nostrano strizza favorevolmente l'occhio. Da anni ci dicono che le energie rinnovabili sono ecosostenibili, e questo è corretto finché vengono sviluppate in ambienti già antropizzati, tuttavia quando vanno a distruggere habitat naturali e le nostre belle panoramiche, si possono tranquillamente definire "ecoinsostenibili". Sia chiaro che per abbattere le emissioni di CO2 è indispensabile puntare su queste forme di energia, ma come già detto, questo va fatto intelligentemente nei posti più consoni, senza andare a creare inutili danni alla flora e alla fauna, alla nostra vista, alla vocazione rurale e turistica dei luoghi, etc...tra l'altro va attuata una seria politica di riforestazione: è cosa nota che gli alberi assorbono anidrite carbonica restituendocela sottoforma di ossigeno, sono il filtro naturale per eccellenza, per cui più ce n'è e meglio è. Pare che non sia nemmeno tanto vero che c'è sempre più bisogno di energia, o che comunque dobbiamo ottenere l'autosufficienza energetica: si importa energia dall'estero perché costa meno che produrla, questa è la realtà dei fatti. In ogni caso, nessuno parla di autosufficienza alimentare (un qualcosa di ben più importante, visti soprattutto i tempi che corrono), pare che con il fotovoltaico a terra per fare 1 mw di energia elettrica vengano sottratti la bellezza di 9 mila kg di grano, perlomeno stando a ciò che sostiene la Coldiretti. E poi ci dicono che bisogna mangiare italiano e possibilmente prodotti locali, ma con la drastica riduzione del suolo agrario a fini enegetici, come si fa? Ritornando al tema se l'energia nel nostro paese è sufficiente, basti pensare che "Per quanto riguarda la potenza installata (ovvero la potenza massima erogabile dalle centrali), l'Italia è tecnicamente autosufficiente; le centrali esistenti a tutto il 2009 sono infatti in grado di erogare una potenza massima netta di circa 101 GW[6] contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW (picco dell'estate 2007[4]) nei periodi più caldi estivi." (Wikipedia, dati Terna). Sembra altresì chiaro che in questi ultimi anni si è attuata una vera e propria campagna di disinformazione di massa, sostenendo che l'Italia non era autosufficiente energeticamente: alla destra forse faceva comodo per favorire il nucleare, e alla sinistra per spingere sulle rinnovabili? "Nel 2009 l'Italia ha prodotto circa 69,3 TWh di elettricità da fonti rinnovabili, pari al 19,6% del totale di energia elettrica richiesta, con il 15.8% proveniente da fonte idroelettrica e la restante parte data dalla somma di geotermico, eolico e combustione di biomassa o rifiuti." (Wikipedia, fonte: Terna). Tra l'altro ci sono studi che dimostrano che tutta l'energia fotovoltaica potenzialmente installata, non ancora allacciata né supportata dalla rete, ha in teoria già superato il fabbisogno energetico nazionale. La quantità di energia da produrre deve essere in linea con quella realmente necessaria, non ha alcun senso la corsa a produrne di più; inoltre sarebbe bene puntare sul risparmio energetico, eliminando tutti quegli inutili sprechi che sono presenti in quantità mastodontiche, perseguendo una maggiore efficienza energetica di impianti ed edifici. Il proliferare delle energie rinnovabili in Italia, è dovuto ESCUSIVAMENTE ai lauti incentivi elargiti dallo stato, che poi provengono dalle tasche di noi tutti quando paghiamo la bolletta elettrica. Le multinazionali hanno fiutato l'affare e si sono gettate a capofitto nel settore, purtroppo anche spalleggiate da certi “ecologisti” nostrani e da alcuni partiti e uomini politici, forse in odore di conflitto d'interesse. Di fatto è un mercato “drogato”, se sparissero i sostanziosi contributi (perlomeno per chi ha intenzione di realizzare impianti fotovoltaici su aree verdi), questa corsa al pannello selvaggio sparirebbe all'istante. Nessuno tenti di etichettarci politicamente o di accusarci di spalleggiare altre fonti di energia inquinante: nel nostro piccolo abbiamo appoggiato la lotta alla Turbogas di Aprilia e sostenuto il Sì contro il ritorno del nucleare in Italia, siamo inoltre distanti anni luce da tutti i partiti e movimenti politici presenti sia a livello nazionale che locale, se poi sono loro a venire sulle nostre posizioni è un altro discorso. Qualcuno afferma: “centomila volte meglio il fotovoltaico che il nucleare” oppure: “meglio 10.000 parchi fotovoltaici di una centrale atomica”; ma questo cosa c'entra, specialmente dopo l'esito del referendum con il quale si è scongiurata ogni possibilità di ritorno all'atomo? Inoltre le centrali nucleari non hanno un radicamento capillare e diffuso sul territorio, al contrario delle centrali solari, che spesso e volentieri confinano con le abitazioni private, causando notevoli disagi ai residenti. Per cui è un paragone improprio, che non può giustificare un settore che in poco tempo sta riconvertendo ettari e ettari di terreno agricolo in industriale, a fini di produzione energetica. Anche le rinnovabili non possono essere oggetto di un business deregolamentato, è inammissibile distruggere l'ambiente in nome dell'energia pulita, è un qualcosa di assolutamente insensato e contraddittorio, si potrebbe definire "ecoillogico". In Italia si stanno perdendo luoghi unici nel loro genere, non ripetibili in altre parti del mondo, il panorama col passare del tempo sta diventando tutto uguale, solo pannelli solari e gigantesche torri eoliche accompagnano l'occhio di autoctoni e forestieri. C'è stato anche un vero e proprio lavaggio del cervello da parte dei media in questi anni, o comunque di chi li ha adeguatamente sfruttati a tale scopo: se solo si prova ad esprimere un pensiero che vada minimamente contro l'eolico e il fotovoltaico (che poi solo nel caso dell'uso scellerato che se ne fa), si rischia un vero e proprio linciaggio verbale. Comunque si sta correndo ai ripari, ed già è nato il Comitato Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi, prevalentemente per riequilibrare un'informazione che il più delle volte arriva distorta e di parte, che definire faziosa è un eufemismo. Persone che non avendo interessi in gioco e stando solo dalla parte della natura e dei territori in cui vivono, si possono permettere di dire le cose per quelle che sono, in assoluta indipendenza, senza essere marionette di questo o di quello. E' un continuo scambio di informazioni tra chi ha realmente a cuore le sorti dell'ambiente italiano, e vuole tutelarlo concretamente. Gli iscritti sono già oltre 600, tuttavia se anche tu che leggi vuoi aderire alla causa, richiedi l'iscrizione a questo gruppo su Facebook. Recentemente anche il fondatore di Slow Food Carlo Petrini ha puntato il dito contro l'eolico ed il fotovoltaico selvaggio, ad ogni modo lo stesso hanno fatto tanti altri nomi noti, come ad esempio Adriano Celentano e Vittorio Sgarbi; Senza poi considerare la miriade di associazioni e comitati locali, ma anche semplici cittadini, che da nord a sud, con estrema determinazione, difendono la loro terra dalla furia devastatrice delle rinnovabili nelle aree verdi; Questo sta accadendo soprattutto in Puglia, la regione che più sta soffrendo l'uso sconsiderato e fuori controllo delle energie alternative. Al momento tra le associazioni ambientaliste nazionali, la posizione più ragionevole sul fotovoltaico e l'eolico sembra averla Italia Nostra. Ad ogni modo, noi restiamo dalla parte dell'ambiente, del paesaggio, e dell'agricoltura, e mai da quella di chi fa affari d'oro, seppur leciti, tuttavia palesemente in contrasto con il bene del paese e della collettività. Si dice che la durata media dei pannelli solari è di circa 30 anni, e il materiale più impiegato al momento resta il silicio. Cosa ne sarà di questi impianti al termine del loro ciclo produttivo? Verranno abbandonati al loro inesorabile destino come avviene oggi nella maggior parte dei casi con i siti industriali dismessi, oppure quelle aree saranno ghiotta occasione per speculatori edilizi che si troveranno serviti su un piatto d'oro enormi quantità di suolo? E nel caso i pannelli venissero smaltiti, quanto costerà disfarsene? Non potrebbe accadere ciò che avviene oggi con il cemento-amianto (eternit), ovvero, che i costi altissimi di smaltimento hanno favorito l'abbandono indiscriminato nelle discariche abusive? Tra l'altro ci chiediamo se quanto sta accadendo con l'installazione dei pannelli fotovoltaici a terra, non possa considerarsi un vero e proprio danno ambientale, il quale potrebbe rientrare in quanto previsto dall'Art. 18. LEGGE 8 LUGLIO 1986 N.349
[1. Qualunque fatto doloso o colposo in violazione di disposizioni di legge o di provvedimenti adottati in base a legge che comprometta l'ambiente, ad esso arrecando danno, alterandolo, deteriorandolo o distruggendolo in tutto o in parte, obbliga l'autore del fatto al risarcimento nei confronti dello Stato.]Questa tematica andrebbe affrontata in maniera meno ideologica e più pratica. Non staremo mai dalla parte di chi ricopre 40 meravigliosi ettari di campagna con dei pannelli solari, i quali esteticamente sono orribili con probabili fenomeni di abbagliamento; che stravolgeranno il luogo, il paesaggio, l'ambiente, la vocazione naturale di quel territorio, e priveranno l'agricoltura e la vegetazione, nonché la fauna selvatica, di una cosa essenziale per la loro esistenza, ovvero...la TERRA!
Invitiamo quanti hanno a cuore la salvaguardia dell'ambiente, di inviare tramite posta elettronica un di messaggio di protesta al Sindaco di Lanuvio: sindaco@comune.lanuvio.rm.it Nell'oggetto della mail scrivete: "NON DISTRUGGETE LA COMPAGNA LANUVINA CON IL FOTOVOLTAICO SELVAGGIO!" e nel testo potete fare un copia incolla di questo lungo articolo. Grazie a tutti per la collaborazione. :-)
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